Essere donna in un paese dal forte stampo maschilista non è semplice ma, nonostante questo, Soheila, Azar, Simin e Mahsa provano ugualmente a diventare padrone del loro destino resistendo, lasciando, rilanciando oppure andando lontano. Attraverso le sue quattro protagoniste femminili, con Acrid l'esordiente iraniano Kiarash Asadizadeh mette sotto la lente d'ingrandimento l'istituzione della famiglia nell'Iran di oggi, senza risparmiare un giudizio chiaro. Ossia "Si raccoglie ciò che si semina". Il film, presentato all'ottava edizione del festival di Roma, pone l'attenzione soprattutto sui cambiamenti sociali che hanno contribuito a rendere precari i rapporti interpersonali.
"Questo film rappresenta in parte la realtà delle odierne famiglie iraniane - dichiara Asadizadeh - non si tratta né di una diagnosi né necessariamente di una risoluzione ai problemi. Il film vuole semplicemente essere un avvertimento per quelle famiglie che non sono consapevoli del loro status, non sono consapevoli, fino in fondo, di vivere nella menzogna e influenzare e colpire persone innocenti, vittime di colpe e violenze perpetrate da altre persone. Dal mio punto di vista, tutto è collegato, nella vita tutto ha una ciclicità, ed è su questa filosofia che si basa ACRID. Con la speranza che questo film possa penetrare nei nostri cuori e farci comprendere come stiamo agendo e in quale direzione stiamo andando". E per comprendere meglio ciò di cui sta parlando il regista ecco la clip Tu sei una domestica. Il film sarà in sala dall'11 giugno, distribuito da Imagica.