L'alfabeto di Peter Greenaway 2017

Trama del film L'alfabeto di Peter Greenaway

“La vita è arte e l’arte è vita”, questo il motto di Peter Greenaway, filmmaker fra i più eclettici del cinema contemporaneo. Sua moglie Saskia Boddeke, artista multimediale, fa incursione nella mente del marit e Greenaway racconta il suo mondo in un emozionante dialogo con sua figlia adolescente, Pip, che in illustra i punti salienti della vita del padre. “A come Amsterdam”, dice Mister Greenaway, ma anche “A come Autismo”, lo incalza Pip. Le domande della figlia lo colpiscono dritte al cuore, permettendo alla moglie di trarne un ritratto unico nel suo genere.

Il documentario è dedicato al regista, pittore e sceneggiatore gallese, ed è un lavoro in famiglia per così dire, visto che è stato girato dalla moglie e in scena ci sono Greenaway con sua figlia Zoë che viene chiamata Pip come soprannome. Greenaway è uno degli artisti più interessanti nell’ambiente cinematografico, ma la sua arte si estende a vari mezzi espressivi e celebri sono le sue opere dedicate alla pittura e all’architettura. Un vero artista dunque che si esprime con numerosi format, proprio come la moglie, che ha fatto di questo una vera e propria forma d’arte, esponendo opere multimediali in tutto il mondo, portando in vita sofisticati programmi, spettacoli e installazioni che le hanno portato premi e affermazione da parte del pubblico.

In quest’opera la regista segue con uno sguardo intimo un dialogo tra suo marito e Pip che insieme costruiscono un alfabeto per esprimere, raccontare, indagare e illustrare la vita di Greenaway. Insieme i due percorrono passo per passo quello che è stata la sua vita, professionale, ma anche privata, la sua passione immensa per la pittura e l’architettura, la sua vita da cineasta, il modo in cui riesce a unire le sue passioni in un’unica visione artistica che lo rende unico. Con grandissima onestà e vulnerabilità, si mette a nudo, senza nascondere le proprie debolezze, ma attraverso lo sguardo attento e a tratti ironico della moglie, che da artista anch’ella riesce a percepire tutte le sfumature dell’artista, della persona Peter Greenaway.

Questa è la sinossi ufficiale distribuita da I Wonder Stories: “L’artista Saskia Boddeke racconta il marito Peter Greenaway formulando un alfabeto che ripercorre vita e arte in un dialogo con la figlia Zoë, detta Pip. Greenaway, il cui motto è “l’arte è vita e la vita è arte” si confessa attraverso delle pillole che ripercorrono la sua opera e la sua sfera privata: prima pittore, poi cineasta, il regista inglese non smette mai di creare, la sua sconfinata vena artistica entra continuamente in contatto con la quotidianità e così con i suoi affetti principali. La sua figura, poliedrica e ambigua, viene raccontata con occhio ironico e profondo facendo emergere passioni e debolezze del regista. Passato in anteprima italiana al Biografilm Festival di Bologna, L’alfabeto di Peter Greenaway è un documentario che fa riflettere sul significato profondo della creazione artistica e sul rapporto tra vita e morte. Grazie al talento visionario di Saskia Boddeke entreremo nel mondo eclettico di una personalità tanto complessa quanto affascinante. “