Ad ogni generazione toccano le sue croci e le sue delizie. Ma con la generazione dei quarantenni di oggi, vessati dalla crisi, dal precariato, dal calo delle nascite, e chi più ne ha più ne metta, almeno il cinema è stato generoso, perché ci ha regalato un'esperienza unica, e forse irripetibile, quella di una trilogia indie (Prima dell'alba, Before Sunset - Prima del tramonto e Before Midnight) nata quasi per caso, dalla voglia di un trio di talenti di raccontare due affascinanti, imperfette e incompatibili anime gemelle, e dall'incredibile possibilità di percorrere un importante tratto di cammino in parallelo con loro.
L'idea per il primo capitolo della serie venne a Richard Linklater a seguito di un'esperienza personale, l'incontro con una ragazza in un negozio di giocattoli di Philadelphia poco dopo aver terminato le riprese del suo primo film, Slacker - erano gli anni del grunge, e noi indossavamo Levi's 501 e camicie a scacchi e ascoltavano Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden sui banchi di scuola, con il lettore CD portatile nascosto nello zainetto dell'Invicta. Tra chiacchiere, passeggiate e forse qualcosa di più, i due trascorsero insieme una notte magica e irripetibile, al termine della quale si scambiarono numeri e indirizzi, per poi perdersi di vista dopo qualche faticoso contatto a distanza; quando, nel 1995, uscì Prima dell'alba, Amy non ricomparve durante tour promozionale del film, come Céline che in Before Sunset - Prima del tramonto cerca Jesse dopo aver letto il romanzo dedicato alla loro notte insieme. Solo anni dopo Linklater scoprì che la giovane aveva perso la vita in un incidente nel maggio del 1994; a lei, Amy Lehrhaupt, è dedicato Before Midnight.
Amy era morta prima di compiere venticinque anni, noi eravamo all'Università - avevamo iniziato a esplorare i nostri tempi e a misurare le nostre forze e ad assaporare le nostre sfide, magari accanto a qualche misterioso straniero arrivato con l'Erasmus, ma anche senza biglietto di ritorno in tasca, a vent'anni spesso i grandi amori durano un solo giorno, o magari una settimana - e Jesse e Céline si incontravano su un treno in sosta a Vienna, e decidevano di passare la notte lì, in attesa del volo che dalla capitale austriaca doveva riportare il ragazzo negli States. Al contrario di Amy e Rick, loro non si scambiano i numeri di telefono, ma stabiliscono di incontrarsi di nuovo di lì a sei mesi; ma è solo nove anni dopo, all'ombra di Notre-Dame, che i due si ritrovano in occasione della presentazione del libro di Jesse in Before Sunset.Questa volta Julie Delpy e Ethan Hawke, scelti da Linklater per la loro sensibilità e la loro creatività ai tempi del primo film, partecipano a pieno titolo alla stesura della sceneggiatura; perché nemmeno loro avevano dimenticato Jesse e Céline, che hanno continuato a raccontarsi, negli anni, ai loro interpreti. Trent'anni o giù di lì, e per noi era il momento delle scelte, magari tra un progetto personale e un percorso accademico, tra questo paese e un altro, tra la carriera e la maternità. E anche a Jesse e Céline tocca, in Before Sunset, una scelta molto difficile, e decisamente rischiosa: piantare tutto per ridare una chance a un amore giovanile, a un sogno apparentemente senza futuro. Ma in fondo non è precisamente questa la natura di ogni sodalizio romantico, soprattutto nell'era del paventato 50% di matrimoni che culminano nel divorzio? Chi può dire di conoscere davvero la persona che sceglie di avere accanto per la vita, chi può essere certo che quello che costruirà insieme ad essa non si trasformerà in un trappola, in un incubo senza uscita destinato a soffocare libertà, ambizioni e desideri profondi?
La coesistenza dell'amore romantico con una forte intelligenza critica è un'alchimia misteriosa che non possiamo spiegare, ma solo celebrare, come fa Linklater seguendo i suoi innamorati per le strade di Vienna e poi Parigi, con quel vezzo di ri-visitare o anticipare i paesaggi che attraversano, ricamando loro intorno un'atmosfera da favola malinconica. In Before Midnight, in cui li incontriamo per la terza volta e in cui c'è minore fedeltà all'unità di tempo (Before Sunset era praticamente in real time), le cose si complicano anche dal punto di vista stilistico. Linklater costruisce scene più complesse che includono diversi personaggi che alludono a un passato in cui tutto era ancora possibile, un futuro impalpabile ma inevitabilmente doloroso, e a un presente fuggevole e prezioso, ma anche all'egocentrismo di Jesse e alla frustrazione di Céline, e sperimenta con long take articolati e magnifici, immergendo i suoi innamorati in un paesaggio di grande bellezza e di enorme forza simbolica, quella Grecia che ha alle spalle lo splendore ma sta vivendo lo squallore. E noi, dove siamo? In molti casi, esattamente dove sono Jesse e Céline, uomini disperatamente aggrappati alle possibilità della propria adolescenza e donne rancorose perché costrette a spogliarsi dei sogni giovanili per occuparsi dei figli. Eppure, anche quando è sceso sotto la linea dell'orizzonte ("Still there. Still there. Still there. Gone."), da qualche parte il sole continua a splendere.E' lontano dal sole, in una camera d'albergo - uno dei pochissimi ambienti chiusi dell'intera trilogia - che Linklater riconduce i suoi riluttanti amanti alla loro condizione primigenia: di nuovo soli, di nuovo onesti, con diciotto anni di più. E ciò a cui assistiamo è lacerante, ma autentico, è spaventoso, ma illuminante. Tanto più è difficile stare insieme, tanto più richiede sforzi, compromessi, sacrifici, tanto più diventa speciale e gratificante ciò per cui lottiamo, e l'importante è non perderlo mai di vista.
Raccontare il tempo che ci cambia, ci avvilisce e ci redime, il tempo che fugge e si consuma prima dell'alba, prima del tramonto e prima dell'oscurità, è un disegno incredibilmente ambizioso e complesso. Per questo Linklater, oltre ad affidarsi alla percettività e al talento dei suoi interpreti/ co-autori, conta anche su di noi, su quel tratto di strada che abbiamo compiuto contemporaneamente a Céline e a Jesse, l'esperienza di vita e d'amore che abbiamo maturato di nove anni in nove anni. La magia sta nel fatto che il narrato dei brevi ma fondamentali momenti della loro esistenza che sono inquadrati dai tre film si arricchisce del vissuto: il loro, immaginario ma infinitamente credibile, e il nostro, reale e tangibile.Inevitabile che questa dinamica faccia dei coetanei dei protagonisti un pubblico privilegiato per i film di Linklater: inevitabile che, facendo parte di questo novero, chi scrive sia in adorazione della trilogia, ma incapace di immaginare cosa possa provare un neofita, che assiste, oggi, a tutti e tre i film nel giro di pochi giorni, o semplicemente in un'altra fase della vita; se per chi non ha avuto la fortuna di crescere con Céline e Jesse la loro storia sia altrettanto magica, latrice di un'altrettanto preziosa verità sull'amore.
Allo stesso modo, non sarà facile per chi si è appena avvicinato alla trilogia linklateriana immaginare che cosa significhi per noi. Ecco, con questo articolo abbiamo provato a spiegarlo.