Al giro di boa di questa edizione di Lucca Comics & Games, tra cosplayer sempre più efficienti, una sezione Movie ancor più ricca, un'area nuova di zecca dedicata a Star Wars e un Baymax gigante che accoglie i visitatori fuori dalle mura, possiamo affermare con certezza che la star è Zerocalcare. A sancirlo basterebbero le code chilometriche degli appassionati che ogni giorno, pazientemente, si posizionano fuori dallo stand Bao Publishing per farsi personalizzare uno dei suoi albi. E lui si concede generosamente, allontanandosi dallo stand solo per tener fede agli impegni ufficiali e passando il resto del tempo chino sui libri che gli ammiratori gli porgono. Qualche giorno fa i giornali hanno riportato la notizia della sua permanenza record a fare dediche durata quasi 13 ore. Ma lui ammonisce: "Ora non stiamo a fare pubblicità di questa cosa sennò poi la gente pensa che lo faccio ogni volta".
Prossimamente il suo primo albo a fumetti, La profezia dell'armadillo, approderà al cinema per mano di Valerio Mastandrea perciò la fama di Zerocalcare (il cui vero nome è Michele Rech) è destinata ad aumentare ancora. Lui però si schernisce e confessa: "Vedere questa folla a tutti gli incontri mi mette un sacco d'ansia". La sua immagine conferma le nevrosi rivelate sia nelle sue tavole che a parole. Zerocalcare non ha l'atteggiamento deciso dell'enfant prodige baciato dalla fama. E' schivo, intimidito dal calore della folla e giocherella nervosamente con il microfono che ha in mano. A preoccuparlo è soprattutto l'idea di deludere il pubblico che lo segue. "Se arrivano cento commenti buoni e uno cattivo mi dispero e penso che il mio lavoro faccia schifo a tutti. Non riesco a superare l'insicurezza. In questi giorni sono stato talmente impegnato col tour di presentazione del nuovo libro che ho saltato l'appuntamento fisso con i lettori del blog. Avevo iniziato una storia che spiegava perché saltavo la storia e neanche sono riuscito a pubblicare questa!".
Ritratto di famiglia a fumetti
L'ultima creazione di Zerocalcare si intitola Dimentica il mio nome ed è il suo lavoro più intimo e personale perché racconta la storia della sua famiglia. "Quando mia nonna è morta" svela Michele "mi sono stati raccontati una serie di segreti sulla mia famiglia che io non conoscevo. Era una storia così rocambolesca che non potevo non scriverla anche perché con la sua morte sarebbe stata persa. Però era molto impegnativa emotivamente così ho deciso di dedicarmi ad altro per un po', di maturare gli strumenti giusti. Mi sono concentrato su Dodici e quando mi sono sentito pronto mi sono finalmente cimentato nell'impresa. In tutto ci sono voluti due anni". Se La profezia dell'armadillo, una volta pronto, avrà il successo sperato, questa potrebbe essere la prima di una lunga serie di opere di Zerocalcare a prendere la via dello schermo e la natura avventurosa Dimentica il mio nome potrebbe renderlo appetibile in tal senso. Ma solo se lui accetterà di lasciare in mano ad altri una narrazione così personale. "Quando racconto le cose mie non ho problemi, decido io cosa condividere o meno. Stavolta parlavo del dolore di altre persone, della vita di mia madre e di mia nonna, perciò ci ho dovuto pensare a lungo. Mi sono confrontato con mia madre perché la storia coinvolgeva i parenti. C'è stato un G2 e lei ha stabilito cosa non avrei mai potuto fare: rivelare quali erano le parti vere e quali quelle inventate. Le parti reali sono molto più di quelle finte, ma è presente l'elemento fantastico. Per il resto mia madre è stata contenta del libro perché ha potuto liberarsi di un segreto che si era portata dietro per sessant'anni.
Da Rebibbia con furore
Fenomeno mediatico del momento, il blog di Zerocalcare è diventato un punto di riferimento per i suoi fedeli lettori che si rimbalzano sui social media le sue tavole contenenti episodi di vita quotidiana, esilaranti recensioni delle amate serie tv e passionati resoconti del rapporto di amore/odio con la tecnologia. "All'inizio non credevo nel blog, ma invece è stato uno strumento fondamentale per farmi conoscere. Lavorare sui libri ha pregi e difetti perché sei da solo e ti confronti solo con l'editore. Il blog ha un feedback immediato, poi è gratuito così nessuno mi può dire che ho scritto una monnezza". La maggior parte delle storie che Zerocalcare racconta sul blog sono ambientate a Rebibbia, capolinea della metro di Roma dove Michele vive da sempre. "Faccio parte della generazione Erasmus e un po' rosico quando vedo i miei coetanei che se ne vanno, ma da quando avevo 13 anni a oggi non mi sono più allontanato da Rebibbia per più di 4 notti. Anche le mie vacanze sono ridotte. Quando sono lontano mi viene l'orticaria nervosa e divento la Pimpa. Ho il terrore che succedeno cose mentre io non ci sono così resto tagliato fuori, divento un emarginato sociale".
L'armadillo al cinema
Per Zerocalcare arriva il momento di fare il punto sulla situazione della lavorazione de La profezia dell'armadillo. Per il momento sappiamo solo che a dirigere l'adattamento sarà Valerio Mastandrea, il quale, però , non comparirà nel film. "La sceneggiatura è pronta da un po', ma i tempi di lavorazione nel cinema italiano sono lunghissimi: ci stiamo mettendo un po' di tempo a preparare tutto. Io però l'ho sempre detto: se mi pagano la sceneggiatura e poi non fanno il film è una bomba, Sono contento così mi risparmio tutti quelli che mi vengono a dire che era meglio il libro". L'ultima battuta dell'artista, noto per la sua passione per le serie tv di cui parla a lungo nei suoi lavori, è riservata a True Detective. "Lo so che tutti quelli con cui parlo la considerano un capolavoro, ma io non sono riuscito a vedere una puntata senza addormentarmi. Ora sto riprovando a vederla in italiano perché in originale non capisco e leggendo i sottotitoli mi viene sonno. Oppure fame e se devo mangiare non riesco a leggere".