X-Files 11, la premiere: Essere cospirazionisti oggi

Arriva anche in Italia su Fox, dopo il debutto di inizio mese in USA, l'undicesima (e ultima?) stagione della serie di Chris Carter, riprendendo il discusso cliffhanger con cui ci aveva lasciati due anni fa.

X-Files: David Duchovny insieme a Gillian Anderson nella premiere della undicesima stagione
X-Files: David Duchovny insieme a Gillian Anderson nella premiere della undicesima stagione

Due anni fa, dopo un breve ciclo di soli sei episodi, X-Files tornava nell'oblio in cui era stato per i precedenti quattordici anni. Quella stagione 10 aveva rappresentato molto per il panorama televisivo, perché si era trattato di uno dei revival più clamorosi tra i tanti arrivati ultimamente, perché riguardava la serie che aveva intrapreso la strada che ci ha condotti alla serialità che tutti conosciamo e apprezziamo. Eppure quell'atteso ritorno non aveva raccolto la risposta sperata, per diversi motivi che abbiamo analizzato in passato e che, essenzialmente, si possono sintetizzare in un aspetto: troppo poco spazio per poter sintetizzare le diverse anime di X-Files e attrarre nuovo pubblico.

A ciò va aggiunto una ulteriore scelta sbagliata, quella di chiudere la stagione con un finale apertissimo laddove non si era nemmeno parlato di un eventuale rinnovo. Sembrava una mossa scorretta ed è finita per essere una ulteriore dimostrazione di come un cliffhanger possa essere un'arma a doppio taglio, come hanno avuto modo di sperimentare anche gli autori di The Walking Dead negli ultimi anni. Da lì ripartiamo, da quel discusso finale e dai suoi sviluppi, ed è per questo che è d'obbligo un avvertimento: da qui in poi ci saranno spoiler sulla premiere di X-Files 11, quindi proseguite a vostro rischio.

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Cliffhanger interruptus

X-Files: Gillian Anderson in una scena della premiere della undicesima stagione
X-Files: Gillian Anderson in una scena della premiere della undicesima stagione

X-Files ci aveva lasciati zoomando sull'occhio di Scully che guardava al cielo, ad una nave aliena che incombeva, con il suo raggio di luce, su un ponte affollato di auto bloccate... ma è stato un sogno. O qualcosa di simile, almeno, perché capiremo andando avanti che si tratta di premonizioni o visioni trasmessele da suo figlio William. Visioni che continuano anche una volta in ospedale, dove viene ricoverata dopo esser ritrovata nell'ufficio di Mulder proprio dal collega e compagno di tante indagini e di vita. Visioni che portano i due agenti verso il figlio William e sulle quali sarà soprattutto Fox Mulder ad indagare nel corso di una premiere che ospita diversi graditi ritorni e un paio di nuovi personaggi, che riprende i temi cospirazionisti degli episodi di apertura e chiusura della stagione precedente e ne mantiene, purtroppo, anche i problemi.

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Quattro passi nella cospirazione

X-Files: William B. Davis in una scena della premiere della undicesima stagione
X-Files: William B. Davis in una scena della premiere della undicesima stagione

Perché Memorie dal futuro è la terza parte del ciclo My Struggle e segue, nella titolazione italiana, la stessa spinta alla creatività che aveva portato ai due titoli nostrani precedenti: La verità è ancora là fuori e Ossessione. Un ciclo che si concluderà nel finale della stagione 11 con My Struggle IV e che presumibilmente chiuderà la complessa storyline che ruota attorno a William, la vera trama orizzontale del revival di X-Files. Proprio sul ragazzo si concentra anche l'azzardato, forse eccessivo, twist di questa premiere, quello che riguarda la reale paternità di William, che rende Mulder e William fratelli più che padre e figlio, annunciata in un intenso faccia a faccia tra Walter Skinner, apparentemente dalla parte dei nostri, e l'uomo che fuma. È l'incredibile personaggio interpretato da William B. Davis a catalizzare attorno a sé le migliori scene di un episodio che indugia troppo su Mulder che si sposta in auto e sui suoi poco incisivi e dilatati monologhi fuori campo. Sono le macchinazioni dell'uomo che fuma a dare la chiave di lettura maggiore di quello che rappresenta X-Files e di come si inserisce nel bizzarro contesto del mondo contemporaneo in cui ha fatto ritorno.

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"Non sono un uomo cattivo, ma un uomo pratico"

X-Files: Mitch Pileggi in una scena della premiere della undicesima stagione
X-Files: Mitch Pileggi in una scena della premiere della undicesima stagione

A Practicle Man si definisce l'uomo che fuma nel montaggio/monologo che fa da cold open per Memorie dal futuro e che introduce i temi della stagione 11. Un monologo che ci racconta un mondo di fake news, disastri naturali e non, di leader politici discutibili e di mancanza di fiducia nella scienza mentre la fine si avvicina. Un mondo che rappresenta la copertura perfetta per l'attività di un individuo come quello che Carter e X-Files hanno raccontato all'epoca del suo corso originale e cercano di contestualizzare oggi in questo revival. Ha ancora senso il background cospirazionista di X-Files oggi con tutto quello che quotidianamente leggiamo sui social? O va trovata una visione nuova e diversa? Probabile che la risposta a quest'ultima domanda sia positiva e ce lo confermano gli episodi successivi al primo che abbiamo potuto visionare, un crescendo che, tra ironia più o meno spinta e monster of the week, conduce ad un quinto episodio teso ed emozionante. Quindi non fermatevi a questa premiere nel caso non foste soddisfatti, date qualche altra possibilità ad X-Files, perché Mulder e Scully sono ancora là fuori.

Movieplayer.it

2.5/5