Nel mondo dei comics americani, Len Wein è una vera e propria istituzione. Tra le sue tante illustri firme, il suo nome è indissolubilmente legato a Wolverine. Il celebre mutante dal gene X è infatti frutto della mente di Wein che lo creò nel 1974 per apparire come nemico de L'incredibile Hulk, prima di affidargli il rilancio degli X-Men. Lo abbiamo incontrato a Los Angeles, in occasione del lancio promozionale del Blu-ray di X-Men -Le origini: Wolverine, per una piacevole chiacchierata.
Innanzitutto, cosa ne pensi del film su Wolverine? Ti ha soddisfatto?
Len Wein - Assolutamente. Hanno fatto davvero un ottimo lavoro. Il film riesce a coniugare molto bene le esigenze spettacolari con i tormenti del personaggio. Origini è d'altronde tutto legato alla psicologia di Wolverine, perché affronta il problema della memoria e penso che Hugh Jackman si sia dimostrato ancora una volta eccellente nell'interpretare l'eroe arrabbiato alla ricerca di risposte.
Len Wein - Onestamente no. Anche perchè solitamente c'è da parte dei registi e della produzione la paura che l'autore originale di un personaggio possa essere troppo emotivamente coinvolto per partecipare al processo di scrittura del film e porre quindi troppi paletti. Anche se questa paura molte volte non e' giustificata, nel tempo ha determinato una tendenza generale. Eppure in molti casi l'opinione del creatore del personaggio potrebbe certamente giovare. Basti pensare, come esempio inequivocabile a quanto accaduto in Daredevil. Volevano che il film fosse il più cool possibile e per questo scelsero Colin Farrell nel ruolo di Bullseye. Ma anche se il costume di Bullseye, così com'è nel fumetto, è fantastico, addosso a Colin Farrell sembrava stupido. Una consulenza avrebbe potuto essere utile.
In che modo sei coinvolto invece al progetto Wolverine 2?
Len Wein - Non molto, al di là dell'aver creato il personaggio. L'idea è quella di sviluppare la saga giapponese del fumetto ma non so molto altro, perché il progetto è ancora in fase preparatoria. Temporalmente dovrebbe seguire le vicende del primo film ma non ci sono ancora certezze. Tutto potrebbe cambiare domani e trasformarsi in una storia sulla pallavolo!
Puoi raccontarci qualcosa sulla saga giapponese?
Len Wein - E' a tutti gli effetti una delle storie più famose e amate di Wolverine. E' scritta da Chris Claremont, disegnata da Frank Miller e ambientata appunto in Giappone, dove Logan visse per un certo periodo di tempo innamorandosi di una donna e imparando ad incanalare la sua rabbia grazie al codice dei samurai. E' una storia suggestiva che permette a Logan di diventare una persona migliore, un nobile guerriero; un modo per scoprire un lato meno rabbioso del suo carattere.
A cosa attribuisce il grande amore dei fan per il personaggio di Wolverine?
Len Wein - Chiunque vorrebbe essere Wolverine. E' questo il segreto del suo successo. Tutti vorrebbero essere in grado di scatenare la propria ira e di sistemare tutti gli aspetti della propria vita che ci rendono frustrati; avere la possibilità di eliminare tutto ciò che ci fa uscire di senno. Per questo ci si identifica, Wolverine ha dei bisogni terreni e è pieno di vizi e cattive abitudini. Non è facile immedesimarsi in un eroe se questo è un esempio di rettitudine assoluta e non mostra mai dubbi e angoscia.
Un po' come Superman, che sconta l'assenza di particolari difetti?
Len Wein - Non la vedrei in questa maniera. Superman è sicuramente diverso da Wolverine, ma ha qualcosa che lo rende sempre affascinante. Ho scritto moltissimo su Superman e ancora trovo ci sia da dire, ma ne potremmo parlare per ore e magari trovare un punto di accordo.
Tornando a Wolverine, cosa ne pensi dell'interpretazione di Hugh Jackman? Accennavi prima che ti sembra molto adatto per il ruolo.
Len Wein - Tutto il bene possibile. Io semplicemente credo che uno dei ruoli più importanti nel mondo del cinema sia il direttore del casting. E' nel momento in cui si scelgono gli attori che i progetti prendono realmente vita ed è lì che ci si gioca una gran fetta della credibilità di un film, specie se tratto da comic. Wolverine è un personaggio difficile; molto fisico, ma non solo, per quello è difficile immaginarsi qualcuno che lo rappresenti al meglio. Poi vedi Hugh Jackman e in un momento capisci che lui è esattamente Wolverine.
Hai avuto modo di confrontarti con lui prima che fu scelto per il ruolo?
Len Wein - No, non ce n'è stata possibilità perchè Jackman partecipò al casting proprio all'ultimo momento e come rimpiazzo, visto che l'attore scelto era Dougray Scott che dovette rinunciare dopo essersi infortunato sul set di Mission: Impossible 2. Un ottimo attore perso, eppure, con il senno di poi, possiamo dire che la fortuna ci ha messo del suo.
Se potessi scrivere l'ultimo episodio di Wolverine come lo faresti?
Len Wein - Innanzitutto spererei di scriverlo bene! Anche perché potrei rischiare la decapitazione vista la pressione dei fan. In realtà, odio l'idea di scrivere un ultimo episodio perché mi piace pensare che personaggi speciali come Wolverine vivano per sempre, quindi se costretto a scriverne la conclusione rischierei di impantanarmi in qualcosa di epico e glorioso come il salvataggio dell'intero universo e cose del genere. A parte questo non saprei davvero come fare, anzi, se tu hai una buona idea, potrei anche finanziarti!
Len Wein - Lo escluderei per almeno i prossimi tre anni, non fosse altro per la quantita' di progetti gia avviati dagli studios. Ci sono troppe cose programmate per rimettere mano a produzioni di così grande portata. Inoltre, dubito che la Disney sia entrata in ballo per modificare il mondo della Marvel, quello che gli interessa sono i personaggi Marvel e il loro potenziale.
Quali sono i tuoi progetti attuali e futuri?
Len Wein - Sono impegnato su Human Target che è una delle mie creazione e da cui è stata tratta una serie, in onda su Fox da gennaio, subito dopo American Idol. Non vedo l'ora di vedere come verrà realizzata. Inoltre ho realizzato alcuni episodi della serie animata Ben 10. Sto anche aspettando il prossimo anno per l'anniversario della Dc Comics dove dovrebbero vedersene delle belle. Insomma, posso dire di essere piuttosto occupato e soprattutto posso definirmi tra le persone più fortunate che conosco, perchè sto facendo esattamente quello che desideravo fare, nella mia vita.