Brad Pitt e George Clooney: “Wolfs? Il grande schermo è romantico, ma lo streaming è un'opportunità”

Affabili, gigioneggianti, generosi, irresistibili: il nostro incontro con le due star, che a Venezia 81 hanno presentato in anteprima il film di Jon Watts. E su Joe Biden: "Dobbiamo ringraziarlo".

Brad Pitt e George Clooney a Venezia 81

Uno, due, tre ed è subito show. "Perché siamo tornati insieme? Facile: il denaro muove tutto! In Burn after reading sono stato contento di avergli sparato in faccia. E sta volta lo colpisco con un pugno!", scherza, bonariamente, George Clooney, affiancato dall'altro divo che ha letteralmente illuminato la sala conferenze di Venezia 81. Parliamo ovviamente di Brad Pitt, sorriso smagliante e risposte argute, in un completo turchese che gli dona un'aurea quasi divina. Ma se l'incontro stampa si preannuncia di quelli ammiccanti e giocosi (tradotto: non si cava un ragno da un buco!), i due iniziano ad entrare nel mood, rispondendo serratamente alle domande dei giornalisti.

Wolfs George Clooney Brad Pitt
George Clooney e Brad Pitt in Wolfs

Al centro, il loro Wolfs - Lupi Solitari, diretto da Jon Watts, nel quale interpretano due fixer, due "risolutori di problemi". Il film, che salta la sala (peccato) e arriva su Apple TV+ il 27 settembre, è di quelli dalla sceneggiatura immediatamente convincente "Quando abbiamo ricevuto la proposto, abbiamo subito accettato", spiega Clooney. Per Brad, "L'idea è forte, e in questo momento voglio lavorare con persone che mi piacciono. Dopo aver letto la prima stesura era subito chiaro che fosse un buon film".

Brad Pitt e George Clooney, lupi solitari in Wolfs

Wolfs Lupi Solitari George Clooney Sequenza
Clooney, fixer per Wolfs

Ritmo serrato, le domande che si inseguono, gli smartphone alzati e le risposte che incominciano a prendere forma. Come quando George Clooney spiega quanto sia fondamentale in Wolfs la costante sovrapposizione tra i due personaggi: "Dopo aver letto la sceneggiatura tutto è risultato semplice. Ho carpito il ritmo incessante della storia, e ho capito quanto i nostri personaggi si sarebbero poi sovrapposti. Sembriamo Harvey Keitel in Pulp Fiction. Non è ufficiale, ma il titolo arriva proprio dal suo personaggio: Mr. Wolf". Il parallelo, uscito dalla stampa, traccia una sorta di linea con gli Anni Settanta, un po' per atmosfera e un po' per colori (siamo in una New York notturna e innevata). Secondo Brad Pitt, "Non avevamo intenzione di replicar questo genere, ma gli anni 70 ci hanno fatto entrare nel mondo del cinema. E quando lavoriamo su questo tipo di film viene sempre fuori qualcosa di interessante".

Tra cinema e streaming

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La conferenza a Venezia 81

Il pitch dell'incontro stampa si è poi spostato verso la destinazione finale di Wolfs - Lupi solitari. Niente grande schermo (se non un'uscita limitata in poche sale negli Stati Uniti) ma piattaforma streaming. Niente di limitante, secondo George Clooney: "Quando ero un giovane attore c'erano 64 emittenti, e il lunedì capivamo se eravamo finiti in top. Ora di emittenti ce ne sono 700. L'industria ha bisogno dello streaming, e beneficia dal fatto che i film vengono proiettati ai festival. Abbiamo bisogno di Apple, di Amazon, e loro hanno bisogno di Sony, di Paramount. Questo ha creato più posti di lavoro. Forse c'è un momento di assestamento, ma per i giovani le possibilità sono di certo maggiori". Più fugace Brad Pitt: "Tutti noi siamo sempre romantici verso il grande schermo, ma lo streaming raggiunge più persone. Il resto della storia del cinema si scriverà da sola". Una distribuzione quindi a ridosso del passaggio veneziano, che punta ad un pubblico decisamente ampio, essendo una release globale: "Abbiamo rinunciato a parte del budget per questa uscita globale", continua George, "Volevamo fosse distribuito il prima possibile. Del resto, noi, come voi, beh, siamo tutti sulla stessa barca, facciamo tutti parte della stessa famiglia".

"Biden? Dobbiamo ringraziarlo. E il futuro è carico di speranza"

In Wolfs, sia Brad Pitt che George Clooney sono anche produttori. "Attore, produttore... in realtà si gioca allo stesso gioco. Volgiamo sempre raccontare una storia , trovare storie che parlino dei nostri tempi", spiega Pitt. Per Clooney, "Vogliamo lavorare nel cinema perché è divertente. Dopo diverse regie ora sto rientrando come attore, e continuo a fare la cosa che mi piace. Da ragazzino tagliavo il tabacco a 3 dollari l'ora. Questo mi fa rendere conto di dove io sia arrivato". Questo, tra l'altro, è un momento particolare per il cinema, che si sta facendo sempre più politico. Secondo Clooney, "Ci sono momenti in cui il cinema può far riflettere. Il cinema è una prospettica sul passato e ci fa capire dove siamo. riguardate Network di Sidney Lumet, film del 1976. Tutto quello che racconta si è realizzato".

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Faccia a faccia

A proposito di politica, George Clooney a Venezia fa una riflessione sulle elezioni USA - la prima, tende a sottolineare, da quando ha espressamente consigliato all'attuale POTUS di farsi da parte - da quando Joe Biden ha passato la mano a Kamala Harris. "Non ho mai dovuto rispondere, almeno fin ora, sull'argomento. Ora però è giusta farlo. La persona che dobbiamo ringraziare è proprio Biden, perché ha fatto una mossa molto coraggiosa. Un atto per niente egoista. Sappiamo quanto oggi sia difficile mollare il potere. Sono molto orgoglioso della situazione odierna, e se pensiamo a futuro siamo emozionati".