Wicked - Parte 2, la fine del viaggio secondo Jon M. Chu: "I nostri figli hanno diritto di credere nei sogni"

Oltre la strada dai mattoni gialli: la nostra video intervista al regista. E dice, "l'odio può essere sconfitto solo dall'amore e dall'empatia. Il set? Una sfida, ma stavamo realizzando qualcosa di grande".

Jon M. Chu durante la nostra video intervista

Vedendo Wicked - Parte 2, la domanda è obbligatoria: l'empatia e l'amore sono la più grande rivoluzione? A rispondere direttamente Jon M. Chu, che sorride e annuisce. "La nostra empatia e il nostro amore sono sempre stati la più grande rivoluzione", spiega, durante la nostra video intervista. "È l'unica cosa più potente dell'odio e del rancore. E di solito l'odio e il rancore provengono da persone potenti che cercano di tenere soggiogati gli indifesi". Girato back-to-back, il secondo ed ultimo capitolo di _Wicked - tra musica e parole - conclude il viaggio di Elphaba e Glinda (Cynthia Erivo e Ariana Grande, splendide), lasciando intatta la bellezza di una storia potente e universale.

Wicked - Parte 2: intervista a Jon M. Chu

Wicked 2 Scena Grande Erivo
Ariana Grande e Cynthia Erivo in Wicked - Parte 2

Tratto dal romanzo di Gregory Maguire e poi divenuto uno dei musical più amati di Broadway, Wicked è l'esaltazione massima dello spettacolo cinematografico. Un'esperienza emotiva e musicale, che vive e vibra grazie alla sala. Per Jon M. Chu, disponibile e gentile durante il nostro junket, il cinema rimane un luogo inviolabile: "Un film è uno spazio protetto, il mezzo di condivisione definitivo. È il luogo ideale per farti vedere attraverso gli occhi di qualcun altro". E quando si parla di musical, sottolinea, la sfida è ancora maggiore: "La gente spesso dice: "Non saprei, non sono un appassionato di musical". Ma la musica è il mezzo più potente. Integrarla davvero con il cinema, quando funziona e quando dice la verità dura per sempre. È stato un privilegio raccontare questa storia".

Senza fare spoiler, l'ultima inquadratura di Wicked - Parte 2, illuminata dalla fotografia di Alice Brooks, racchiude l'amore tra Elphaba e Glinda. Con un sorriso che mostra orgoglio, il regista confida: "Non mi piace pontificare sui dettagli che abbiamo lasciato in giro. Ci sono molti piccoli indizi. Non posso dire molto perché non voglio rovinare la sorpresa, ma quando la vedrete... sentirete il film".

Alla fine del viggio: oltre Oz

Jon M. Chu, ora che ha attraversato la strada di mattoni gialli, confida quali sono le sue emozioni. "Mi sento in pace, in un modo strano" confessa. "Quando sei un narratore che ama il proprio pubblico, cerchi comunque un po' di approvazione. È ciò che rende questo mestiere diverso dagli altri: spendi un sacco di soldi per fare un film, qualcuno deve pur guardarlo. Ma paradossalmente, facendo oscillare tutto questo progetto, sembrava quasi di girare un film indipendente, perché non c'era un risultato immediato da raggiungere. Non dovevamo attendere una convalida: dovevamo credere in ciò che stavamo facendo".

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Una scena di Wicked - Parte 2

Il regista racconta poi che il set era una sfida quotidiana: "Sapevamo che ci sarebbero stati delle difficoltà, ma dovevamo rimanere concentrati e ricordarci: "Questa è una cosa più grande di noi". Stiamo proponendo così tante idee, così tante riflessioni... Davamo vita alle storie che ci venivano raccontate da piccoli. E ora che sono padre, sento la responsabilità verso i figli: quali storie vogliamo lasciare loro? Quanto cinica vogliamo che sia questa generazione? Vogliamo che credano nei grandi sogni in cui abbiamo creduto noi, ma forse anche avvertirli: non è tutto così facile come sembra nelle fiabe".

Wicked - Parte 2, recensione: un finale intimo ed emotivo. Tra musica, rivoluzione e amore Wicked - Parte 2, recensione: un finale intimo ed emotivo. Tra musica, rivoluzione e amore

Proteggere il sogno di Wicked

Alla fine dei minuti a nostra disposizione, Chu racconta che arrivare alla conclusione di Wicked lo ha portato a una sorta di sereno distacco: "Abbiamo finalmente la cosa che volevamo, dobbiamo proteggerla e esserne orgogliosi. Ora la lasciamo andare nel mondo. Vedremo come verrà accolta". E cita un verso di For Good che, dice, sintetizza tutto il suo sentimento: "Da un vento proveniente dal mare, come un seme lasciato cadere da un uccello in un bosco lontano". Questa frase è tutto ciò che penso del film. Lo stiamo diffondendo nel mondo. Le persone non cambieranno se non sono pronte a farlo, ma non bisogna mai sottovalutare il potere di piantare un seme. Credo che ciò che ne verrà sia gioia, verità, e il potere di capirsi e ascoltarsi a vicenda".