L'epica al femminile la fa da padrona al Festival di Berlino. Dopo Isabelle Coixet e il suo Nobody Wants the Night, nel concorso berlinese arriva Werner Herzog con una delle pellicole più attese della competizione, Queen of the Desert. A Berlino il maestro tedesco gioca in casa e l'attesa per il suo nuovo lavoro è molta. Come ricompensa, Herzog ci regala maestosi campi lunghissimi di incredibili paesaggi desertici in cui si muove una regale Nicole Kidman nei panni dell'esploratrice, archeologa, poetessa e spia inglese Gertrude Bell.
Regista 'estremo', maniaco del controllo, Herzog non resiste alla tentazione di completare le risposte del suo cast precisando ogni singola parola e racconta in modo pittoresco l'origine della decisione di girare Queen of the Desert. "A mettermi in questo casino è stato un vecchio amico originario di Homs, in Siria, il quale mi ha raccontato la storia di Gertrude Bell fornendomi le sue lettere e i suoi diari. Così ho deciso che volevo fare un film dedicato a una grande donna, ma anche alla natura, ai grandi spazi, ai personaggi, all'amore e alla poesia. Dopo aver ultimato questa pellicola, ho capito che avrei dovuto fare film sulle donne molto prima nella mia carriera. Sono felice di aver fatto questa scoperta, anche se in ritardo, e adesso spero di replicare".
Nicole Kidman, regina del deserto
Dopo una serie di avvicendamenti nel cast del progetto, Nicole Kidman ha accettato di interpretare Gertrude Bell. Non nuova a progetti biografici più o meno riusciti (bruciano ancora le roventi polemiche sul biopic dedicato a Grace di Monaco che la vede protagonista), la storia di questa donna solitaria, arsa dallo spirito della scoperta, l'ha convinta a mettersi in gioco su un set tutt'altro che comodo. "Amo visitare paesi diversi e conoscere le storie dei popoli" ci racconta la diva. "Non sono un tipo che ama stare a casa e uscire per recarsi in studio. Quando Werner mi ha chiesto di raggiungerlo in Marocco gli ho chiesto una cosa sola, di poter portare le mie figlie, e lui mi ha risposto che avrebbe fatto preparare una tenda per loro. Così mi sono ritrovata in un luogo incredibile, lontano da tutto, dove per chilometri si vedeva solo l'orizzonte. Ho dormito sotto le stelle mentre sentivo il canto degli uccelli e ho maturato ricordi che conserverò per sempre. La location mi ha aiutato moltissimo a comprendere il mio personaggio. Ho sviluppato un enorme passione per il deserto". Herzog, che sembra particolarmente soddisfatto della perfomance della sua primadonna, aggiunge: "Il lavoro che Nicole ha fatto è davvero incredibile. Un giorno, sul set, mi ha chiesto di poter fare un bagno. La scena non era nella sceneggiatura, ma l'abbiamo aggiunta perché mostra l'amore di Getrude per quell'universo incredibile e la sua immersione totale in esso".
Herzog regista 'senza limiti'
Come sostiene Herzog, "quando si fa il casting di un film la chimica tra gli attori è fondamentale. Se non c'è chimica hai sbagliato in partenza". Ad affiancare Nicole Kidman il regista ha scelto tre volti noti del grande e piccolo schermo. Robert Pattinson compare brevemente nei panni di Lawrence D'Arabia mentre James Franco e Damian Lewis, star di Homeland, interpretano i due grandi amori della Bell. L'esperienza nel deserto ha lasciato un segno profondo anche in James Franco che racconta divertito: "Sono atterrato a Casablanca e ho fatto nove ore di macchina per raggiungere l'hotel che era sperduto nel nulla. Il giorno dopo mi sono alzato, sono arrivato sul set e Werner mi ha chiesto se sapessi cavalcare e mi ha issato su un cavallo. Poi ho girato con Nicole la scena in cima alla torre con l'avvoltoio che tentava di mordere il suo addestratore. Dopo quelle due scene, tutto è stato facile. Per me è stato eccitante affrontare tutto questo insieme a Werner. Ha la fama di regista estremo, ma è consapevole dei limiti e sul set mi sono sempre sentito al sicuro. Con Werner farei qualsiasi cosa".
Amore senza fine tra le dune
Parlando di 'chimica', le scene tra Franco e la Kidman sono le più bollenti del film e anche se James afferma di non averla mai incontrata prima dell'inizio delle riprese, l'impressione che ha lasciato sulla collega è ottima. Nicole racconta, infatti, che la sua scena preferita è quella in cui Gertrude e Henry salgono sulla Torre del Silenzio. "Dopo aver scorto l'avvoltoio scappiamo giù per le scale e c'è quella meravigliosa inquadratura in cui Werner ci segue mentre corriamo nel deserto, poi ci baciamo". Il regista conferma: "Nelle scene tra Nicole e James a interessarmi è soprattutto la componente erotica. La scena del trucco con le carte è una delle sequenze più erotiche che abbia mai girato nella vita". E a proposito di baci, anche Damian Lewis scalpita per condividere un dettaglio 'rosa', svelando: "Avevo una lunga scena di bacio con Nicole che è stata tagliata. Non saprò mai se sono un grande baciatore, magari è stata colpa mia se la scena è stata eliminata, però io mi sono divertito".
Meglio una storia della Storia
Con l'attenzione sbilanciata sulla dimensione personale, a essere sacrificato il sottotesto politico. Gertrude Bell ha avuto, infatti, un ruolo chiave nella configurazione politica del Medio Oriente, ma questo aspetto nel film viene accennato appena. Come spiega Nicole Kidman, alle sue richieste pressanti, Herzog l'ha liquidata spiegando che la questione storica è 'troppo complicata'. Il regista conferma spiegando: "Abbiamo rappresentato il Medio Oriente evitando uno sguardo paternalistico sulle popolazioni del deserto, ma non siamo entrati nel merito delle questioni politiche. Non siamo storici, ma narratori. Queen of the Desert è un film su una donna che ha avuto due love story finite tragicamente. Lei comprendeva il mondo dei beduini così bene che alla fine ha conquistato un peso politico, ma non era ciò che desiderava". "Io non conoscevo affatto Gertrude Bell" conclude la Kidman. "Questa è una delle ragioni chemi hanno spinto a fare il film; volevo che le persone ne sapessero di più su di lei. Sono stupita del fatto che si parli sempre di Lawrence d'Arabia e non di Gertrude Bell".