Do what you love. That's how you're gonna win the game of life
È incredibile ciò che le persone possono riuscire a vedere solamente con le parole. È quello che sembra "insegnarci" questa recensione di WeCrashed, la miniserie tratta da una storia vera con Jared Leto e Anne Hathaway dal 18 marzo su Apple Tv+ con il canonico appuntamento settimanale.
Dio Adam Leto
"Lo sai che non sei Dio, giusto?" - "Devi ammettere che gli assomiglio"
Con questa citazione presa dal trailer ci preme ricordare come sia incredibile il carisma che Jared Leto (per una volta senza trucco prostetico) e Anne Hathaway riescono a dare alla coppia protagonista, Adam e Rebekah Neumann, fino al 2019 CEO di WeWork, una compagnia valutata quasi 50 milioni di dollari e poi colata a picco nel giro di poco più di un anno. WeCrashed - titolo quanto mai profetico per lo spettatore che non conosce la storia vera raccontata in questa miniserie - è basata ancora una volta su un podcast di successo, in questo caso "WeCrashed: The Rise and Fall of WeWork" di Wondery, adattato per la tv da Lee Eisenberg e Drew Crevello. È interessante che un racconto del genere sia finito proprio su Apple TV+, la piattaforma di uno dei più grandi OTT al mondo.
WeCrashed non ha paura di far vedere come il carisma di un uomo - "un immigrato imprenditore" come ad Adam piace definirsi - possa riuscire a vendere un progetto che non si capisce di fatto nemmeno cosa sia, a possibili investitori, dipendenti e così via. Emblematici in questo senso sono da un lato il socio fondatore di WeWork, Miguel (Kyle Marvin) e la stessa Rebekah che finiscono preda del fascino di Adam per poi allontanarsene. Una sorta di attrazione "tossica" e di co-dipendenza. Il magnetismo di Leto, con quel suo accento, e il fascino Hathaway, con quel suo tono a metà tra snob e insicurezza, sono la vera forza motrice di una serie che mostra dinamiche in parte già viste in altre storie di grandi "geni" o "visionari" del nostro tempo, ma allo stesso tempo mostrano un sincero affetto sotto le follie da personaggi pubblici - proprio come accadeva in Pam & Tommy. Anche quella di Adam e Rebekah è una storia d'amore finita sulle pagine dei giornali ma consumatasi tra le mura domestiche e/o lavorative.
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Dèa Rebekah Hathaway
Non ho capito una parola di quello che hai detto, ma avrei voluto dirlo io per primo.
Anche questa frase è emblematica per far emergere l'animo dei due personaggi protagonisti - e il loro effetto su chi gli stava intorno. Così come un dialogo fra Adam e Rebekah: "I soldi non sono importanti" "Lo dice sempre chi ne ha" "Magari averne troppi è come non averne abbastanza" "Fidati, non è così" e il climax narrativo che arriva all'evocativa scena finale, mostra il dualismo fra idealismo e materialismo che scorre nel sangue dei protagonisti. Un climax che si muove tra passato e presente - mostrandoci sue due piani temporali la nascita di una storia d'amore e parallelamente quella di una compagnia nata come spazio di co-working (un concetto all'epoca ancora acerbo e che non si pensava potesse fruttare così tanto), e nel presente il declino di quella stessa storia e di quella stessa compagnia, per poi arrivare all'epilogo vero e proprio.
Una compagnia che era una comunità, quasi una "setta" per certi versi con i suoi santoni a capo a professare verità che andassero oltre i canoni comuni della società e dell'economia, e addirittura dell'educazione. WeCrashed si muove tra strizzate d'occhio agli Over-The-Top mondiali, alla tecnologia, all'esagerazione che la ricchezza e il lusso comportano (come le tre assistenti di Adam, ognuna con compiti ben precisi e distinti dalle altre), alla filosofia new age dato lo spiritualismo e la professione di maestra di yoga di Rebekah prima di conoscere Adam. Tutte queste influenze e suggestioni si percepiscono fin dalla sigla, con l'unicorno bianco utopico che corre proprio in quegli spazi luminosissimi di co-working che faranno da sfondo alla silenziosa crescita e alla rumorosa caduta di WeWork. Un cast impreziosito da nomi come America Ferrera e O.T. Fagbenle a fare da contraltare - anche ideologici - a Leto e Hathaway.
Conclusioni
La miniserie Apple Tv+ si muove in un terreno in parte già battuto in parte scivoloso, uscendone comunque in piedi come abbiamo cercato di spiegare nella nostra recensione di WeCrashed, grazie soprattutto all’interpretazione di Jared Leto e Anne Hathaway, carismatici e convincenti tanto da soli quanto insieme, in parallelo a un climax ascendente non sempre al massimo e che avrebbe giovato di una manciata di episodi in meno per rendere maggiormente fluida la storia raccontata.
Perché ci piace
- Jared Leto (finalmente senza trucco) e Anne Hathaway, che bucano lo schermo e hanno una chimica pazzesca.
- Raccontare su due piani temporali la nascita e la rovina di una storia d’amore e parallelamente della compagnia/progetto nata da questo affetto.
- Le tematiche della “setta/comunità” e le strizzate d’occhio alla tecnologia e al contemporaneo, data l’ambientazione recentissima.
Cosa non va
- Qualche episodio in meno avrebbe giovato alla fluidità e al ritmo del racconto.
- La storia del “genio incompreso” è stata già sviscerata in molti modi da altrettanti biopic.