We are the thousand, la recensione: quando musica e passione vanno a mille

La recensione di We are the thousand, il documentario che testimonia la nascita e lo sviluppo dei Rockin'1000, la rock band più numerosa del mondo.

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We Are the Thousand - L’incredibile storia di Rockin'1000: un momento del documentario

Vogliamo iniziare questa recensione di We are the Thousand invitandovi a immaginare la situazione. Immaginatevi di svegliarvi una mattina con un'idea folle. Immaginatevi di proporla a qualche vostro amico e che, piano piano, quell'idea inizi a trasformarsi in realtà. Immaginate, poi, di riuscire a realizzare davvero la follia che, un anno prima, era solo nella vostra testa e che ora, invece, è conosciuta a livello mondiale. Il film di Anita Rivaroli, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020 e proiettato nei cinema come film evento solo dal 25 al 28 ottobre, documenta proprio una di queste storie che, lo ammettiamo, ha del miracoloso. Lo fa con uno stile semplice, diretto, prediligendo la classica struttura da documentario a base di interviste e di riprese in loco, e riuscendo proprio nei momenti migliori a emozionare solo grazie a delle semplici riprese e a un uso sapiente del montaggio. Non solo un film su un'idea, ma una celebrazione del potere dell'unione e della musica, We are the thousand ci porta a (ri)vivere quella straordinaria esperienza del 26 luglio 2014, quando mille musicisti si ritrovarono per suonare tutti insieme una canzone dei Foo Fighters.

La follia di uno, la forza di mille.

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We Are the Thousand - L’incredibile storia di Rockin'1000: una foto

Fabio Zaffagnini, un ragazzo di professione geologo, si sveglia una mattina con l'idea di convincere i Foo Fighters, la sua band del cuore, a venire a suonare a Cesena. Coinvolge alcuni amici e dà vita al progetto Rockin'1000: Romagna calling Foo Fighters. L'obiettivo: mettere insieme mille musicisti (tra batteristi, chitarristi, bassisti e cantanti) e suonare tutti insieme, nello stesso luogo, "Learn to Fly", uno dei brani più celebri della rock band di Dave Grohl. Molto più semplice a scriverlo che a realizzarlo, tra audizioni, problemi economici e problemi tecnici di varia natura, il progetto riesce ad andare in porto e la performance finisce su Youtube. Nel giro di pochi giorni il video diventa virale raccogliendo milioni di visualizzazioni, supera i confini europei arrivando oltreoceano fino ad essere visto proprio dai diretti interessati. E alla fine, sì, i Rockin'1000 ce la fanno: i Foo Fighters terranno un concerto a Cesena in onore di questi mille musicisti. E, forse, l'avventura della rock band più numerosa del mondo è solo all'inizio. Ci sono, infatti, due racconti che costituiscono il documentario scritto e diretto da Anita Rivaroli: nella prima metà l'attenzione è posta sulla genesi del progetto e su tutto ciò che riguarda il concerto dei Foo Fighters a Cesena; quando il film sembra essere arrivato alla sua naturale conclusione ci rendiamo conto, invece, che c'è un'altra storia da raccontare: il lascito e l'eredità del progetto, il desiderio di ritrovarsi e suonare ancora.

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Potere all'unione!

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We Are the Thousand - L’incredibile storia di Rockin'1000: una sequenza

Come si fa a suonare in mille, tutti perfettamente a tempo, quando si hanno 250 batterie e 250 chitarristi? Il Rockin'1000 diventa, quindi, non solo una semplice follia per farsi notare, ma un vero e proprio esperimento socio-musicale dove l'individualità deve cedere il passo al gruppo. In questo, il documentario centra perfettamente il bersaglio: ascoltiamo, attraverso qualche intervista, le testimonianze di chi c'era e ha suonato tra i mille presenti, ne conosciamo la storia personale, vediamo volti di età diverse che, nella vita quotidiana, fanno lavori tra i più disparati. E che sono uniti dalla passione per i Foo Fighters e, in generale, per la musica. Ecco che l'individualità diventa solo un tassello di quei mille, che mentre suonano devono mettere da parte l'ego e diventare un'unica entità: un gruppo, una band. We are the thousand esce in un periodo storico opportuno e pone l'accento sul bisogno e il piacere di far parte di un gruppo, sulla forza di lavorare insieme, sul sentirsi uniti grazie alle stesse passioni. Guardando le immagini di quel 26 luglio 2015 tutto questo fuoco interiore si percepisce in maniera naturale tanto che lo spettatore riesce a provare un brivido di piacere senza il bisogno di una costruzione filmica, ma solo attraverso il montaggio delle riprese fatte al momento (per quanto tecnicamente ineccepibili e costruite, grazie anche all'uso di droni che spettacolarizzano gli eventi della giornata). Come a dire che è l'evento in sé che ha al suo interno una potenza quasi primordiale che riesce a toccare le corde giuste anche non essendo un fan dei Foo Fighters.

Il rischio di un ritmo a mille

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We Are the Thousand - L’incredibile storia di Rockin'1000: una scena

We are the thousand dura poco meno di ottanta minuti e ha un ritmo indiavolato. Forse pure troppo. Nel volere cogliere l'essenzialità dell'evento e del progetto, a volte si ha la sensazione di un racconto che procede troppo spedito lasciando, in certi frangenti, un po' di amaro in bocca. Si nota soprattutto nei primi minuti del film dove l'identità dei realizzatori del progetto, le lotte che hanno dovuto affrontare, i motivi che stanno dietro la follia ideata dal nostro Fabio sono appena citati e non del tutto approfonditi. Possiamo immaginare che, basandosi su riprese fatte al momento, molto semplicemente si sia dovuto operare in base alla quantità di materiale documentato, però non possiamo nascondere il nostro dispiacere nel vedere questa parte del racconto narrata in fretta e furia. In altri casi, invece, soprattutto nella seconda metà del documentario, mancando uno scopo capace di mantenere la tensione narrativa (di fatto è come se il film vero finisse a metà e quello che segue è una lunghissima conclusione) si arriva, in certi momenti, ai confini dell'agiografia ed è come se il film, lasciando ai margini il contesto e non soffermandosi su alcuni aspetti, perde di vista il focus narrativo. Fortunatamente, questi rari scivoloni non inficiano la riuscita complessiva dell'opera, che si dimostra comunque interessante e con un finale che conclude al meglio (per ora) la vicenda a simboleggiare che le passioni non terminano mai: possono solo crescere.

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Conclusioni

Al termine della nostra recensione di We are the thousand possiamo dire di essere piacevolmente colpiti dal documentario di Anita Rivaroli che testimonia una vera e propria follia: la nascita della rock band più numerosa del mondo, tutt’ora in attività. Il documentario, asciutto e semplice, che va dritto al punto e non contiene momenti di stanchezza riesce a dimostrarsi interessante e regge per tutta la durata. Non tutto funziona per il verso giusto, soprattutto in certi passaggi in cui manca un approfondimento e il film scivola un po’ troppo sulla celebrazione del singolo, ma sono minuzie in confronto ai momenti migliori del film. Quando si percepisce la passione che unisce questi mille musicisti, quando le storie dei singoli diventano tasselli di un gruppo, quando la musica diventa il suono della collettività, si percepisce una forza primordiale che non può fare a meno di emozionarci.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
1.8/5

Perché ci piace

  • La storia documentata è una follia che merita di essere conosciuta.
  • Il ritmo veloce e lo stile asciutto rendono il documentario interessante e piacevole.
  • Quando si pone l’accento sul gruppo e sulla passione condivisa dei mille musicisti, il documentario riesce a toccare in maniera forte le nostre corde emotive.

Cosa non va

  • In certi momenti si ha la sensazione che il film perda un po’ il focus narrativo, soprattutto nella seconda metà.
  • A volte si sente la mancanza di un approfondimento su certi momenti del racconto: avremmo voluto saperne di più!