Wake Up Dead Man, la recensione: indagine da incubo nel miglior Knives Out di sempre

Con Wake Up Dead Man, Rian Johnson porta su Netflix il miglior film della sua trilogia: merito di un intreccio avvincente, delle cupe atmosfere gotiche e delle grandiose interpretazioni di Josh O'Connor e Glenn Close.

Wake Up Dead Man - Knives Out, Josh O'Connor e Daniel Craig in un'immagine

In Wake Up Dead Man - Knives Out, mentre è in procinto di cominciare la sua nuova indagine, il detective Benoit Blanc cita come riferimento il diciassettesimo capitolo di un classico della narrativa gialla, Le tre bare di John Dickson Carr, contenente una celebre dissertazione teorica sulla peculiare categoria dei "delitti della camera chiusa", un filone di cui lo scrittore originario della Pennsylvania è stato il maestro indiscusso. Il protagonista del libro, il dottor Gideon Fell, introduce la sua conferenza dichiarando che "siamo in una storia poliziesca e non dobbiamo ingannare il lettore fingendo di non esserci. Non dobbiamo inventare scuse elaborate per tirar dentro una discussione sui racconti polizieschi. Occupiamoci beatamente della più esaltante missione concessa ai personaggi di un libro".

Wake Up Dead Man Oconnor Craig
Un'immagine di Josh O'Connor e Daniel Craig

Anche la saga di Knives Out, del resto, è totalmente immersa in questa "esaltante missione", e di certo non si tira indietro nel voler trascinare gli spettatori all'interno degli affascinanti meccanismi del whodunit. Codici ben precisi che il regista e sceneggiatore Rian Johnson, cultore del genere fin dai tempi - vent'anni fa - del suo esordio con Brick, dimostra di saper manovrare e rileggere con abilità consumata; e dopo il capostipite del 2019 Cena con delitto, gustosa riproposizione del giallo alla Agatha Christie, e il sequel del 2022 Glass Onion, questo terzo capitolo, Wake Up Dead Man, approdato su Netflix dopo l'entusiasmo raccolto in vari festival internazionali, non solo ne costituisce una riconferma, ma si attesta come la punta di diamante dell'intera trilogia, in virtù di uno stupefacente connubio fra i virtuosismi narrativi del murder mystery e l'impatto emotivo di un racconto imperniato sui temi dell'etica e della fede.

La trama e i personaggi secondo la prospettiva di padre Jud

Wake Up Dead Man Josh Oconnor
Josh O'Connor nel ruolo di Jud Duplenticy

Al cuore della trama del film, nonché come punto di vista interno per tutta la prima parte della storia (con un espediente narrativo ripreso da L'assassinio di Roger Ackroyd di Agatha Christie), troviamo infatti il personaggio di Jud Duplenticy, un sacerdote cattolico con un passato da pugile, un oscuro peso sulla coscienza e una certa difficoltà nel reprimere i suoi impulsi rabbiosi.

La turbolenta connotazione di padre Jud trova un interprete perfetto nell'attore britannico Josh O'Connor, capace di coniugare quest'indole talvolta irruenta con la dolcezza rasserenante della voce e dello sguardo e l'imbarazzata goffaggine di un outsider che si sente fuori posto: tanto più perché nella sua nuova destinazione, la chiesa di Nostra Signora della Fortezza Perpetua a Chimney Rock, nella provincia rurale dell'Upstate New York, il giovane prete deve convivere con l'ingombrante presenza del parroco locale, Jefferson Wicks.

Wake Up Dead Man A Knives Out Mystey Cast
Il cast di Wake Up Dead Man in una scena del film

Josh Brolin, avvezzo a incarnare figure arroganti e sgradevoli, ritrae Monsignor Wicks come un leader dal sinistro carisma, la cui retorica iraconda e ultraconservatrice gli permette di tenere in pugno un ristretto manipolo di parrocchiani: Nat Sharp (Jeremy Renner), medico reduce da una difficile separazione; l'avvocata Vera Draven (Kerry Washington) e suo figlio adottivo Cy (Daryl McCormack), ragazzo con improbabili ambizioni politiche e un'ossessione per i social media; Lee Ross (Andrew Scott), scrittore in crisi d'ispirazione e con tendenze paranoiche; Simone Vivane (Cailee Spaeny), violoncellista in strenua attesa di un miracolo; e due dipendenti della parrocchia, il giardiniere Samson Holt (Thomas Haden Church) e Martha Delacroix, fedelissima "perpetua" affidata alla gravitas di una superba Glenn Close, che fin dalla sua prima comparsa in scena disegna un'ironica rivisitazione dell'hitchcockiana Mrs. Danvers.

Due visioni opposte della religione nel film più 'politico' di Rian Johnson

Josh O Connor And Josh Brolin In Wake Up Dead Man A Knives Out Mystery
Un'immagine di Josh O'Connor e Josh Brolin

Se i precedenti Cena con delitto e Glass Onion si configuravano, dietro il formato del giallo classico, come esempi di satira antiborghese, prendendo di mira la spregiudicata avidità e il delirio di onnipotenza dei ricchi (o aspiranti tali), in Wake Up Dead Man il bersaglio di Rian Johnson si sposta invece sul fanatismo ideologico come strumento di costruzione del consenso e di controllo delle masse.

Pertanto, la comunità di Nostra Signora della Fortezza diventa l'agone entro cui si consuma lo scontro fra due concezioni della fede e due modi opposti di intendere e amministrare la religione: nell'ottica di padre Jud, un'opportunità per abbattere le barriere e per rafforzare i vincoli di solidarietà fra gli individui; nella visione di Monsignor Wicks, una "guerra santa" volta a rigettare e contrastare qualunque elemento di 'alterità' al dogmatismo della Chiesa.

Wake Up Dead Man
Daniel Craig e Josh O'Connor in Wake Up Dead Man

Si tratta di un nucleo tematico centrale di Wake Up Dead Man, e sebbene Rian Johnson non faccia alcuna allusione esplicita a Donald Trump né al movimento MAGA, i violenti sermoni di Monsignor Wicks, la radicalizzazione dei suoi seguaci e l'uso di internet come cassa di risonanza mediatica sono rimandi evidentissimi alla contemporaneità, il dissacrante spaccato di una deriva oltranzista della politica (non solo negli USA).

Padre Jud è dunque l'eroe solitario e inquieto che tenta di scardinare questo sistema; perlomeno fin quando un omicidio apparentemente impossibile, compiuto nel corso della messa del Venerdì Santo, non lo scaraventerà in cima alla lista dei sospettati, facendo sì che la sua strada si incroci con quella di Benoit Blanc, ormai un ruolo-simbolo per l'ex 007 Daniel Craig, che torna a vestire i panni dell'investigatore con squisita disinvoltura.

Dal giallo al thriller gotico, un grande film sul fattore umano

Glenn Close
Glenn Close nel ruolo di Martha Delacroix

Dall'apparizione di Blanc, a quaranta minuti dall'incipit su una durata complessiva di due ore e venti (che scorrono a un ritmo formidabile), il film si instrada sui binari della tradizionale indagine: la raccolta degli inizi, l'analisi della scena del crimine, le testimonianze dei personaggi. Una sezione in cui a emergere è soprattutto l'alchimia fra Daniel Craig e Josh O'Connor, co-protagonisti di una sorta di buddy movie in cui alla suspense del giallo si mescola la vivacità delle gag e delle battute proprie della penna di Rian Johnson, incluso un divertente richiamo all'immaginario di Star Wars. Fino alla proverbiale "notte di tempesta" in cui, di colpo, Wake Up Dead Man vira verso i territori del thriller gotico, trasportandoci in una sequenza gravida di tensione e dai contorni quasi horror (chapeau alla fotografia di Steve Yedlin e alle musiche di Nathan Johnson).

Wake Up Dead Man A Knives Out Mystey Josh O Connor
Un primo piano di Josh O'Connor

Questa atmosfera tenebrosa, in cui il potere del raziocinio sembra venir sfidato perfino dal soprannaturale, è uno dei tratti distintivi di un'opera in grado di amalgamare toni e registri pur mantenendo un'impressionante coerenza stilistica e un esemplare equilibrio drammaturgico; ma anche un'opera in cui, ancor più che nelle precedenti, ad essere posto in rilievo è il fattore umano. Può succedere così che una telefonata per ottenere informazioni offra lo spunto per un'ennesima parentesi comica, ma poi sfoci all'improvviso in una scena inaspettatamente seria e commovente; e che pure all'agnostico Blanc - lo si vedrà nel magnifico finale - sia riservata una (laica) folgorazione sulla via di Damasco, al punto da tramutare uno dei cliché del giallo in uno struggente momento di catarsi.

Conclusioni

Ed è appunto tale dimensione più intima, interconnessa ai dissidi morali da cui sono affetti i personaggi, a distinguere Wake Up Dead Man dai pur validissimi predecessori: perché stavolta Rian Johnson ha realizzato un altro avvincente murder mystery, in cui ogni singolo dettaglio rientra in un puzzle di precisione geometrica, ma al contempo pure un grande film sui compromessi etici, sulle narrazioni distorte imposte agli altri e a noi stessi e sulla possibilità di un’autentica, salvifica redenzione. Accanto al detective di un sopraffino Daniel Craig, a conquistarsi l’applauso sono in particolare due strepitosi comprimari: Josh O’Connor trasmette con spontaneità irresistibile i tormenti interiori e il senso di empatia di padre Jud Duplenticy, mentre Glenn Close dà volto alle contraddizioni di Martha Delacroix con una delle interpretazioni più intense della propria carriera.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Un meccanismo narrativo complesso e impeccabile, impreziosito dal fascino del “mistero della camera chiusa” e dagli immancabili colpi di scena.
  • La capacità di adoperare i canoni del giallo per esplorare dinamiche sociali e questioni etiche legate all’attualità.
  • Una squadra di interpreti di prima classe, in cui a svettare sono Josh O’Connor, vero protagonista del film, e una memorabile Glenn Close.
  • L’efficace commistione fra gli elementi del giallo classico, della commedia e del thriller gotico.

Cosa non va

  • Lo spazio minore riservato ad alcuni comprimari che restano ai margini del racconto.