'Voglio che Trashed vi faccia infuriare' Jeremy Irons contro i rifiuti

Il divo, appassionato e coinvolto nella causa ambientale, ha partecipato alla prima nazionale del documentario che lo vede protagonista e produttore esecutivo.

Lo avevamo conosciuto in veste di raffinato interprete e affascinante gentleman inglese. A Firenze, ospite del Festival degli Scrittori con un duplice evento, Jeremy Irons sfodera il suo lato più impegnato e passionale. Cappello di paglia, stivaletti allacciati alla caviglia, look country, l'attore arriva nel capoluogo toscano per accompagnare la prima nazionale del documentario ambientalista Trashed, diretto da Candida Brady e prodotto dallo stesso Irons, che del film è anima e voce narrante. Dalle montagne di rifiuti sulle spiagge del Libano all'inceneritore dell'Islanda, dalla speculazione inglese sul business dei rifiuti alle devastanti conseguenze delle diossine irrorate dall'esercito americano in Vietnam durante la Sporca Guerra per distruggere le foreste in cui si rifugiavano i Vietcong, che tutt'oggi causano la nascita di neonati deformi, Irons intraprende un lungo viaggio per denunciare le storture del sistema di smaltimento rifiuti e sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema. Il film, musicato da Vangelis, è nelle sale italiane in 59 copie.

Jeremy, perché hai sentito il bisogno di impegnarti nella causa ambientale caldeggiando la soluzione dei rifiuti zero?
Jeremy Irons: A spingermi a realizzare Trashed sono state quelle persone che si impegnano quotidianamente nella lotta all'inquinamento e percepiscono l'urgenza di un cambiamento prima che sia troppo tardi per salvare il nostro mondo e i suoi abitanti. Il problema è che esistono tantissime piccole organizzazioni che lottano contro i danni causati dall'inquinamento, ma prese singolarmente sono troppo deboli per risultare incisive. Dovremmo unirci e creare una grande rete. Mi auguro che Trashed ci permetta di trovare nuovi alleati. Gli ambientalisti devono conquistare maggior credibilità, maggior peso nel sistema politico così da diventare un'entità ben precisa e non semplicemente i 'verdi'.

La realizzazione di Trashed ha cambiato il tuo punto di vista e il tuo modo di comportarti?
In realtà non ho cambiato molto le mie abitudini, ma sono diventato più aggressivo nei confronti di chi gestisce il settore dello smaltimento puntando solo ad arricchirsi. Dobbiamo alzare la voce. Se un politico annuncia l'intenzione di realizzare un inceneritore puoi star sicuro che dietro ci sono fortissimi interessi economici. Noi dobbiamo combattere il business dei rifiuti che passa sopra le nostre teste e sopra la salute delle nostre famiglie facendo capire ai politici che non li voteremo più se non cessano. Il sistema deve cambiare.

In questi giorni Trashed arriva nei cinema. Poi cosa accadrà?
Una delle strategie principali per limitare la produzione di rifiuti è educare i giovani. Stiamo preparando una versione speciale del film in quattro parti da mostrare nelle scuole per far capire ai ragazzi che è necessario cambiare, ma soprattutto che è possibile cambiare. Nel frattempo io e Candida Brady ci alterniamo nella presentazione del documentario in giro per il mondo. E' bellissimo sapere che oggi il film esce in 59 sale italiane. E' un segnale che dà speranza.

Cosa provi ad essere qui oggi di fronte a questo pubblico?
Sono felice che la sala sia piena e ringrazio tutti per essere venuti. Essere qui è il primo passo di un lungo cammino. Un film può informare, ma non cambia le cose. Le persone cambiano le cose.