Arriva su Nove una serie evento molto particolare: Vizi è Virtù - Conversazione con Francesco è un'inedita riflessione del Santo Padre, in dialogo con Don Marco Pozza, su varie tematiche il cui filo conduttore sono i 7 vizi (Ira, Disperazione, Incostanza, Gelosia, Infedeltà, Ingiustizia, Stoltezza) e le 7 virtù (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza, Fede, Speranza e Carità) rappresentate dalle storie di donne e uomini che hanno vissuto vite in bilico tra questi due elementi contrapposti ma ben presenti nell'esistenza di chiunque. Ad arricchire la narrazione anche le testimonianze di sei personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport: Carlo Verdone, Mara Venier, J-Ax, Sinisa Mihajlovic, Silvia Avallone, Elisa Di Francisca, propongono riflessioni che offrono al pubblico una visione semplice e concreta di questi personaggi che allo stesso tempo rivelano agli spettatori spaccati di vita inediti appartenenti al loro privato. La serie, composta da 7 episodi che andranno in onda per tre prime serate (20, 27 marzo e 4 aprile), sarà poi distribuita sul mercato internazionale grazie alla piattaforma Discovery+. Abbiamo partecipato alla conferenza in cui Don Marco Pozza e i produttori hanno parlato delle esperienze, gli intenti e lo scopo di una produzione così particolare e impegnativa.
Don Marco Pozza e l'esperienza in carcere
A tenere le redini del programma è Don Marco Pozza, cappellano del carcere "Due Palazzi" di Padova, che in conferenza ha parlato della nascita della serie e delle sue ispirazioni. Il dialogo con il Papa avviene infatti in un luogo simbolo della cultura, un capolavoro pittorico che ospita un noto ciclo di affreschi del pittore e architetto italiano Giotto, La Cappella degli Scrovegni di Padova, una location particolare e bellissima che fa da sfondo ad un dialogo altrettanto inconsueto. "La serie è nata all'interno del carcere di Padova, dove faccio servizio. Lì ho visto una rappresentazione fedele della Cappella degli Scrovegni e non me lo sarei mai aspettato in un posto simile" ha affermato don Marco che ha continuato dicendo: "C'è il filo conduttore del carcere, per ovvi motivi; vivo con gente apparentemente disperata e mi sto accorgendo che non è vero quel proverbio che recita 'finché c'è vita c'è speranza', perché queste storie mi hanno raccontato l'inverso: finché c'è speranza c'è vita. Volevamo partire dalla fatica del quotidiano e nella vita ho incontrato persone che mi hanno insegnato che dentro questa fatica c'è una percentuale di bellezza." Il sacerdote ha poi aggiunto ridendo: "Ci piacerebbe che il sabato sera lo spettatore andasse a letto con qualche domanda in più. Se pensate di trovare delle risposte cambiate canale"
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Una produzione non semplice
Responsabili della produzione di un progetto così complesso sono stati Officina della comunicazione e Discovery. Nicola Salvi produttore e amministratore di Officina, ha così raccontato l'esperienza e le difficoltà nel portare avanti un simile programma: "Questa produzione è stata un'esperienza comunitaria. Più che in altri lavori, in questo si è creata una grande comunità di persone che si sono messe a disposizione in senso personale e professionale, e questo vale anche per le persone intervistate. Questa comunità l'abbiamo vissuta e abbiamo ricevuto tanto." Anche Laura Carafoli, SVP Chief Content Officer di Discovery, ha così raccontato la difficile esperienza produttiva: "Come produttori avevamo sulle spalle una grande responsabilità. Era molto chiaro quello che Don Marco voleva fare, venivamo da un'esperienza umanamente molto bella col canale Nove e ci siamo presi questo bell'impegno di produrre in modo che tutto questo diventasse realtà. La realizzazione si è poi andata a incontrare con l'aspetto autoriale e con quello di organizzazione, che specialmente in questo periodo non è semplice. Mi piace pensare a questo lavoro come a qualcosa di complesso e modulare. Ci piaceva l'idea di parlare di vizi e virtù come visti nella Cappella degli Scrovegni, e già questo poteva bastarci, ma poi Don Marco è andato per le strade, a sentire persone e storie che pensavamo valesse veramente la pena di raccontare e condividere."
La programmazione
La serie andrà in onda in tre serate, l'ultima, quella di Pasqua, non è stata scelta a caso. Laura Carafoli ha spiegato il complesso compito di dover decidere la programmazione di una serie, specialmente di un prodotto così unico e particolare per contenuti e intenzioni: "Abbiamo riflettuto molto sulla programmazione. Voleva essere nelle settimane che ci avvicinavano alla Pasqua, e sapevamo che la contro-programmazione si sarebbe rivelata molto complessa, ma il sabato sera è lo spazio di 'Nove racconta' - programma di approfondimento giornalistico - e in quella serata abbiamo individuato la capacità di raccontare queste storie. La Pasqua poi ci sembrava la serata più significativa per finire questo discorso."