"Ormai sapete tutto di me: tra i libri, la serie Vita da Carlo, i momenti autobiografici che ci sono in alcuni miei film... Non c'è più niente da dire. Quindi doveva finire con questa quarta stagione". Carlo Verdone conclude (almeno per ora) la sua incursione nel mondo delle serie tv con Vita da Carlo 4, dal 28 novembre su Paramount+. Presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2025, chiude un ciclo iniziato durante la pandemia e archiviato ora che Verdone è tornato sul set cinematografico del suo nuovo film, Scuola di seduzione (l'ultimo, Si vive una volta sola, è uscito direttamente in streaming nel 2021).
In questi nuovi episodi il Verdone di finzione diventa docente di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. È l'occasione per confrontarsi con le nuove generazioni: i suoi studenti sono infatti molto diversi da come era lui durante la scuola di cinema. C'è la ragazza iraniana che ha rischiato tutto pur di seguire il suo sogno, quella molto attenta ai gender studies e il ragazzo nato da genitori stranieri che è più romano dei romani, ma non riesce a integrarsi al cento per cento.
Il ruolo da insegnante permette inoltre al protagonista di recitare accanto a uno dei suoi amici nella vita: Sergio Rubini. L'attore e regista interpreta se stesso e, per amore della commedia, finge di avere un rancore incredibile verso il collega. Abbiamo incontrato Verdone e Rubini sul red carpet della Festa del Cinema: nella nostra intervista ci parlano della preoccupazione per i tagli al cinema italiano e dell'ultimo ruolo di Alvaro Vitali, che appare nella serie in un cameo commovente.
Vita da Carlo 4: intervista a Carlo Verdone e Sergio Rubini
In Vita da Carlo Verdone ci ha mostrato come le sue giornate siano particolarmente piene e complesse. Non soltanto a causa del lavoro: a Roma, dove vive, è un'istituzione e non riesce a passare inosservato. I momenti più difficili? Ce lo ha detto lui: "Quando devo prendere un aereo in aeroporto: non riesco nemmeno ad andare al bagno. L'affetto della gente comunque è sempre meraviglioso. Forse certe volte è un pochino troppo e allora magari divento un po' brusco. Potrebbero pensare che sono antipatico, ma è che dopo 150 persone che ti chiedono la foto non ce la faccio. Ma va bene così".
Pensando a quando tutto questo potrebbe finire invece: "Finché sento l'affetto del pubblico va bene. Poi, quando lo sentirò meno, arriverà il momento in cui dirò basta, ho ricevuto tanto, adesso mi metto a fare lo spettatore degli altri. Ho già avuto tanto dalla vita".
L'ultimo ruolo di Alvaro Vitali
E a proposito di affetto: Verdone ha dato ad Alvaro Vitali uno dei suoi ultimi ruoli. È stato molto emozionante, come ci ha confermato: "È stato molto commovente. Mi sono commosso quando l'ho visto in proiezione al missaggio, perché sembrava veramente la sua fine imminente. Un po' l'avevamo capito, perché era troppo malato, aveva troppe patologie. Però alla fine sono riuscito, in qualche modo, a fargli fare tutte le scene che avevamo scritto per lui. Questa quarta stagione è un po' dedicata a lui".
Il conflitto con Sergio Rubini
Come dicevamo, in questa quarta stagione Sergio Rubini e Carlo Verdone si odiano. Ma nella vita non è così, come ci ha assicurato Rubini: "Per finzione, con Carlo, ogni volta che mi chiama, finiamo sempre per litigare. Litigavamo sul set di Al lupo, al lupo, ci rivediamo al Centro Sperimentale e riprendiamo con i nostri litigi, perché la sua è una presenza invasiva. E gliene faccio di tutti i colori. In realtà nella vita andiamo molto d'accordo: perché siamo molto diversi e molto compatibili. Però sul set ci viene bene litigare".
Nella serie il professor Rubini dice che il cinema è l'arte più sacra tra le arti profane. È vero? L'attore: "Sì. Il cinema è anche un mezzo di indagine sulla società. E il cinema sta cambiando perché sta cambiando la società. E in qualche modo anche un grande artista come Verdone, un pilastro della nostra cinematografia, ha avvertito questo cambiamento. La serie racconta il suo cambiamento. Infatti è rivolta molto ai giovani: questo è sempre un importante momento nella vita di un artista".
I tagli al cinema italiano
Inevitabile parlare dei tagli al cinema italiano messi in atto dal governo attuale. Per Rubini: "Mi preoccupano. Così come mi preoccupano i tagli alla sanità e alla scuola. Non mi va di piangermi addosso solamente per il cinema. Mi sembra che questo sia un paese che non cresce. Non crescono tante cose oltre al cinema. Poi penso che da parte di questo governo ci sia anche una piccola vendetta nei confronti di una categoria che magari non sembra essere orientata verso chi ci guida in questo momento. C'è anche da dire che qualcosa nel passato è stata fatta male. Quindi, come al solito, la verità sta in mezzo. Però sì: sono preoccupato moltissimo per tutti i tagli".
Per Verdone invece: "Basta che non taglino troppo le produzioni indipendenti: perché è da quelle che escono i nuovi attori e registi. Quindi bisogna stare molto attenti a questo".