Squadra che vince a volte si cambia: ideata da Carlo Verdone insieme a Nicola Guaglianone e Menotti (lo stesso duo che ha scritto Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti), la serie Vita da Carlo partiva da uno spunto geniale. Personaggio amatissimo a Roma, probabilmente secondo soltanto al Capitano Francesco Totti, Verdone potrebbe essere un candidato sindaco ideale. Neille prime dieci puntate, arrivate due anni fa, il contrasto tra la vita da uomo di spettacolo di Verdone e quella della politica creava uno scontro divertente. Anche perché ormai nella realtà tra comici e politici, in tutto il mondo, non c'è più questa gran differenza. Ebbene la recensione di Vita da Carlo 2 comincia con una presa di coscienza forte: nella seconda stagione si è deciso di rinnegare quanto fatto in partenza, cambiando completamente direzione. E anche piattaforma: da Prime Video si passa infatti a Paramount+, dove i nuovi episodi, altri dieci, arrivano in streaming dal 15 settembre.
Congedati Guaglianone e Menotti, in sceneggiatura sono arrivati Pasquale Plastino, Luca Mastrogiovanni e Ciro Zecca, che già avevano contribuito in parte alla prima stagione ma qui, quasi posseduti dallo spirito di Boris - La serie, liquidano nelle prime battute di Vita da Carlo 2 l'idea di Verdone sindaco, facendo dire al protagonista: "Chissà cosa m'era saltato in mente, la politica non fa per me". L'autore di Compagni di scuola e tante commedie che hanno segnato l'immaginario pop italiano accantona quindi una satira più cattiva e grottesca sdoppiandosi in due anime: c'è il Verdone che vuole portare il cinema in tv e quello che si dilunga nella nostalgia e nei ricordi.
In queste nuove puntate il protagonista convince infatti il suo ruspante produttore, Ovidio Cantalupo, a fargli fare per una volta un film impegnato, che sogna di realizzare da sempre. Si tratta di Maria F., storia autobiografica (davvero), che racconta l'amore impossibile tra il giovane Verdone e una prostituta. Per interpretare il primo, imposto dalla produzione, viene scelto il cantante Sangiovanni, nel ruolo di se stesso, perché piace ai giovani. La seconda invece è Ludovica Martino, che interpreta un'attrice che non sopporta di lavorare con un improvvisato, sperando invece di recitare con qualcuno come Luca Marinelli.
Vita da Carlo 2: il trailer
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Verdone tra fan service e la fiction per famiglie
Cinema e televisione sono linguaggi simili, ma hanno tempi e scrittura diversi e forse Verdone ama troppo il cinema per sentire davvero una serie tv. Vita da Carlo 2 finisce quindi per non amalgamare al meglio la sua anima cinefila e quella seriale, trasformando ogni episodio in un viale dei ricordi, in cui compaiono a turno diversi fantasmi della carriera del protagonista. Al già visto Max Tortora si aggiungono infatti Christian De Sica, Fabio Traversa (il Fabris di Compagni di scuola), Claudia Gerini e Stefania Rocca. Poi ci sono i camei del calciatore Zlatan Ibrahimović, Maria De Filippi e Fabio Fazio, a riempire la casella "personaggi popolari".
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Nella serie sempre bonario con tutti, Verdone si trasforma in una specie di "papa dello spettacolo", pronto a benedire e illuminare tutti con consigli e favori. E con imitazioni dei personaggi che lo hanno reso celebre. Anche lui si è piegato al fan service, andando sul sicuro con i suoi tormentoni e gli ormai proverbiali tic. Si sorride con Vita da Carlo 2, soprattutto per affetto verso un personaggio entrato da anni nelle nostre case, ma niente di più. È come se il comico romano qui portasse una versione più addomesticata e rassicurante di se stesso. Un percorso simile a quanto fatto da Lino Banfi con il Nonno Libero di Un medico in famiglia: per arrivare al pubblico più largo possibile, si è scelto di puntare su un prodotto per famiglie, in stile fiction Rai, dalla comicità un po' stanca. Chissà come l'avrebbe commentata il Walter Finocchiaro di Angelo Bernabucci.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di Vita da Carlo 2, il passaggio da Prime Video a Paramount+ coincide con una perdita di mordente: accantonata l'idea originale degli sceneggiatori Guaglianone e Menotti (qui sostituiti da Pasquale Plastino, Luca Mastrogiovanni e Ciro Zecca), di immaginare il vero Carlo Verdone come sindaco di Roma, si è scelto di trasformare il comico romano in una specie di "papa dello spettacolo", bonario e addomesticato. Più adatto a una fiction Rai che all'ironia cattiva e irresistibile di film come Compagni di scuola. Un percorso simile a quanto fatto da Lino Banfi con il Nonno Libero di Un medico in famiglia.
Perché ci piace
- A Carlo Verdone non si può non volere bene.
- Antonio Bannò brilla per talento tra gli attori giovani.
- I tanti camei, da Christian De Sica a Zlatan Ibrahimović, vivacizzano la serie.
Cosa non va
- Si sorride più che ridere.
- Le tante citazioni a film del passato di Verdone sono puro fan service. Di quelli malinconici.
- Siamo di fronte a un Verdone addomesticato, adatto a un pubblico per famiglie da fiction Rai.