Avete presente i protagonisti dei grandi legal drama? Assertivi, competenti, sensibili e astuti, sono in grado di seguire i casi più complicati regalando poi in tribunale grandi e carismatiche arringhe in grado di impressionare la giuria. Ecco, prendete questa immagine, figuratevela in mente e poi accantonatela, gettatela nel cestino dei vostri ricordi perché Vincenzo Malinconico non è nulla di tutto questo ma allo stesso tempo molto di più. La nuova serie di Rai 1, infatti, è destinata a stravolgere l'idea che avete dei legal portando su schermo un antieroe atipico e autentico, un personaggio complesso in grado di suscitare simpatia e fastidio allo stesso tempo. Nato dalla penna di Diego De Silva, qui anche sceneggiatore della fiction, vive una vita in cui principalmente si sente comodo: è un avvocato che si occupa di cause civili, fondamentalmente piccole liti e tamponamenti, divorziato ma ancora in rapporti intimi con la sua ex e ha due figli che lo stimano moltissimo e con i quali ha un ottimo rapporto.
A complicare la sua esistenza arriva la notizia che è stato chiamato come difensore d'ufficio di un losco individuo affiliato alla camorra. Malinconico, che aveva anche dimenticato di fare parte della lista degli avvocati d'ufficio dovrà entrare malvolentieri in un campo che non gli compete: il diritto penale. Vincenzo Malinconico, Avvocato d'insuccesso è una coproduzione Rai Fiction e Viola Film in onda sulla rete ammiraglia dal 20 ottobre 2022. Abbiamo partecipato alla conferenza di presentazione della serie dove il regista Alessandro Angelini, Diego De Silva, Massimiliano Gallo e altri membri del cast hanno cercato di raccontare e rendere giustizia ad una serie tanto particolare quanto divertente.
Un gran lavoro per rendere la complessità del personaggio
Diego De Silva non solo è l'autore dei libri che hanno come protagonista Vincenzo Malinconico, ma per la serie si è anche occupato insieme ad altri tre sceneggiatori di adattare i suoi romanzi per la televisione. Principale obiettivo era quello di rendere anche su schermo la complessità di questo particolare personaggio: "Io come scrittore rifulgo dalle descrizioni: non descrivo le città e i luoghi né tanto meno il fisico dei personaggi, penso che la descrizione impoverisca la fantasia del lettore. Fin dai primi provini, però, Alessandro Gallo per me era Malinconico. È stato un lavoro tanto appassionante quanto faticoso, sono orgoglioso di questo cast e mi sento molto fortunato come autore. La molteplicità dei registri narrativi è stata la parte più difficile. Chiunque conosca Massimiliano sa che lui ha una grande agilità nel muoversi tra i vari registri e quando eravamo sul set era impressionante. Anche Alessandro Angelini è uno che organizza una scena fin nei minimi dettagli e tutti e tre abbiamo lavorato benissimo. La complessità del personaggio è stata rispettata, Malinconico è un precario, nel suo lavoro così come nei sentimenti, nella vita, come genitore, come amante."
Malinconico, un precario della vita
Il regista Alessandro Angelini ha espresso tutta la sua gratitudine per aver avuto l'opportunità di lavorare ad una serie tanto interessante e complessa: "È stato il progetto che ogni regista sogna di fare, è un personaggio meraviglioso e viene da libri fantastici. Ho avuto la possibilità di lavorare su più registri: il malinconico, la commedia e il surreale grazie anche a un cast fantastico e alla fiducia della produzione. Gallo è diventato Vincenzo Malinconico un po' per volta, sempre di più, perché è stato sempre in ascolto, quindi avendo con me lui e l'autore è stato facile improvvisare e creare il personaggio."
Massimiliano Gallo è lo straordinario interprete del protagonista che, dopo una carriera di lungo corso, per la prima volta potrebbe ritrovarsi a vestire i panni di un personaggio in grado veramente di entrare nell'immaginario dei telespettatori, che non potranno non affezionarvisi: "Io sono un precario nella vita come Malinconico e vedere la mia faccia lì dopo trentacinque anni di gavetta è una grandissima gioia. È un progetto che ho amato e voluto da subito. Non avrei accettato di vedere in tv qualcuno che non ero io, sono stato contento di averlo cucito addosso e vissuto, poi è un'operazione coraggiosa, ha un linguaggio nuovo, un progetto complesso da raccontare." L'attore ha poi continuato dicendo: "L'improvvisazione è una cosa molto seria, è come quando nel Jazz fai una jam session, ci sono canoni e passaggi in cui rientrare. Ecco, sul set abbiamo improvvisato su una partitura ben precisa. Il personaggio lo sento vicino nel suo modo di approcciare alla vita, nella sua ironia e quello che mi sono portato di Malinconico è tutto questo: la sua umanità ed empatia, il modo per ascoltare gli altri."