Vigil – Indagine a bordo, la recensione: Il mistero è in fondo al mare, su Sky e NOW

La recensione di Vigil - Indagine A Bordo: la nuova serie su Sky e NOW dal 7 febbraio è uno di quei claustrofobici racconti ambientati in un sottomarino: con più di 10 milioni di spettatori in pochi giorni su BBC è diventato il più grande debutto del 2021 per una nuova serie tv.

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Vigil - Indagine a bordo: Suranne Jones nella miniserie

Inizia come Lo squalo la serie che vi raccontiamo nella recensione di Vigil - Indagine a bordo, la nuova serie tv in arrivo su Sky e NOW dal 7 febbraio. In scena c'è un peschereccio che viene attaccato e trascinato giù in fondo al mare. Ma subito dopo capiamo che ci troviamo da tutt'altra parte, in uno di quei claustrofobici racconti ambientati in un sottomarino. Con più di 10 milioni di spettatori in pochi giorni, Vigil - Indagine a bordo su BBC è diventato il più grande debutto del 2021 per una nuova serie tv. Ideata da Tom Edge (Lovesick) la miniserie è un procedurale in sei episodi che raccontano un'avvincente storia ispirata al programma nucleare Trident del Regno Unito (Continuous At-Sea Deterrent) e alla vita dei suoi equipaggi sottomarini. È una serie che funziona: è tesa, claustrofobica (e non poteva essere altrimenti) e ha un'atmosfera malinconica di fondo, e la critica verso le politiche nucleari britanniche, che la rendono qualcosa di più che un semplice prodotto di intrattenimento.

Polizia contro marina e servizi segreti

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Vigil - Indagine a bordo: Suranne Jones in una scena della miniserie

Amy Silva (Suranne Jones), ispettrice capo della polizia scozzese, viene inviata nel sottomarino nucleare Vigil, mentre sta navigando nelle acque scozzesi, per indagare su una morte sospetta avvenuta a bordo poco dopo la misteriosa scomparsa di un peschereccio. Si parla di una morte per overdose, probabilmente un suicidio, ma la polizia vuole vederci chiaro. Le sue indagini e quelle dei suoi colleghi a terra, a Glasgow, guidate dal sergente Kirsten Longacre (Rose Leslie), porteranno la polizia in conflitto con la Royal Navy e l'MI5, i servizi segreti britannici.

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In superficie: una serie ambientata in un sottomarino

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Vigil - Indagine a bordo: Rose Leslie in una scena della miniserie

Un sottomarino, si sa, è in grado di navigare in superficie, e di immergersi e fluttuare nascosto in fondo al mare. E così anche Vigil - Indagine a bordo è una serie che è qualcosa di molto chiaro ed evidente, in superficie. Ma andando più a fondo, ha molto altro da farci vedere. Quello che ci appare, in superficie, è il classico thriller ambientato in un sottomarino, una di quelle storie dove gli spazi angusti e l'impossibilità di fuga rendono ogni situazione in grado di arrivare al limite. Per gli appassionati del genere, i riferimenti sono quelli noti: Caccia a Ottobre Rosso, K-19, U-Boot 96 e il recente Hunter Killer - Caccia negli abissi. L'atmosfera è quella, anche se in quei casi parliamo di film di guerra. Qui, invece, siamo in un procedurale, e la trama principale è quella delle indagini sull'omicidio. "Ma non siamo in guerra" "È una sua illusione. Siamo sempre stati in guerra". Attenzione a queste parole, allora.

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Vigil - Indagine a bordo: un momento della miniserie

Più a fondo: due donne in un mondo di uomini

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Vigil - Indagine a bordo: una scena della miniserie

Andando più a fondo, immergendoci nella storia, troviamo però una serie di sfumature che rendono la serie affatto banale. La prima cosa che ci balza agli occhi è che, al centro delle indagini, ci sono due donne in un mondo maschile e chiuso, e tutto questo rende ancora più potente il contrasto tra chi cerca la verità e un sistema che fa di tutto per non lasciarla venire a galla. Il fatto che a investigare siano due donne porta il contrasto tra i due mondi non solo a livello legale e culturale, ma anche a livello di sensibilità.

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Ancora più a fondo: gli ostacoli del cuore

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Vigil - Indagine a bordo: Suranne Jones e Rose Leslie in una scena della miniserie

La scrittura di Vigil è molto sapiente nel procedere con scoperte e colpi di scena - in una struttura che pone nuovi indizi quando l'indagine sembra già chiusa - e a costruire nel percorso dell'eroe, l'ispettrice Silva, una serie di ostacoli da superare. Ci sono quelli che possiamo immaginare, dati dalla chiusura del mondo militare, che fa di tutto per metterle i bastoni tra le ruote durante le indagini. C'è il posto in sé, il sottomarino, un posto isolato e angusto, e scollegato dal mondo, che può raggiungere solo con dei messaggi, una sorta di telegrammi, che passano comunque dal personale militare. C'è il suo stato di depressione e di ansia, che le viene da una storia del suo passato, che pian piano emerge grazie ai flashback. Accanto al passato, c'è anche il presente della sua vita privata, perché Amy e Kristen, oltre che professionalmente, sono legate anche sentimentalmente.

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Vigil - Indagine a bordo: una scena della miniserie

Il mondo militare e i pacifisti

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Vigil - Indagine a bordo: una scena della miniserie

Quello che trapela da Vigil è un racconto che ancora una volta, come in altri classici (Codice d'onore, Soldato Jane, La Figlia del Generale) ci mostra come il mondo militare sia ostinatamente chiuso, e tenda ad essere al di sopra della legge e delle regole della morale, e come tenda ad autoregolarsi e a mantenersi in vita, come se fosse un mondo a parte, isolato dall'esterno. Intorno al sottomarino, alla marina, ai servizi segreti e alla polizia, c'è anche un mondo, quello dei pacifisti, che critica duramente il programma nucleare britannico, quello che viene chiamato deterrente.

Un racconto fatto di contrasti

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Vigil - Indagine a bordo: Lolita Chakrabarti in una scena della miniserie

Vigil è un racconto fatto di contrasti. Terra e mare, sopra e sotto, uomini e donne, polizia ed esercito, la legge degli uomini e la legge dei militari. È una serie dall'atmosfera molto particolare, fotografata sui toni del blu che evocano pioggia e malinconia, e anche le profondità del mare e il mistero. È una serie alla quale si resta piacevolmente agganciati per capire come possa andare a finire, per capire che misteri si annidino in fondo al mare, in una brutta storia di droga, bullismo e abusi di potere, ma anche dentro l'animo della protagonista. In una storia ampia e corale, è comunque l'ispettrice Silva il centro di tutto. Sia per le sue fragilità, che per la sua voglia di verità, che per l'ottusità del mondo a cui si oppone, facciamo il tifo per lei.

Conclusioni

Nella recensione di Vigil - Indagine a bordo vi abbiamo parlato di una serie che funziona: è tesa, claustrofobica (e non poteva essere altrimenti) e ha un'atmosfera malinconica di fondo, e la critica verso le politiche nucleari britanniche, che la rendono qualcosa di più che un semplice prodotto di intrattenimento.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • La scrittura, che la rende una serie tesa e avvincente...
  • ... e che racconta, oltre alla trama gialla, una storia umana, oltre che una critica al programma nucleare britannico.
  • Le interpretazioni delle due protagoniste sono riuscite.

Cosa non va

  • Non piacerà a chi soffre di claustrofobia...