Recensione Slumming (2006)

Presentato nella sezione dei film in concorso al Festival di Berlino, il film di Michael Glawogger è un surreale e divertente intreccio in bilico tra dramma e black humour.

Viaggio allucinante

Sebastian è un ragazzo benestante che passa le giornate ad incontrare le ragazze che conosce su internet, ma non è interessato ad approfondire nessuna amicizia, anzi spesso racconta frottole e senza che le ragazze se ne accorgano, scatta loro fotografie sotto ai tavoli puntando l'obiettivo tra le loro gambe. Con il suo amico Alex, Sebastian condivide bizzarre supposizioni sulla personalità e la vita delle persone che incontrano tutti i giorni, anche di quelle che non conoscono. Pia è una maestra di scuola elementare che tramite una sua amica, si trova a conoscere Sebastian, in un caffè. Kallman invece è un alcolizzato che passa le giornate in strada, cercando di racimolare soldi per potersi comprare qualcosa da bere.

Le storie di questi personaggi si intrecciano per dar vita a Slumming, surreale film diretto da Michael Glawogger presentato nella sezione dei film in concorso della 56esima edizione del Festival di Berlino. Sfuggendo da qualsiasi archetipo sui generi, il film di Glawogger scivola con disinvoltura dal dramma al grottesco, e mette in scena una galleria di personaggi a volte buffi, come quello dell'alcolizzato interpretato dal bravo Paulus Manker, a volte cupi come quello di Sebastian, così annoiato dalla propria vita da sentire l'esigenza di complicare quella altrui, senza alcun rispetto per nessuno.

Inizialmente le vite dei protagonisti sembrano essere distanti tra loro, poi una notte, uno stupido scherzo di Sebastian ai danni di Kallman innesca una serie di situazioni al limite dell'assurdo e si procede alternando vivaci siparietti punteggiati di black humour a situazioni drammatiche. Dopo essere stato raccolto privo di coscienza da Sebastian e da Alex nei pressi della stazione dei treni, il povero Kallman viene portato in un paese confinante, davanti ad un'altra stazione ferroviaria. Ovviamente al suo risveglio, dopo un comprensibile momento di confusione, sarà costretto ad intraprendere un lungo ed avventuroso viaggio di ritorno al suo paese, mentre Sebastian partirà per alla volta del lontano Oriente su consiglio di una delle tante ragazze incontrate al caffè Sultan. La specularità delle situazioni ovviamente rende il tutto più surreale e divertente, e il film di Glawogger pur non essendo un capolavoro riesce comunque ad intrattenere lo spettatore senza essere scontato.

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3.0/5