Verso la notte, la recensione: Storia di un amore perduto

La recensione di Verso la notte, film d'esordio di Vincenzo Lauria che fa propria la lezione del cinema del reale per raccontare una storia d'amore sospesa tra il tempo del ricordo e quello dell'ossessione.

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Verso la notte: Paola Toscano insieme a Alireza Garshasbi in una scena del film

Un lavoro di scrittura partecipata, la lezione del cinema del reale, i rumori delle strade romane, la realtà che irrompe sullo schermo e poi l'amore, la gelosia cieca, due giovani che imparano a scoprirsi mentre girano insieme un documentario. Verso la notte è un piccolo film, il regista Vincenzo Lauria è un esordiente vincitore di un Premio Solinas; qui (come leggerete più ampiamente nella recensione di Verso la notte in sala dal 9 dicembre) si mette alla prova con un primo lungometraggio di finzione che esplora il reale, lo indaga nelle emozioni e nelle atmosfere, vi si tuffa dentro senza mollare neanche per un secondo il girovagare dei due protagonisti. Un'opera a tratti pretenziosa, ma in grado di stimolare la mente dello spettatore, di proporre un linguaggio nuovo e un racconto originale.

Cinema del reale, tra Godard e Kiarostami

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Verso la notte: una scena del film

Le suggestioni che muovono Verso la notte vengono dai territori più disparati: dentro convivono Godard, gli insegnamenti del cinema iraniano da Panahi a Kiarostami, la moltiplicazione dei piani derivante dalla dimensione meta cinematografica. I due protagonisti infatti, Maryam e Hesam, due studenti di cinema di origini iraniane, lavorano insieme a un documentario su una senza tetto che vive per le strade della capitale, Anna. La trama del film nel film si snoda parallela a quella principale dell'amore tra Maryam e Hesam, due anime belle che si incontrano, si riconoscono, si perdono e si consegnano l'una all'altra, salvo andare alla deriva quando si affaccia la gelosia morbosa di lui. L'intero racconto è costruito attraverso il suo punto di vista: la voce narrante di Hesam guida lo spettatore in un delirio di interrogativi e ricordi, riesumati dai lunghi flashback ai quali il regista affida la cronistoria di un amore perduto; nei brevi momenti del presente il giovane racconta all'amico Mehran come sia arrivato a dover vivere in un parco della periferia di Roma.

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Verso la notte: Duné Medros insieme a Alireza Garshasbi in una scena del film

Vincenzo Lauria rompe la dimensione temporale, il tempo sfarfalla e diventa tridimensionale: c'è quello di Anna immobile e sempre uguale a se stesso ("il tempo non è acqua che scorre, è una pietra"), c'è il tempo della nostalgia nell'eterno presente di Hesam, e quello del ricordo. Tutto ruota attorno al documentario e all'instancabile girovagare dei due protagonisti, seguiti da vicino dalla macchina a spalla. Il realismo è la cifra stilistica di questo racconto errante: Maryam e Hesam non stanno mai fermi, camminano per le strade di Roma, si infilano nel traffico tra lo sferragliare dei tram e i rumori di una città in continuo movimento ed escono di casa solo per ritrovarsi subito dopo in un vicolo del centro storico o nell'atmosfera calda di una piccola enoteca di quartiere.

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L'autenticità dei personaggi e le suggestioni degli ambienti

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Verso la notte: Alireza Garshasbi in una scena

Verso la notte è anche una storia di silenzi, poesia e non detti. È un film di ambienti, Roma non è mai stata così intima e grigia, illuminata dai contrasti e ritratta nell'attesa; una fotografia cruda e senza filtri accompagna i personaggi di quello che potrebbe definirsi un girotondo di solitudini, tutte alla ricerca di un senso da dare all'esistenza. Qualche volta eccede, inciampa nell'urgenza di dover dimostrare qualcosa, indugia nel virtuosismo, ma sa rialzarsi e intercettare nuovamente il sentire dello spettatore.
I due giovani attori dimostrano di sapersi muovere e di essere a proprio agio pur se pedinati dalla macchina da presa che non li molla mai; Duné Medros e Alireza Garshasbi restituiscono delle prove autentiche e si barcamenano tra l'italiano e il farsi, rappresentando tutte le gradazioni dell'amore, dai sospiri dell'innamoramento folle alle rovine di una storia governata dalla gelosia. Un film sul tempo, la vita e le sue sospensioni.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Verso la notte ribadiamo la convinzione di aver trovato un nuovo autore che ha ancora molto da raccontare. Il film esplora il reale, lo indaga nelle emozioni, vi si tuffa dentro senza mollare neanche per un secondo il girovagare dei personaggi. Fa propria la lezione del cinema iraniano, ne adotta le atmosfere e alcune scelte stilistiche. Una piccola storia che ci auguriamo possa terminare il suo viaggio il più tardi possibile.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Un bell’esempio di cinema del reale in cui convivono con estrema naturalezza la lezione di Godard e le suggestioni dei maestri iraniani.
  • Vincenzo Lauria è un esordiente, ma dimostra di sapersi muovere con l’abilità dei veterani, ha le idee chiare e sa mettere la tecnica al servizio del racconto.
  • I due giovani attori restituiscono delle prove autentiche, si dimostrano a proprio agio anche quando la macchina da presa li insegue da vicino senza lasciarli un attimo.

Cosa non va

  • A volte il film può sembrare pretenzioso e cede a qualche virtuosismo di troppo.