È sempre bello rivedere un volto a cui vuoi bene, e ritrovare sullo schermo un grande della commedia italiana come Lino Banfi è un piacere. Nella recensione di Vecchie canaglie, l'opera prima di Chiara Sani, in uscita al cinema il 5 maggio, vi racconteremo come il nonno d'Italia recita in un ruolo molto particolare, accanto ad altre glorie di quel cinema comico italiano e quel cabaret di un tempo, come Andrea Roncato, Pippo Santonastaso, Andy Luotto e Luigi Cogliandro, che, se il nome immediatamente non vi dice niente, era uno dei Trettrè. È un cast che suscita immediatamente simpatia, affetto, e che ce la mette tutta in un film che è un po' fuori dal tempo e dalle mode, e che rimane a lungo indeciso sui registri che vuole toccare.
Intraprendenti vecchietti ai limiti della legalità
Una piccola casa di riposo, Villa Matura, sta per essere messa all'asta, e svenduta, in tempi brevissimi, dall'avida proprietaria (Chiara Sani). Ma la reazione degli ospiti della struttura, un grippo di intraprendenti vecchietti è inaspettata: agendo ai limiti della legalità, Walter (Lino Banfi), il Prof (Andy Luotto), Logo (Pippo Santonastaso) e Vivalafì (Gino Cogliandro) si riscopriranno più vitali che mai.
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Come Cocoon e L'erba di Grace
È chiaramente un omaggio, un affettuoso sguardo alla terza età, Vecchie canaglie, che non a caso Chiara Sani, al suo esordio alla regia, dedica al padre. Vuole essere un film al fianco dei più fragili, di quelli trascurati, e mostrarli sotto un'altra luce, combattivi, ingegnosi, desiderosi, per una volta, di vincere. L'ispirazione è a certi film, come Cocoon, l'energia dell'universo e L'erba di Grace, che provano a ribaltare lo schema degli anziani soli e abbandonati.
Non è mai troppo tardi...
Il cinema inglese e americano ci ha regalato spesso grandi film di questo tipo, pensiamo, ad esempio, a Non è mai troppo tardi (The Bucket List), una storia di terza età e riscatto che, viveva, prima ancora che su grandi attori, su un ottimo script. Vecchie canaglie ha il problema di procedere piuttosto incerto, nei toni, un problema di scrittura, ma anche di direzione degli attori: alterna dei momenti più commoventi, ad altri quasi di denuncia, ad altri farseschi e sfrenati, fin troppo. Lo spettatore non sa allora su che registro allinearsi e così, anche quando ci sarebbe da commuoversi, l'effetto non scatta.
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Un film fuori dal tempo e dalle mode
È un film che prova ad essere scorretto, ma non va fino in fondo. Che a tratti è volgare, in modo un po' superato (il personaggio che si chiama Vivalafì), con degli elementi che mal si conciliano con un'altra direzione possibile per il film, che è quella della favola. I disegni di Chiara Sani, nati per dare un'idea dell'atmosfera del film, immagini naïve e colorate, sono stati poi inseriti nel film, dando un'idea di quello che, in fondo, poteva essere. La Chiara Sani regista, che per sé riserva il ruolo della villain, piuttosto divertente, guarda un po' al passato, con quel chiudere e riaprire l'iride che ci ricorda dei vecchi film. Il risultato è un film fuori dal tempo, fuori dalle mode, non collocato e collocabile in un genere o in un filone. Se da un lato è una cosa positiva, dall'altro, come detto, confonde e disorienta chi guarda. Visto dall'esterno, e anche se è una cosa non pianificata, potremmo considerarlo il The Expendables della commedia italiana: come il film di Stallone riuniva le vecchie glorie dei film action, Vecchie canaglie riunisce le vecchie glorie di un film comico che non c'è più. Ed è soprattutto in questo omaggio che si può trovare il senso del film.
Conclusioni
Nella recensione di Vecchie canaglie vi abbiamo parlato di un cast che suscita immediatamente simpatia, affetto, e che ce la mette tutta in un film che è un po' fuori dal tempo e dalle mode, e che rimane a lungo indeciso sui registri che vuole toccare.
Perché ci piace
- Lino Banfi è un'istituzione del cinema italiano e rivederlo è sempre un piacere.
- L'omaggio alla terza età è sentito e sincero.
Cosa non va
- Il film rimane a lungo indeciso sul registro che vuole tenere.
- La sceneggiatura non riesce a dare forza alla storia di rivincita di questi anziani combattivi.