U.S. Palmese, recensione: il calcio secondo i Manetti Bros in un film spassionatamente home-made

Poca tecnica, tanto cuore e l'efficacia del calcio appassionato: e se il feel-good-movie sportivo dei registi romani fosse una risposta al loro Diabolik? In anteprima alla Festa del Cinema di Roma, al cinema dal 20 marzo.

Blaise Afonso e Rocco Papaleo in U.S. Palmese

U.S. Palmese dei Manetti Bros è la risposta diretta alla (loro) versione cinematografica di Diabolik. Ovvero, è qualcosa di estremamente lontano sia dalla tanto discussa trilogia, sia dalla loro riconoscibile poetica. Meno irriverenza, meno cinismo, meno oscurità. Anzi, più luce, più emotività, più respiro. Una risposta in qualche modo artistica, che segna un intermezzo lodevole e apprezzabile, nella sua fattura a volte sbilenca (bisogna dirlo).

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Il sogno di Rocco Papaleo sulla Gazetta

U.S. Palmese è una risposta, aggiungiamo noi, probabilmente comprensibile: dopo la fatica di adattare un personaggio complicato come Diabolik (al netto dalla risposta di pubblico e critica ottenuta), era giusto staccarsi da certe atmosfere, virando invece sul più classico feel-good movie dalle inflessioni cine-calcistiche-sportive. Del resto, se il connubio cinema e sport è assolutamente vincente, U.S. Palmese - presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma - racconta il calcio da un'altra prospettiva, dimostrando pure (e ancora una volta) che con la giusta semplicità "lo sport più amato" può trovare le (più o meno) giuste linee anche sul grande schermo.

U.S. Palmese: un fenomeno nelle dilettanti

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Blaise Afonso e Rocco Papaleo

Scritto da Marco e Antonio Manetti, insieme a Luna Gualano ed Emiliano Rubbi, U.S. Palmese, già dal titolo, ci porta nel cuore della Calabria. Protagonista assoluta, infatti, è la città di Palmi che, secondo Don Vincenzo (uno stropicciato e credibilissimo Rocco Papaleo) avrebbe bisogno di qualcosa che la possa risollevare da un certo torpore. Convinto della sua idea, lancia un'astrusa proposta: raccogliere una colletta per pagare l'ingaggio milionario ad Etienne Morville (Blaise Afonso), talentuoso ma incandescente calciatore. Il fenomeno, di trasferirsi in una squadra di sgarrupati dilettanti, non ci pensa minimamente, tuttavia dopo l'ennesima "caduta di stile" accetta la proposta, così da poter ristrutturare la sua immagine. A Palmi troverà, forse, quello che gli è sempre mancato: la felicità di giocare a calcio.

Poca tecnica e tanto cuore

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Fenomeno Morville

Chiaro che U.S. Palmese sia particolarmente debitore a Chi segna vince - Next Goal Wins di Taika Waititi (anche se lì il protagonista era un allenatore e non un giocatore). Debitore anche nell'umorismo inconsueto scelto dai Manetti. Ecco, un macroscopico problema del film è proprio lo humour, meno acuto rispetto alle loro precedenti produzioni (se pensiamo a Zora la Vampira o L'Ispettore Coliandro), virando invece su un naif che poco convince. Perdonabile, se i riflessi del loro film sono poi spassionatamente home-made. Un film artigianale e casalingo, quasi di pancia, a tratti realizzato con quello che sembra lo spirito di un'esordiente. Per questo tracciavamo, in apertura di recensione, uno strano contro-parallelo rispetto a Diabolik. In quanto U.S. Palmese, per assurdo, non sembra nemmeno una pellicola dei Manetti (se non fosse per la presenza-feticcio di Claudia Gerini!).

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Una scena di U.S. Palmese

Se le storie sportive sono allora sempre efficaci (e in qualche modo lo sono ancor di più le storie di riscatto e consapevolezza), dall'altra parte il film soffre di una certa lunghezza. Vero, che il timing è sempre stato rilevante nelle opere di Marco ed Antonio Manetti, ma una film leggero (passateci l'aggettivo) come questo avrebbe beneficiato di qualche minuto in meno, in modo tale da addrizzare il ritmo e, di conseguenza, enfatizzare la freschezza. Il resto? Menzione speciale all'accompagnamento musicale, supportato dai brani originali di Adriano Fedele aka Oscar Uaild, e menzione speciale poi alla geografia (anche umana) del film. Con una stilettata al calcio dei milionari viziati, U.S. Palmese, qualora ce ne fosse bisogno, ci ricorda la bellezza di quel calcio romantico; quel calcio che appartiene alle persone e, non di certo, ai procuratori senza scrupoli. Di più, ci ricorda pure che non bisogna mai giudicare dalle apparenze. Un gentile memorandum, che di questi tempi non guasta. Ecco, il calcio dei Manetti Bros, tutta empatia e tanta corsa. Forse manca la tecnica, ma per vincere (davvero) basta il cuore.

Conclusioni

Atmosfera artigianale (forse un po' troppo?) per U.S. Palmese, che a legger tra le righe sembra quasi una risposta dei Manetti al precedente lavoro su Diabolik. Un'opera quindi leggera, a tratti svagata, che se non funziona sul piano dell'umorismo guadagna invece sul fattore calcistico, esplicando i motivi per cui il cinema sportivo funziona sempre molto bene.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il finale.
  • Lo sport al cinema funziona sempre.
  • Un credibile Rocco Papaleo.
  • L'atmosfera home-made...

Cosa non va

  • ... a volte però poco ispirata e arruffata.
  • Il cast di contorno fatica, molto.
  • L'umorismo non funziona.
  • La durata.