Uonderbois: Serena Rossi, Massimiliano Caiazzo, Geolier e la magia di Napoli

"Napoli è Disney" ci hanno detto i protagonisti nella nostra chiacchierata a Sorrento, per raccontarci la serie partenopea di Disney+. In streaming.

Serena Rossi, Massimiliano Caiazzo e Geolier

Cinque ragazzi di 12 anni, un tesoro, pochi giorni per stare ancora insieme prima di essere mandati via da una vecchia padrona di casa cattiva. Un po' come i Goonies, ma in salsa partenopea. Questo troviamo in Uonderbois, la nuova serie Disney+ disponibile in piattaforma con tutti i suoi sei episodi, che ha la particolarità di essere realizzata nel capoluogo campano e di esser stata presentata proprio in zona, nell'ambito delle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento. Lì abbiamo avuto modo di chiacchierare con i "protagonisti adulti" , Serena Rossi e Massimiliano Caiazzo, e con Geolier che ha firmato e interpretato due brani inediti, Ferrari e Parl' cu mme, end credit song della serie.

Uonderbois: intervista a Serena Rossi, Massimiliano Caiazzo, Geolier

Uonderbois Scena Serietv
Una scena della serie Disney+

Con un Wonder Boy che impazza in città, una sorta di Robin Hood nostrano, il Munaciello, un tesoro nella Napoli sotterranea, la serie Disney+ abbraccia la magia e il folklore napoletano. La mette in scena. Ed è quello che ha colpito il cast: "Mi ha colpito la possibilità di raccontare un altro aspetto, uno dei mille aspetti di Napoli" ci ha detto Serena Rossi, che interpreta un ruolo inedito e particolare in Uonderbois, "per un periodo è andata di moda la Napoli molto dark al cinema, per un altro l'opposto. Qui si racconta ancora un altro aspetto, una Napoli esoterica. La città ha mille storie, è stata dominata da chiunque, è fatta a strati: ci sono il sopra e il sotto che si parlano. E questa storia fatta di avventura, di occhi di bambini, ce la fa vedere anche attraverso lo sguardo incantato e puro dei più piccoli."

Ed è bello per il cast mostrare questo mondo di Napoli a chi non immaginava ci potesse essere. "Era bello leggerlo in sceneggiatura" ha confermato Massimiliano Caiazzo, "c'era una sfumatura di magia in ogni scena, in ogni personaggio. Ed è stato interessante vedere come attraverso il punto di vista dei bambini ogni cosa cambiava, che la serie potesse essere in continuo cambiamento puntata per puntata."

Mostrare Napoli

Uonderbois Serena Rossi
Serena Rossi in una scena di Uonderbois

E ci tiene Serena Rossi a sottolineare un aspetto: "anche i luoghi che mostriamo comprendono una Napoli sconosciuta. Non ero mai stata alla Piscina Mirabilis che è un posto pazzesco. Conoscevo la Napoli Sotterranea, l'anfiteatro di Pozzuoli, ma raccontiamo e facciamo vedere la Gaiola, che fotograficamente sarà mostrata in modo diverso da solito. Anche i luoghi fanno capire tanto di questa città." Ed è importante farlo, essere in qualche modo "una campagna turistica" come ha sottolineato Caiazzo, "anche se in fondo non ce n'è bisogno", non oggi, non con l'esplosione di turismo e visitatori che la città sta ottenendo negli ultimi anni.

L'energia della città

E andare in questi luoghi permette di respirare un'energia particolare. Questa energia di Napoli ha influito sul loro lavoro? "Mi ha ispirato" ha detto Geolier, "sono fan del cinema, anche di quello più classico come Così parlò Bellavista. C'è sempre stato qualcosa di magico, di esoterico, anche prima. Napoli è magica: vai alla Gaiola o ti metti sulle tredici discese, riesci a sentire la magia che emana questa città. Questa magia mi ha fondato, mi ha assemblato. Se ci sei nato, se ci sei figlio, è una terra che è molto potente in termini di appartenenza che noi nutriamo nei confronti della città."

Uonderbois Protagonisti
Un'immagine della serie ambientata a Napoli

Un'energia che percepisce e sfrutta anche Massimiliano Caiazzo: "nel momento in cui vai a interpretare un personaggio che ha dei superpoteri, come fai a renderlo reale? Ci siamo immersi insieme ai bambini nei sotterranei, cercando di respirare proprio questo, toccando le pareti, sentendola, chiedendoci qualche potrebbe essere il superpoteri dell'uomo, quale potrebbe essere il mio. Fino a quando non sono riuscito a metterlo a fuoco: ho capito che un certo tipo di sensibilità può essere la risposta più vicina a come sono io. La capacità di ascoltare su più livelli l'altro."