Recensione Catacombs (2007)

Un percorso di crescita dai tratti pericolosi ed inquietanti, raccontato in un film scritto male e girato peggio.

Una yankee nei sotterranei di Parigi

Cosa accade quando una giovane americana, nevrotica e paranoica che non è mai stata fuori dal suo paese decide di far visita alla sorella in Francia? Succede che all'aeroporto i doganieri prima sospettano di lei poi la prendono in giro, che la sorella scavezzacollo ed i suoi amici le procurano qualche spavento, che viene portata ad una festa illegale organizzata nelle catacombe di Parigi dove, dopo essere stata presa ancora un po' in giro, verrà inseguita da un maniaco dalla maschera di caprone.

Catacombs non è brutto perché basato sul nulla, perché non succede mai niente, non è gory e non spaventa, perché Shannyn Sossamon è francamente insopportabilmente frignante per tutta l'oretta e mezza scarsa del film (dove sono i 100 minuti di cui si parla "ufficialmente"?).
Catacombs è brutto - o peggio - perché la protagonista è il simbolo di un'America puritana, impaurita ed insicura che quando si apre al resto del mondo viene derisa ed aggredita; perché l'Europa e gli europei (ma comunque, gli stranieri) sono visti come decadenti, viziosi, cattivi; perché alla fine, per sopravvivere, per reagire alle circostanze, l'America(na) è costretta ad imbrogliare, sfruttare, a diventare egoista ed abbracciare la violenza per autodifesa.
Un percorso di crescita dai tratti pericolosi ed inquietanti, raccontato in un film scritto male e girato peggio.