Una settimana a Cuba
Le prime esperienze di un giovane attore americano in città ed il suo incontro con una donna affascinante; il regista famoso e con problemi che arriva per ritirare un premio; la cantante che deve decidere se accettare o meno una proposta di lavoro, con risvolti romantici, all'estero; il palestinese per la prima volta a l'Havana in attesa di essere ricevuto all'ambasciata; l'esorcismo di una ragazza ritenuta omosessuale; l'impegnativa giornata di una psicologa che fa torte per guadagnare qualcosa di più, alle prese con un ordine piuttosto consistente; i frenetici preparativi, con ristrutturazione della casa per adattarsi alle richieste oniriche della Vergine Maria, per una festa.
Sono le storie raccontate dal film ad episodi 7 giorni all'Havana, presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2012.
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Non è l'unico frammento riuscito: Benicio del Toro si cimenta in un discreto esordio alla regia dando buon ritmo al primo episodio El Yuma, mentre Pablo Trapero dirige con sicurezza un autoironico Emir Kusturica nel divertente Jam Session che segue. Ugualmente simpatici i due episodi conclusivi, affidati a Juan Carlos Tabiò e Laurent Cantet, quest'ultimo efficace anche grazie all'interpretazione vivace della sua protagonista, l'anziana donna che stravolge casa per sistemarla secondo le indicazioni oniriche ricevute dalla Madonna.
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Pur con questi momenti più deboli, 7 giorni all'Havana risulta comunque un film godibile per chi vuole assaporare le atmosfere della città cubana e lasciarsi raccontare alcune delle sue tante anime.
Movieplayer.it
3.0/5