Sedici anni: tanto è durato il percorso, nella finzione narrativa così come al di fuori dello schermo, di Lorelai e Rory Gilmore, madre e figlia interpretate da Lauren Graham e Alexis Bledel. Un Girlhood televisivo, un duplice coming of age che, lungo i binari di due generazioni diverse ma non così distanti, ci ha condotto fra le stagioni della vita di una coppia di protagoniste magnifiche, di cui abbiamo condiviso ogni stato d'animo e per le quali abbiamo parteggiato sempre e comunque, senza esitazione.
Un percorso che, salvo ripensamenti della creatrice e showrunner Amy Sherman-Palladino, è arrivato a conclusione con Autunno, quarto capitolo della miniserie Una mamma per amica: Di nuovo insieme. L'episodio del commiato, dello scioglimento dei conflitti ancora irrisolti, ma anche la prospettiva di un nuovo inizio, nell'ottica di un'ideale "chiusura del cerchio" suggellata da quelle famose "quattro parole" che la Sherman-Palladino aveva concepito da oltre un decennio. Per l'ultima volta, dunque, torniamo a Stars Hollow per seguire il tratto finale della storia di Lorelai e Rory.
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Into the Wild
L'explicit di Estate era incentrato sulla scelta di Lorelai di attraversare il Pacific Crest Trail, dall'altro lato del paese: un viaggio 'fisico', ma soprattutto emblematico, per riconquistare una serenità incrinata e risolvere i propri dilemmi interiori. Un viaggio che, alla resa dei conti, si interromperà fin dalla casella del "Via": con l'ironia distintiva della serie ci verrà mostrata una Lorelai del tutto impreparata a questa avventura sulle orme di Wild (il libro, non il film, come tiene a precisare più e più volte), a partire da un borsone gigantesco e difficilmente maneggevole. Questa prima sezione di Estate contiene pure i camei di due colleghi di Lauren Graham dalla serie TV Parenthood, ovvero Jason Ritter e Peter Krause (dal 2010 compagno della Graham), nei panni di due Park Ranger, e uno dei momenti più toccanti della puntata: la telefonata di riappacificazione fra Lorelai e sua madre Emily, con il commosso ricordo di Lorelai di suo padre Richard Gilmore e di uno degli episodi più significativi della propria adolescenza.
Nel frattempo, a Stars Hollow, ha inizio la catena di 'congedi' che caratterizzeranno quasi l'intero episodio. È il motivo per cui Autunno, se considerato singolarmente, rimane forse un gradino più in basso rispetto alle altre tre stagioni di A Year in the Life: questi novanta minuti scontano la necessità di trovare spazio per il 'saluto' di quasi tutti i comprimari di Una mamma per amica, con una conseguente frammentazione dell'intreccio. E il primo di questi addii è pure il meno convincente: il ritorno della "Brigata della vita e della morte", in una folle nottata messa in scena con toni sopra le righe e atmosfere quasi oniriche, fra bizzarri costumi, corse notturne e locali di tango. Evidentemente, Rory ancora considera Logan Huntzberger come il suo vero, grande amore, e nell'ineluttabilità della loro separazione (Logan sta per sposarsi con l'ereditiera Odette per aderire alla volontà della famiglia) si concede un'ultima notte con il suo ex fidanzato, a cui farà seguito una mattinata carica di malinconia e di rimpianti.
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Fiori d'arancio per Lorelai
Da questo momento in poi, e con le immancabili riappacificazioni del caso (quella fra Lorelai e Luke Danes e quella fra Lorelai e Rory), sono appunto la malinconia e l'omaggio al passato a dominare le emozioni dei personaggi come degli spettatori. Gran parte di Autunno, in particolare, è dedicata alla parabola di Emily, che completerà la propria elaborazione del lutto, saprà emanciparsi a sorpresa dalle odiose "Figlie della Rivoluzione", con i loro rituali malevoli e snob, deciderà di vendere la casa di Hartford e troverà una nuova serenità nella villetta per le vacanze a Nantucket, circondata dalla vivace famiglia di domestici. Per Rory, invece, la stesura del suo libro autobiografico, intitolato non a caso Gilmore Girls ("Drop the 'The': it's cleaner", suggerisce Lorelai, con un'impeccabile citazione dal film The Social Network), la spingerà a confrontarsi direttamente con i propri ricordi - con l'occasione per rievocare voci e immagini storiche di Una mamma per amica, incluse quelle del compianto Richard - e con i vari uomini della sua vita, fra cui un fugace incontro (proprio lì, in quell'emporio che aveva assistito alle origini del loro amore) con il suo primo ragazzo, Dean Forester, "Il miglior fidanzato che abbia mai avuto".
Un altro incontro inevitabile sarà quello fra Rory e suo padre, Christopher Hayden, ora un uomo d'affari che ha accettato l'eredità familiare: un incontro contraddistinto da un dialogo a cuore aperto sul rapporto di Christopher con la sua inattesa paternità. Un altro volto simbolo di Gilmore Girls, che siamo stati lieti di poter rivedere anche se soltanto in una scena, è quello della chef Sookie St. James, socia e migliore amica di Lorelai, con il cameo di Melissa McCarthy in occasione di un evento al quale Sookie non sarebbe mai potuta mancare: il matrimonio, tanto a lungo sospirato e rimandato, fra Lorelai e Luke. È l'apoteosi di romanticismo, sapientemente condita da abbondanti dosi di humor e nonsense (la 'partecipazione' di Kiefer Sutherland, insospettabile amico di Luke; la visita di un Kirk Gleason in piena crisi di panico alla vigilia delle nozze), che ci porta verso la chiusura dell'episodio e della serie: una pre-cerimonia intima e tenerissima, nello scenario semifiabesco del gazebo illuminato nella piazza di una Stars Hollow di rado altrettanto magica.
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Le ultime quattro parole...
E dopo i "Sì" di questa notte di magia, alle prime luci dell'alba del giorno del matrimonio di Lorelai e Luke, ecco madre e figlia l'una accanto all'altra, sedute sugli scalini di quel gazebo che costituisce il centro simbolico e sentimentale di Stars Hollow. Nella tranquillità e nel silenzio di una cittadina ancora assopita, per Lorelai e Rory c'è un ultimo, dolcissimo momento di affetto e di condivisione, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Ed è a questo punto che le Gilmore Girls ci riservano quelle fatidiche quattro parole che avevamo aspettato di sentire per anni: "Mamma?"; "Sì?"; "Sono incinta". Un cliffhanger da manuale, anticipato da un paio di piccoli indizi (la notte trascorsa con Logan e il confronto fra Rory e suo padre sull'essere genitori), seguito dagli immediati titoli di coda, accompagnati dalle voci di Carole King e Louise Goffin sulle note della mitica sigla musicale Where You Lead.
Quattro parole, lo confessiamo, che ci hanno lasciati a bocca aperta, ma che in fondo sanciscono la natura circolare della serie nel suo complesso, attraverso un finale perfettamente armonico. Rory in questo momento ha trentadue anni, la stessa età di sua madre al principio di Una mamma per amica, ed è pronta ad affrontare un'avventura analoga a quella di Lorelai: crescere un figlio, un nuovo (o una nuova?) Gilmore. Ed è pronta a farlo da sola, da madre single che saprà basarsi sul proprio modello materno, ma con più esperienza e consapevolezza sulle spalle; lasciando aperta la speranza a un possibile ritorno di fiamma fra Rory e una delle persone a lei più vicine, Jess Mariano (quanto mai indicativa, in quest'ottica, l'occhiata rivolta da Jess a Rory il pomeriggio precedente). E comunque vada, che Netflix riesca a dare un seguito al successo di A Year in the Life o che questo sia veramente l'atto definitivo della lunga storia delle Gilmore Girls, difficilmente avremmo potuto augurarci un epilogo più emozionante: l'ennesima ragione per essere grati a Lorelai e Rory, per questa e per le altre, indimenticabili stagioni che abbiamo trascorso insieme a loro nell'arco di ben sedici anni.
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Movieplayer.it
3.5/5