Un mondo a parte non è solo un titolo, è un concetto chiaro quando ci si trova a vivere, anche brevemente per un paio di giorni, i luoghi in cui è stato girato il nuovo divertente film di Riccardo Milani. Un mondo a parte diventa quasi una filosofia e uno stile di vita. Non quella idilliaca che spinge l'insegnante di Antonio Albanese a trasferirsi a Rupe, ma quella concreta, dura, che conosce e prova giorno dopo giorno chi quei luoghi li abita da sempre, tra fascino e tante difficoltà e sfide. Il nostro è stato un viaggio sul set, ma anche nei ricordi, perché chi scrive a Pescasseroli ha passato tante estati. Un viaggio nella memoria e nel tempo, perché lì abbiamo ritrovato sprazzi di quel passato, frammenti e immagini, spaccati uguali a come li ricordavamo: la piazza del municipio, la fontana, i bar, il forno, i giardini. Un mondo che amiamo, un mondo fuori dal tempo. Un mondo a parte per l'appunto.
L'amore di Milani per i luoghi
Un mondo che lo stesso Riccardo Milani conosce e ama. "È un film che cerca di guardare al paese che è mio, a cui sono molto legato" ci ha detto infatti nel corso della conferenza tenuta a Pescasseroli sottolineando come questo amore debba tradursi in un servizio fatto al luogo che ne è oggetto: "si fa un servizio utile quando si racconta un paese in tutti i suoi aspetti, anche quelli peggiori." Rupe non è infatti un luogo idilliaco, ma un piccolo paese in cui la bellezza intrinseca e l'incanto dei luoghi fa da contraltare alle difficoltà della vita in un posto così piccolo e sfidante. L'intento è di mostrarlo nella realtà di quel che è, di porre l'attenzione su "territori che molti non conoscono nella loro interezza, dove si viene a passare un weekend senza sapere che la vita vera è un'altra cosa." Lo conferma anche lo sceneggiatore Michele Astori, che spiega come leghiamo questo tipo di località a intenti più poetici e di consumo: "ci godiamo la bellezza del posto senza capire le difficoltà, i sacrifici. C'è un mondo a parte ovunque ci sia una comunità che fa fronte comune." Ma è una specificità che sa di universale, che vale per Rupe come per tanti altri contesti simili: "Ne abbiamo raccontato uno che può essere metafora e parlare a tante comunità che resistono."
Un mondo a parte, recensione: un bravo Antonio Albanese e un film che dimostra amore per la montagna
La poetica della resistenza
E resistono grazie all'unione della comunità, dell'unità di intenti, come spiega Milani: "è un luogo in cui i muri su superano facilmente", perché proprio l'asprezza dell'ambiente porta a "una concretezza che è valore importante da guardare con attenzione." Lo abbiamo percepito camminando per le strade di Pescasseroli, visitando via e piazze che appaiono nel film, ma respirando l'atmosfera e le sensazioni, parlando con abitanti del paese che ci hanno accolti e portati in giro con orgoglio e disponibilità. Lo stesso orgoglio con cui sono affisse alle pareti dei vicoli le foto di scena di Un mondo a parte, come un tatuaggio che segna un momento, un ricordo.
Lo stesso orgoglio che abbiamo visto sui volti alla premiere del film, in una sala gremita e piena per metà di persone del posto, che diventavano insieme spettatori e attori, in un meraviglioso cortocircuito: nel film di Riccardo Milani, infatti, non recitano solo le star Antonio Albanese e Virginia Raffaele, ma anche tanti abitanti di Pescasseroli, Opi (il paese reale a due passi dal luogo della premiere, a cui Rupe è ispirato) e gli altri paesi della zona. Un valore aggiunte che dona autenticità e calore, che amplifica le suggestioni e comunica emozioni. Se il film di Milani funziona, lo fa anche per merito loro, per la dedizione con cui hanno portato su schermo figure e vite di un piccolo centro abitato.
La vita di montagna
Questa vita in un paese di montagna è il cuore di Un mondo a parte, una vita in cui Antonio Albanese si è immerso: "Quando affronto un nuovo lavoro parto sempre dal punto di vista di spettatore e non mi chiedo quanto può esserci di me in un ruolo: mi butto, entro, mi concentro e cerco di arrivare all'obiettivo in un modo o nell'altro. È il quinto film con Riccardo e mi piace lavorare con lui perché riesce a trattare argomenti che condivido con garbo." Il suo Michele è un personaggio perfettamente nelle sue corde, che si nutre della mimica dell'attore e ne trae divertimento per gli spettatori. D'altra parte "quando i personaggi sono così ben scritti" ha confermato anche Virginia Raffaele, "è una strada ben asfaltata su cui camminare." Una strada diversa da quelle di montagna in cui ci si muove, ma "la montagna mi ha insegnato che si sta bene con molto meno, solo con la bellezza del posto e delle persone di questa comunità apparentemente ruvida." Per un mese e mezzo la Raffaele si è sentita a casa come lo stesso Milani: "il sabato e la domenica eravamo liberi e potevamo tornare a Roma, ma non ci sono mai tornata: che ci tornavo a fare a Roma?!"
Perché da fare a Pescasseroli e dintorno c'è tanto. Lo abbiamo visto e percepito mentre eravamo guidati per le stradine della cittadina, nel provare i prodotti locali, nell'essere accolti nel Centro visite del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, dove trovano rifugio alcuni animali salvati e rimessi in sesto, dove risiedono attualmente due orsi provenienti dalla Lituania, diversi e più grandi di quello marsicano tipico della zona, oltre a cervi, caprioli e altre specie. Uno spazio prezioso in cui i turisti in visita, ma anche gli abitanti del luogo, possono imparare a conoscere curiosità e informazioni su fauna e flora dell'area.
Piccoli valori aggiunti
Nel cast, come detto, ci sono tanti abitanti del posto. Bambini compresi. "Otto piccole pesti" come ci ha detto Antonio Albanese, "otto bambini che sono vivaci. Hanno otto anni, ma sono di questa cosa e sanno fare un sacco di cose." Perché la vita di montagna tempra e insegna più di quella dei loro omologhi cittadini, abituati a un'esistenza di tipo diverso. Lavorare con loro è stata un'esperienza bellissima, ma complessa, a quanto ha raccontato l'attore: "mantenere la concentrazione è stato un bellissimo esercizio." E bellissima è anche la resa su schermo delle loro prove, perché i sette bambini che compongono la classe, più l'ottavo che interpreta il figlio del personaggio della Raffaele, sono un magnifico valore aggiunto di Un mondo a parte, quell'elemento simbolo del calore che tutta l'esperienza del film riesce a trasmettere.
Un esempio su tutti la sala cittadina in cui abbiamo goduto dell'esperienza: il cinema Ettore Scola di Pescasseroli, che lo stesso Milani ha contribuito a rimettere in piedi, che ci ha accolti con una magnifica atmosfera, con un adorabile tappeto rosso che era in realtà azzurro e segnato da orme di orso, fuori dal quale il cast si è concesso al bagno di folla del pubblico accorso e ai flash dei fotografi. Una premiere meno glamour di altre a cui ci è capitato di assistere, ma più bella, intima e calorosa.