Recensione Cose molto cattive (1998)

Sembrava un normale addio al celibato, ma qualcosa andò storto...

Un bagno di sangue prima del sì

Tutto parte da una situazione idilliaca. Un matrimonio tra due bravi fidanzati che si amano, l'eccitazione, i preparativi. E il classico rito dell'addio al celibato. Alcuni amici convincono lo sposo Kyle a passare a Las Vegas la sua ultima notte da scapolo, una notte di divertimento "eccessivo". I cinque partono sul "minivan" e tutto sembra andare per il verso giusto: si beve, si scherza, ma, quando la prostituta chiamata per la serata accidentalmente rimane uccisa, si innesca una reazione a catena inarrestabile. Scoppia il caos tra i cinque amici, che, cercando di liberarsi della morta, non fanno alto che peggiorare ancora di più la situazione, andandosi a cacciare in un dedalo di tragicomicità che si accavallano l'una sull'altra per tutta la durata del film, ben sostenute da una regia vivace e attenta, e dalle belle interpretazioni dei protagonisti. Il viaggio dei cinque amici diventa quindi un incubo dal quale sembra sempre più difficile uscire, man mano che passano le ore. Con l'aggravarsi della situazione, anche l'elemento di coesione e affiatamento fra gli amici viene a mancare, e si crea una sorta di faida interna alla piccola comitiva.

Il regista esordiente Peter Berg ha detto del suo film: Volevo scrivere una sorta di racconto morale, mettendo in risalto l'aspetto umoristico di una situazione caotica, in cui niente va per il verso giusto. Volevo indagare il mondo dell'assurdo e del grottesco. Ma per raccontare una storia del genere non devi e non puoi usare mezzi termini. Non credo si possa pensare che abbiamo voluto mettere in ridicolo un evento grave e serio come la morte.
Penso che proprio da questa affermazione venga fuori il senso più genuino del film: prendersi gioco del perbenismo, mostrare una situazione paradossale nella sua comicità, senza messe misure, ma anzi rendendo l'elemento splatter funzionale allo svolgimento della storia stessa. La contraddizione viene fuori dalle scene in cui si vedono le villette a schiere belle ordinate, pulite, linde, "falsamente candide" come i fautori di quella cultura "puritana" (passatemi il termine) che ama nascondersi dietro un dito, opposte allo spargimento di sangue perpetrato dai protagonisti.
E, a quanto pare, il regista riesce molto bene nel suo intento, anche se con forse un eccessivo compiacimento, ma comunque realizza un film che si lascia guardare tranquillamente e tiene abbastanza bene la tensione narrativa.

Tutti ottimi gli attori, da segnalare la bellissima Cameron Diaz, nel ruolo della fidanzatina permalosa e tutta presa dai preparativi per il matrimonio, così convinta e ansiosa di fare il fatidico passo, che neanche i massacri che la circondano possono fermarla, e il cinico Christian Slater, nel ruolo della "pecora nera" del gruppo.