9 gennaio 1991, ore 20:40, Canale 5. Andava in onda l'episodio pilota de I segreti di Twin Peaks, titolo italiano di Twin Peaks, la serie cult ideata da David Lynch e Mark Frost. Eravamo in molti, quella sera, davanti alla tivù a vedere quel programma televisivo di cui, sui giornali e negli spot televisivi, avevamo sentito parlare. Non potevamo sapere che quella serie avrebbe fatto la storia della televisione, e che l'avrebbe cambiata per sempre. Di questo abbiamo parlato a lungo sulle pagine di Movieplayer. Ma oggi siamo qui per parlare di quello che fu l'impatto dell'arrivo de I segreti di Twin Peaks in Italia. Dopo che, qualche anno prima, il pubblico delle reti che allora si chiamavano Fininvest (l'attuale gruppo Mediaset) si era trovato alle prese con la prima visione tv su Italia 1 di Velluto blu, e aveva iniziato a conoscere il mondo di David Lynch (non senza rimanerne sconvolto), ora vi si trovava completamente immerso, con continuità, ogni settimana, per mesi. E sulla rete ammiraglia. Canale 5 era allora il canale più mainstream e commerciale che ci fosse in Italia, quella che aveva trasmesso e portato al successo Dallas e Dinasty, che provava a portare in tv i grandi show nazionalpopolari del sabato sera, come Premiatissima, Risatissima e quel Festival per il quale aveva anche strappato alla Rai Pippo Baudo. Era la rete che avrebbe valorizzato (dopo una breve vita in Rai, proprio come per Dallas) la soap opera Beautiful. Quello di Canale 5 era un pubblico il più tradizionale possibile. Un pubblico che, accostandosi a Twin Peaks, probabilmente pensava di assistere a un'ennesima soap opera, o a un "serial" o uno "sceneggiato", come li definivano all'epoca. Un genere, quello della soap, a cui Twin Peaks si ispira e si rifà continuamente. In questo modo il pubblico era stato attratto, avvolto, conquistato. David Lynch, da quel momento, lo avrebbe turbato, sviato, scioccato e poi ammaliato con le sue visioni. Lo avrebbe portato nel suo mondo.
I segreti di Twin Peaks: la prima serie tv social
Erano tempi davvero lontanissimi. Oggi sarebbe impensabile che una serie tv come I segreti di Twin Peaks possa andare in onda su una tv generalista (non a caso la stagione 3, arrivata nel 2017, in Italia è stata distribuita su Sky Atlantic e su NOW TV, dove è ora disponibile, insieme alle prime due storiche stagioni). Questione di pubblico, ma anche di qualità di un prodotto, così altra da dover per forza essere sfruttata su una tv a pagamento. Nel 1991 non esistevano ancora, in Italia, e così è andata in onda su una tv free. E, soprattutto, su una tv "lineare", concetto che oggi è solo una delle possibilità. Allora, niente visioni in streaming, niente social media. Ma, nonostante tutto, I segreti di Twin Peaks è stata la prima serie tv "social". Sì, perché se ne discuteva, sempre e ovunque. La messa in onda era il mercoledì sera, e il giovedì mattina - a scuola, al lavoro, nei bar - non si parlava d'altro. Non c'era alcuna piattaforma in streaming, e l'unica possibilità, nel caso il mercoledì sera non si potesse vedere la puntata, era il caro, vecchio videoregistratore con le VHS. C'è ancora chi le conserva. Certo, al mattino dopo, dovevi pregare chi incontravi che non ti facesse degli spoiler. Oggi, con i social media, sarebbe stato impossibile resistere anche pochi minuti senza sapere chi fosse l'assassino di Laura Palmer dopo la messa in onda della famosa puntata rivelatrice. All'epoca, ci fu chi riuscì ad arrivare alla sera seguente senza sapere niente. E oggi ringrazia i compagni di liceo dell'epoca. Twin Peaks fu anche la serie con cui iniziarono i watch party, che allora non erano via social, ma proprio incontri di gruppo nelle case per vedere insieme le puntate. I Twin Peaks Party erano nati in America, con tanto di ciambelle, caffè e iconiche crostate di ciliegie. Ma si diffusero anche da noi.
Twin Peaks: Come le ossessioni di David Lynch sono diventate la serie tv che ha fatto la storia
Ciak, Tv Sorrisi e Canzoni, Sherilyn Fenn e Sheryl Lee
Sarebbe stato impossibile, in quel gennaio del 1991, non sapere che stava arrivando Twin Peaks. Dato che, al momento della messa in onda di Twin Peaks, il battage mediatico fu enorme. Le pagine delle riviste erano piene delle immagini della serie e delle sue star: da Tv Sorrisi e Canzoni, che adottò la serie seguendola con una copertura settimanale, all'allora testata gemella, il mensile di cinema Ciak, che allegò al numero di gennaio 1991 un piccolo ma preziosissimo libro, David Lynch e I segreti di Twin Peaks, di Alessandro Camon, perfetto per introdurre la serie ma soprattutto per contestualizzarla nell'arte di Lynch. I segreti di Twin Peaks era molto presente anche sui femminili dell'epoca. Chi scrive ricorda di aver visto una bellissima ragazza mora in un vestito lungo e attillato, giallo-oro, in un servizio su uno di questi giornali. La didascalia riportava il nome di Sheryl Lee, alias Laura Palmer, mentre era Sherilyn Fenn, l'attrice che interpretava l'intrigante Audrey Horne. Capitava che, dati i nomi simili, si facesse ancora confusione tra le due attrici, allora sconosciute in Italia, che sarebbero diventate star da lì a poco. Grazie alla pagina Facebook Twin Peaks Italian Gazette abbiamo ritrovato anche un'intervista a Sheryl Lee (stavolta la vera Sheryl Lee) su Gente del gennaio '91. Lontana dal look Laura Palmer, con i capelli corti, sbarazzini, e in jeans, con il suo bellissimo sorriso, l'attrice parla di sé. Titolo: "Una foto sul camino della casa di Twin Peaks ha fatto di me una diva", raccontando come fosse apparsa pochissimo nelle prime puntate, per poi tornare con un nuovo personaggio, creato apposta per lei.
Dagli spot ai Telegatti
D'altra parte, Canale 5 aveva lanciato alla grande la serie con un galà mandato in onda la sera prima, quella dell'8 gennaio, e con una serie di spot inconfondibili. Il gruppo Finivest era orgoglioso di aver portato in Italia la serie evento dell'anno, con la scritta "Silvio Berlusconi Communications presenta" che scorreva prima dei titoli di testa, sulle note del famoso tema di Angelo Badalamenti. Tra gli spot, con la voce off suadente dello speaker dell'epoca, abbiamo ritrovato grazie a Twin Peaks Italian Gazette quello in cui si annunciava l'ultimo episodio della prima stagione. Il testo è meraviglioso. "Nei sogni parli con Laura. E Laura ti risponde con mille voci diverse. Questa volta hai due ore di tempo, due ore a Twin Peaks per ascoltare tutte le voci, per scoprire di che sostanza sono fatti i sogni". L'onda lunga della serie sarebbe arrivata fino ai Telegatti del 1991, il premio televisivo organizzato proprio da Tv Sorrisi e Canzoni e Fininvest, in cui I segreti di Twin Peaks vinse nella categoria "telefilm straniero" battendo L'ispettore Derrick e Hunter. A consegnare il premio salì sul palco Monica Bellucci, ignara che, 25 anni dopo, sarebbe entrata nel mondo di Twin Peaks e, più precisamente, in un sogno di Gordon Cole (David Lynch). Vedere sul palco Sheryl Lee e Michael Ontkean (lo sceriffo Truman) accanto a Raffaella Carrà, sentire risuonare le note di Angelo Badalamenti nella cornice tutta lustrini dei Telegatti aveva un che di straniante. Ma è proprio quello a cui Lynch ci ha sempre abituato. "Pensavi di diventare così famosa interpretando il ruolo di una morta?" chiede la Carrà. "Se Laura non fosse morta, nessuno si sarebbe occupato di lei", la risposta dell'attrice.
Twin Peaks, il mistero di Laura Palmer e quel primo episodio che ha fatto la storia della TV
Il diario segreto di Laura Palmer
Twin Peaks è stato anche uno dei primi esempi di Transmedia Storytelling, di narrazione transmediale, che, partita in quegli anni, è continuata fino ai giorni nostri. All'epoca non sapevamo ancora cosa volessero dire questi termini tecnici, ma ci era apparso evidente che la narrazione non si trovasse tutta all'interno della serie televisiva. Il suo complemento era Il Diario segreto di Laura Palmer, libro che - ispirato a un oggetto chiave della serie - David Lynch aveva affidato alla figlia Jennifer Lynch, poi diventata regista anche lei (e quando uscì il suo primo film, Boxing Helena, con Sherilyn Fenn, ovviamente siamo corsi a vederlo). Il Dario segreto di Laura Palmer, 252 pagine, edito da Mondadori, arrivò in quegli anni ed è ancora disponibile. All'epoca, l'instancabile Tv Sorrisi e Canzoni ne regalò una versione ridotta, da staccare dalle pagine della rivista. L'operazione editoriale fu ritentata poco dopo con L'autobiografia dell'agente speciale Dale Cooper: la mia vita, i miei nastri, di Scott Frost, edita allora da Sperling e Kupfer e oggi fuori catalogo (per i collezionisti è in vendita su Amazon alla modica cifra di 169,99 euro...). Ai tempi del liceo, il "diario" di Laura Palmer girava come se fosse un documento della massoneria, di mano in mano, come un oggetto scabroso. Una volta letto, però, ci era sembrato deludente... La serie arrivò anche su Topolino, con la storia Topolino e i dolci segreti di Twin Pipps (testi di Mario Volta, disegni di Roberto Marini), sul numero 1917 del 23 agosto 1992. A proposito di oggetti di culto, anche in Italia arrivò la t-shirt "I Killed Laura Palmer" ("Io ho ucciso Laura Palmer"), ironica risposta alla domanda chiave della serie.
Le reazioni della critica...
I segreti di Twin Peaks non lasciarono indifferente nessuno, tanto il pubblico come la critica. Oggi stiamo parlando dell'impatto della serie in Italia, per cui ci limitiamo a riportare le critiche italiane che, in quel periodo, accolsero molto bene l'opera di David Lynch. Oreste Del Buono, su La Stampa, scrisse "È narrato molto bene, senza il minimo tentativo di forzatura realistica [...] eppure eroi e antieroi, persecutori e vittime sono talmente esaltati dal suo manierismo da invitare la gente all'immedesimazione". Aldo Grasso, del Il Corriere della Sera, avrebbe scritto in seguito "I segreti di Twin Peaks ha segnato un'epoca. Non solo televisiva. Ha simboleggiato l'inquietudine degli anni Novanta, cui ha offerto persino una colonna sonora, scritta da Angelo Badalamenti". Morando Morandini, nel suo dizionario, occupandosi dell'episodio pilota, scrive "A prescindere dalle puntate successive, questo pilot (con sottotitoli) è una bella detective story che inquieta e perturba, di una violenza mostrata soltanto nei suoi effetti ed esposta come il frutto di una "malattia" che Lynch lascia sospesa, quasi astratta, ma significativa. È una lezione di stile anche nel disegno dei personaggi".
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... e quelle del pubblico
Anche il successo di pubblico, soprattutto per la prima stagione, fu ottimo: in Italia quasi ogni serata superava i 10 milioni di spettatori. Ma Twin Peaks entrò nel gergo comune. Famosa l'esclamazione "Twin Peaks!" con cui i conduttori di Striscia la notizia intercalavano le notizie, e anche alcuni sfottò calcistici destinati ai tifosi le cui squadre non giocavano le coppe europee: "Noi il mercoledì la Champions League, voi Twin Peaks". Anche molti fatti di cronaca nera avvenuti in Italia in quegli anni venivano accostati all'omicidio di Laura Palmer.
Il DVD e il CD
Dell'episodio pilota originale (95') fu distribuita solo in vhs una versione estesa che chiude la vicenda con un finale alternativo - affrettato e posticcio - in cui l'assassino di Laura viene scoperto. Da avere assolutamente è invece il cd con la colonna sonora, nota con i titoli Soundtrack from Twin Peaks, Music from Twin Peaks e Twin Peaks (Original TV Soundtrack), a cura di Lynch e Angelo Badalamenti. Con le indimenticabili canzoni di Julee Cruise: Falling, Into The Night e A Nightingale. Ascoltatelo, e sarete catapultati immediatamente nella cittadina di Twin Peaks.