Al suo debutto su Netflix, Tutto chiede salvezza non è stata una sorpresa ma una conferma: ci aspettavamo molto dalla serie di Francesco Bruni e non ci ha delusi per costruzione narrativa, potenza espressiva, capacità di sviluppare i suoi temi e intrattenere il pubblico della piattaforma, che l'ha premiata portandola subito nella Top 10 settimanale, dove ancora mantiene il terzo posto mentre scriviamo. Protagonista è Daniele, ragazzo sensibile ed empatico, che si risveglia in un ospedale psichiatrico in seguito a un TSO per comportamenti che nemmeno ricorda e che riemergeranno poco a poco nel corso dei sette giorni di ricovero, raccontati in sette episodi in cui dovrà accettare la situazione, conoscere e capire i propri compagni di sventura e ritrovare se stesso. Ne abbiamo parlato proprio con il suo interprete Federico Cesari, insieme alla co-protagonista Fotinì Peluso e il regista Francesco Bruni, per capire qualche particolarità delle riprese e il loro punto di vista sul tema importante della salute mentale.
La video intervista a Federico Cesari, Fotinì Peluso e Francesco Bruni
All'ombra di un faro
Un punto essenziale della serie e del lavoro di Francesco Bruni per la serie è la gestione degli spazi, del luogo in cui i personaggi si muovono e interagiscono tra loro. Ma dove ha trovato una location così particolare e suggestiva? "La location è stata un colpo di fortuna" ci ha raccontato il regista, "perché eravamo veramente preoccupati di non riuscire a trovare un luogo adatto, anche nel rapporto tra gli ambienti che ci serviva. Poi finalmente abbiamo trovato questo ospedale militare di Anzio, che ha una vista sul mare e palme che fa sembrare di essere a Miami, ed ha spazi molto ampi, un parco molto interessante." Luoghi che non si limitano a essere una suggestiva cornice per il racconto, ma hanno una funzione narrativa. "Per me i luoghi sono stati fondamentali" ha infatti spiegato Federico Cesari, "sia il contesto fuori dall'ospedale, che caratterizza il Daniele che cresce e non può esprimere la sua sensibilità artistica, sia l'insieme della struttura che ci ha permesso di restituire una verità alla narrazione, dai minimi particolari come le scritte sui muri ai lettini e i lacci di contenimento, è stato tutto profondamente reale e ci ha permesso di calarci in una storia in cui il realismo è la cosa più importante."
"Il rapporto che il mio personaggio ha col luogo, ma con qualsiasi luogo che la circondi, è un sentimento di evasione" ha detto invece Fotinì Peluso, "lei non si sento mai al proprio posto. Anche se è circondata da persone, è perennemente sola. Ha delle contraddizioni intrinseche che non le permettono di essere serena. In quanto Fotinì l'impatto con il luogo è stato spettacolare, perché il posto è bellissimo. L'ospedale è sul mare, con questo faro che lo corona, e cambia molto in base alle giornate: quando c'era il sole sembrava l'eden con tutte queste palme intorno, mentre quando pioveva era un mare in tempesta. Mi ha molto impressionata."
Tutto chiede salvezza, la recensione: Sette giorni per ritrovare se stessi
Togliere lo stigma
Importante il tema di Tutto chiede salvezza, il parlare di salute mentale e togliere quello stigma che c'è stato, soprattutto in passato, su chi soffriva di disturbo di questa natura. "Di recente è stata la Giornata della Salute mentale" ha ricordato Francesco Bruni, "quindi se ne sta parlando. La serie si inserisce nel solco della psichiatria democratica, il nostro consulente è stato Peppe Dell'Acqua, e sposta un partito moderno." Sull'importanza del tema è d'accordo anche Federico Cesari, espandendo il discorso sull'aspetto umano: "Secondo me è importante tener presente che non si parla soltanto di malattia psichiatrica, si sta raccontando la storia di una persona e un gruppo di persone. Il loro vissuto e le reazioni a quel vissuto ha portato a una malattia psichiatrica che può essere più o meno predisposta. Bisogna riconoscere che dietro quella malattia c'è un vissuto, una persona, è quello che restituisce dignità ai pazienti psichiatrici. Il racconto della persona e non esclusivamente della malattia."