Tutti i ricordi di Claire, la recensione: Catherine Deneuve e l’ombra del passato

La recensione di Tutti i ricordi di Claire, di Julie Bertuccelli: Catherine Deneuve, accanto a Chiara Mastroianni, è la protagonista di un film sospeso fra nostalgia e rimorsi.

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Tutti i ricordi di Claire: una scena con Catherine Deneuve

Nell'introdurre la nostra recensione di Tutti i ricordi di Claire, terzo lungometraggio di finzione scritto e diretto dalla documentarista Julie Bertuccelli, approdato il febbraio scorso nelle sale francesi, è quasi inevitabile tornare con la mente a un'altra pellicola uscita quest'anno: Le verità di Hirokazu Koreeda, che con il film della Bertuccelli condivide non solo la medesima protagonista, Catherine Deneuve, ma soprattutto un approccio non troppo dissimile nello spazio riservato all'attrice francese, in grado di trasportare con sé un intero immaginario legato al suo immenso passato cinematografico.

Oui, je suis Catherine Deneuve

La compenetrazione fra l'intreccio narrativo dell'opera e gli echi biografici e professionali sulla sua protagonista costituisce un aspetto fondamentale de Le verità, in cui Koreeda giocava consapevolmente - e con vagonate d'ironia - con la statura divistica della star di Bella di giorno. In Tutti i ricordi di Claire, adattamento del romanzo Il cassetto dei ricordi segreti di Lynda Rutledge, Julie Bertuccelli non si spinge così a fondo; eppure Claire Darling, la donna che una mattina, all'improvviso, decide di mettere in vendita tutti gli oggetti della casa in cui ha vissuto un'intera esistenza, assimila inesorabilmente alcuni tratti del personaggio-Deneuve, dalla sua eleganza spontanea quanto distaccata a quel sottile potere di fascinazione che trapela dagli sguardi e dai gesti.

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Tutti i ricordi di Claire: Catherine Deneuve e Chiara Mastroianni in una scena del film

Insomma, quando si ha disposizione un'attrice del calibro di Catherine Deneuve, ma soprattutto dotata di una tale forza iconica, è pressoché inevitabile che il ruolo in questione si colori di sfumature ulteriori. Tanto più se, come nel caso specifico, esiste un preciso elemento di connessione fra il cinema e la realtà: la presenza di Chiara Mastroianni nella parte di Marie, la figlia di Claire, costretta suo malgrado a riavvicinarsi a quella madre alla quale non ha mai perdonato scelte e comportamenti durante una turbolenta storia familiare. Un tema che, tuttavia, il film inserisce tardivamente nell'ossatura della trama, senza giustificarlo con un adeguato approfondimento delle dinamiche del rapporto fra le due donne.

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L'ultima follia di Claire

Il ricongiungimento tra madre e figlia, accompagnato dal riemergere dell'ombra di chi non c'è più e da oscuri sensi di colpa, diventa il primario nucleo di tensione di un racconto che mantiene però tutta l'attenzione sul personaggio principale: la Faith Bass Darling della fonte letteraria, che ritorna (trasformata) nell'evocativo titolo francese, La dernière folie de Claire Darling. Un titolo in cui quella "ultima follia" rimanda al definitivo confronto con un passato materializzato negli oggetti, negli arredi, nelle fotografie di un teatro domestico in procinto di essere demolito pezzo dopo pezzo. Senza esitazioni, ma al tempo stesso senza l'energia necessaria a far assumere al film un autentico senso di urgenza.

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Conclusioni

La sostanziale esilità della narrazione non sarebbe di per sé un problema, specialmente se consideriamo l’intento di Julie Bertuccelli: farci immergere nell’universo emotivo di Claire nel giorno in cui l’anziana donna decide di segnare una cesura rispetto alla propria memoria e alle sue tracce ‘fisiche’. Ma come evidenziato in questa recensione di Tutti i ricordi di Claire, il film finisce per poggiarsi interamente sulle solide spalle di Catherine Deneuve, sui magnetici sottintesi di quel viso inconfondibile incorniciato da una regale chioma d’argento.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.6/5

Perché ci piace

  • La presenza scenica di Catherine Deneuve, che domina l’intera pellicola senza mai perdere l’attenzione dello spettatore.
  • Il fascino di un film intimista che si concentra del tutto su emozioni e relazioni dei suoi personaggi.

Cosa non va

  • Una struttura narrativa piuttosto esile, che fatica ad acquisire intensità e concretezza.
  • Un finale coraggioso, ma che lascia diverse perplessità.