Licorice Pizza e gli altri film di Paul Thomas Anderson

In occasione dell'uscita di Licorice Pizza, ripercorriamo la filmografia di Paul Thomas Anderson, composta di grandi titoli e parecchi capolavori.

Un'immagine che ritrae Paul Thomas Anderson
Un'immagine che ritrae Paul Thomas Anderson

Raccontare l'imperfezione attraverso opere pressoché perfette. È il cinema di Paul Thomas Anderson, il geniale regista originario di Los Angeles che, sin dal 1996, si è fatto strada nel panorama della settima arte attraverso opere di culto e indimenticabili. Dagli esordi in cui l'eredità di Martin Scorsese e, soprattutto, di Robert Altman erano ancora preponderanti, il regista ha via via costruito un proprio stile ben riconoscibile, sino ad arrivare a una seconda metà di carriera, in cui la sua poetica è definitivamente esplosa dando vita a veri e propri capolavori degli ultimi anni. L'uscita del suo ultimo film, Licorice Pizza, candidato a 3 premi Oscar, è l'occasione per ripercorrere la filmografia di quest'autore che non sempre è stato riconosciuto a dovere, a livello di palmarès, ma rimane uno dei pochi veri grandi narratori autoriali del cinema. Ecco tutti i film di Paul Thomas Anderson, in ordine cronologico.

1. Sydney (1996)

Sydney
Sydney: Philip Baker Hall in una scena del film

L'opera di esordio di Paul Thomas Anderson è anche quella che oggi viene ricordata di meno. Certo, Sydney ha lanciato il talento del giovane Anderson facendolo conoscere al mondo, grazie a una partecipazione alla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes del 1996. La trama del film ruota intorno a un'amicizia nata per caso tra il vecchio giocatore d'azzardo Sydney, interpretato da Philip Baker Hall, e un uomo fallito di nome John (John C. Reilly, qui alla prima collaborazione con il regista). I due inizieranno ad avere un rapporto mentore/allievo che risolleverà la vita di John. Qualche anno dopo, le loro strade si incroceranno di nuovo. Chiaro l'amore per Martin Scorsese da parte di Anderson, che dà vita a un film che gioca col crime e col noir. Un esordio convincente anche se ben distante dalla qualità con cui Anderson abituerà il proprio pubblico, proprio a partire dall'opera successiva.

Paul Thomas Anderson: perché è il miglior regista della sua generazione

2. Boogie Nights - L'altra Hollywood (1997)

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Mark Wahlberg in una scena sexy di Boogie Nights

Dirk Diggler come Jake La Motta (citato anche nella scena finale). Anche in Boogie Nights, film straordinario che racconta gli anni Settanta e il successo dell'industria del porno, Anderson guarda a Scorsese, ma, a differenza dell'opera d'esordio, inizia a costruire anche un proprio stile che lo accompagnerà nel corso della sua carriera. Dirk Diggles è in realtà Eddie Adams (Mark Wahlberg), un giovane ragazzo lavapiatti nella San Fernando Valley che, grazie alle sue innegabili doti fisiche, viene avvicinato dal guru del porno Jack Horner (un grandioso Burt Reynolds). Sarà l'inizio di un successo crescente per il giovane Eddie che diventerà una vera e propria star. Ma ad ogni ascesa segue una caduta. Tra cambi di tono che giocano con la commedia e il dramma e un parco personaggi memorabile (tra cui anche un giovanissimo Philip Seymour Hoffman), Boogie Nights è un cult che fu candidato a ben tre premi Oscar.

3. Magnolia (1999)

Magnolia Frogs
Magnolia: Jeremy Blackman in una scena del film

La paura del nuovo millennio in arrivo, attraverso nove storie intrecciate in un film-fiume con un cast all-stars, che mettono in scena il gioco del destino e le coincidenze della vita. Questo è Magnolia, primo vero grande capolavoro del regista. Un film dove finalmente Anderson è davvero sé stesso, capace di intingere in maniera emozionante nove storie dolorose. Difficile riassumere la trama del film, data la sua complessità. Ci basti ricordare alcuni dei personaggi più memorabili, come il cinico e sopra le righe Frank T.J. Mackey interpretato da Tom Cruise (che venne candidato all'Oscar come miglior attore non protagonista, senza vincerlo) e una delle scene indimenticabili: la violenta e affascinante pioggia di rane che segna l'atto finale dell'opera.

Da Il filo nascosto a Magnolia: il cinema di Paul Thomas Anderson in 8 grandi sequenze

4. Ubriaco d'amore (2002)

Una scena di Ubriaco d'amore
Una scena di Ubriaco d'amore

Il quarto film di Paul Thomas Anderson è anche uno dei più semplici e leggeri, anche se non manca quella profondità a cui l'autore non rinuncia. Ubriaco d'amore racconta la storia di Barry, un uomo solitario, unico fratello tra sette sorelle che l'hanno sempre ridicolizzato. Questa solitudine lo porta ad avere un comportamento perlopiù passivo che sfocia, a volte, in violenti scatti d'ira. La sua vita, però, cambierà quando conoscerà Lena, una donna di cui s'innamorerà immediatamente. La donna è costretta a viaggiare per lavoro, ma Barry, avendo accumulato come premio di un'offerta legata ai budini migliaia di voli gratis, è deciso a seguirla. Ubriaco d'amore è una commedia sofisticata che non manca di mettere in scena personaggi solitari e disagiati. Vincitore del premio per la regia al Festival di Cannes, il film può contare sull'interpretazione del protagonista Adam Sandler, lontano dai ruoli con cui comunemente era conosciuto.

5. Il petroliere (2007)

There Will Be Blood
Il petroliere: un primo piano di Daniel Day-Lewis

Con Il petroliere, Paul Thomas Anderson apre una nuova fase della sua carriera, composta da film lunghi, autoriali, che manifestano non solo un talento sempre maggiore, ma anche il racconto di una storia americana, al pari dei grandi romanzi della letteratura. Con un Daniel Day-Lewis da Oscar, il film racconta la storia di Daniel Plainview, un minatore che scopre un giacimento di petrolio nel 1898. In poco tempo si arricchisce diventando presto un famoso petroliere. Per costruire la propria identità, il cinico protagonista spaccia un figlio di un suo operaio morto per suo. Il rapporto conflittuale con un prete di nome Eli sfocerà nel corso degli anni sino ad arrivare alla Grande Depressione del 1929. Ancora una volta, Paul Thomas Anderson affronta due tematiche a lui care: il rapporto padre/figlio, ancora una volta perverso, e il racconto di una parabola umana.

6. The Master (2012)

The Master: il protagonista Philip Seymour Hoffman in una scena del film
The Master: il protagonista Philip Seymour Hoffman in una scena del film

Prima di tutto il resto, The Master è una lezione attoriale. La coppia formata da Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman vale da sola la visione di un film enigmatico e straordinario come il sesto della filmografia di Anderson. La storia potrebbe essere riassunta in un incontro tra un veterano della Seconda Guerra Mondiale, non esente da problemi, e il capo di una setta. Ciò che rende The Master così straordinario è nella raffinatissima regia di Anderson (vincitore del Leone d'Argento al Festival di Venezia) e nell'interpretazione dei due attori protagonisti, vincitori ex-aequo della Coppa Volpi, ma rimasti a secco in ottica Oscar. Forse The Master è il film più autoriale e difficile della filmografia del nostro, ma è sicuramente da riscoprire.

7. Vizio di forma (2014)

Vizio di forma: Joaquin Phoenix con Josh Brolin in una scena del film
Vizio di forma: Joaquin Phoenix con Josh Brolin in una scena del film

Tratto da un romanzo post-moderno di Thomas Pynchon, Vizio di forma è forse il film più lisergico e sfilacciato di Anderson. Joaquin Phoenix è ancora protagonista nei panni di Larry Sportello, detto Doc, un investigatore privato che opera nella Los Angeles del 1970. Vizio di forma è un noir sotto acido, un caso da risolvere che col proseguimento della trama, volge alla deriva narrativa, perdendosi tra personaggi e situazioni. Non un film destinato al grande pubblico, ma girato con gran classe. Immersivo come lo è Doc nei confronti della sua Los Angeles: Vizio di forma abbandona la struttura classica della sceneggiatura, per far rivivere un periodo, un'atmosfera, e - perché no - anche una forma di esistenza.

8. Il filo nascosto (2017)

Il filo nascosto: Daniel Day-Lewis in un momento del film
Il filo nascosto: Daniel Day-Lewis in un momento del film

Non nascondiamoci dietro a un dito: Il filo nascosto è uno dei migliori film del decennio appena trascorso. Si tratta di una storia d'amore e di ego, nel quale il famoso stilista Reynolds Woodcock, totalmente dedicato al proprio lavoro - di enorme successo - rimane affascinato da una giovane donna di nome Alma Elson. La storia d'amore che nascerà sarà un conflitto a tre tra i due amanti e la sorella di Reynolds, coinquilini della stessa casa. Sorretto da una regia elegantissima di Anderson, qui per la prima volta anche direttore della fotografia, e da una coppia di protagonisti straordinaria, con una Vicky Krieps maestosa, Il filo nascosto è un dramma in costume che esplode in tutte le sue emozioni nel finale. Ad oggi rimane l'ultima performance sullo schermo di Daniel Day-Lewis, ritiratosi dalle scene.

Licorice Pizza, la recensione: amarsi un po' (di corsa)

9. Licorice Pizza (2021)

Licorice Pizza
Licorice Pizza: Alana Haim e Cooper Hoffman

Il nono e ultimo (per ora) film di Paul Thomas Anderson è ancora una volta ambientato negli anni Settanta e strizza l'occhio alle commedie romantiche. Licorice Pizza racconta la strana e atipica relazione tra il quindicenne Gary Valentine (Cooper Hoffman, figlio del celebre Philip Seymour), ragazzo prodigio dal forte intuito imprenditoriale, e Alana Kane, una venticinquenne alla ricerca del proprio posto nel mondo. Tra i due nascerà un'amicizia sincera, mentre il mondo intorno a loro è destinato a cambiare. Vitale, immersivo, divertente, emozionante: Licorice Pizza è l'ennesimo grande film di Paul Thomas Anderson, un coming of age che porta lo spettatore a ritrovare una fiamma di vita. Con una colonna sonora formidabile e due protagonisti che dimostrano un talento eccezionale, nonostante sia per entrambi un esordio, Licorice Pizza è un film assolutamente imperdibile.