L'8 settembre del 1943 veniva proclamato l'armistizio tra governo italiano e forze Alleate, le quali stavano risalendo e liberando il Paese dopo gli sbarchi in Sicilia nel mese di luglio. Firmato il 3 settembre ma reso pubblico, come da accordi, dopo alcuni giorni, l'armistizio di Cassibile stabilì la resa incondizionata dell'Italia e il disimpegno dall'alleanza con la Germania nazista, che come risposta invase e occupò la parte settentrionale e centrale del Paese, provocando l'inizio della Resistenza e della guerra di liberazione italiana contro il nazifascismo.
Le conseguenze furono dunque immediate, ma ciò che emerse fu soprattutto una grande confusione tra le fila dell'esercito italiano, impreparato e sorpreso dall'annuncio del primo ministro Badoglio (che era nel frattempo succeduto a Benito Mussolini, in seguito alla caduta del governo fascista). Così, moltissimi dei soldati e degli ufficiali si trovarono da soli a combattere contro i tedeschi, o vennero costretti alla fuga dai propri reparti e a riparare in luoghi di fortuna. Nemmeno nel caso di una decisione inevitabile come quella dell'armistizio, il governo italiano si distinse per preparazione e organizzazione, come del resto tre anni di guerra avevano già ampiamente dimostrato.
Gli eventi dell'8 settembre e di quei giorni che seguirono alla stipula dell'armistizio sono stati raccontati da un film manifesto del cinema italiano: Tutti a casa, diretto da Luigi Comencini nel 1960 e con Alberto Sordi straordinario protagonista. Una drammatica pagina di storia, che viene rievocata attraverso un'opera brillante e amara: uno dei capolavori del nostro cinema d'epoca, che andiamo a riscoprire in occasione dell'ottantesimo anniversario dell'armistizio.
"I tedeschi si sono alleati con gli americani!"
Veneto, 8 settembre 1943. Mentre il sottotenente Alberto Innocenzi (Alberto Sordi) si trova fuori sede con i suoi artiglieri, via radio giunge una notizia inaspettata: il governo italiano ha firmato l'armistizio con le forze Alleate. Subito esplode il tripudio tra civili e militari, ma prima che si possa davvero festeggiare la pace, la reazione dei tedeschi non si fa attendere: immediatamente i nazisti aprono il fuoco contro i "traditori" italiani, costringendo i soldati a mettersi al riparo. L'aspetto ancora più grave è che dal quartier generale non è arrivato nessun ordine: così, i militari del regno si trovano letteralmente allo sbando, da soli contro un nemico armato e spietato. Il reggimento di Innocenzi inizia a sfaldarsi e, in poche ore, il tenente non si ritroverà che con un solo uomo al suo seguito: è il geniere Assunto Ceccarelli (Serge Reggiani), il quale ha la licenza per poter tornare a casa e porta con sé un pacco omaggio da consegnare al maggiore che lo ha aiutato a ottenerla.
Dopo le prime peripezie, dismessi gli abiti militari e indossati quelli civili, ed essersi divisi e poi ritrovati, Innocenzi e Ceccarelli si uniranno al sergente Fornaciari (Martin Balsam) e all'artigliere Codegato (Nino Castelnuovo) in un tortuoso viaggio fino alle rispettive città, ma sulla loro strada incontreranno nuovamente tedeschi e fascisti, oltre a una ragazza ebrea, Silvia Modena (Carla Gravina), che sta cercando di mettersi in salvo. Nel frattempo, gli Alleati stanno risalendo la penisola, e sono quasi arrivati a Napoli...
I migliori film di Alberto Sordi
Un prodigio del cinema italiano
Scritto da Age (Agenore Incrocci) & (Furio) Scarpelli, Marcello Fondato e dallo stesso Luigi Comencini, Tutti a casa è stato inserito nei cento film italiani da salvare, una lista realizzata dalle Giornate degli Autori all'interno della Mostra del Cinema di Venezia (con la collaborazione di Cinecittà Holding e con il sostegno del Ministero dei Beni Culturali), che racchiude opere estremamente significative del nostro grande schermo. La pellicola conserva intatto il proprio peso specifico, in quanto ritratto di un periodo cruciale della storia italiana e ammirevole opera di finzione dai significati profondi.
Le figure dei personaggi narrati sono, infatti, frutto dell'ispirazione degli autori, ma sono tutte verosimili. E tutte caratterizzate di una loro umanità, che i giorni tragici della guerra mette in mostra quasi inevitabilmente: solo il sostegno comune può corroborare la speranza di una salvezza.
Tra tutti spicca, ovviamente, il protagonista, magistralmente interpretato da Alberto Sordi, che per il ruolo di Alberto Innocenzi ottenne anche un David di Donatello nel 1961. L'attore romano si confrontò nuovamente con il genere bellico dopo l'altrettanto straordinaria esperienza de La grande guerra, che lo aveva consacrato di fronte al grande pubblico appena un anno prima. In Innocenzi si ritrovano i pregi e difetti dell'italiano medio, che Sordi ha descritto più volte nei suoi film. Dapprima ligio al dovere, poi lasciato solo in balìa delle circostanze, quindi anch'egli pronto a trovare la strada più breve (e comoda) per tornare a casa.
Il tenente inappuntabile lascerà spazio, durante il cammino, alla parte più opportunista del personaggio, che si renderà conto come ormai non vi sia più una causa per cui combattere. Avrà certamente ragione quando, arrivato nella cittadina dove ancora vive suo padre, quest'ultimo tenterà di farlo arruolare nelle ormai sconfitte fila fasciste, che ancora cercano di imporre la propria presenza sebbene il Duce sia stato destituito due mesi addietro e sia attualmente incarcerato (prima della liberazione per mano dei tedeschi e la conseguente formazione della repubblica sociale italiana). Ma, in altre circostanze, Innocenzi aveva già mostrato di non voler essere più parte del conflitto ancora in corso. Eppure, anche per lui arriverà il momento del riscatto quando, giunto a Napoli, si ritroverà in mezzo ai combattimenti delle cosiddette Quattro Giornate: il popolo partenopeo si è ribellato, e Alberto non potrà più tirarsi indietro come aveva iniziato a fare. Ecco che il tenente ritroverà la dignità del militare che aveva perduto.
In Tutti a casa vi sono dunque molti temi che vengono approfonditi, tutti trattati con maestria da Comencini: un film per molti versi prodigioso, e anche per questo oggi riconosciuto come uno dei titoli fondamentali della nostra tradizione cinematografica.
I migliori film di Alberto Sordi
Un cast di prim'ordine
Abbiamo parlato di Alberto Sordi e della sua prova straordinaria. Ma l'intero cast artistico di Tutti a casa rappresenta perfettamente l'eccellenza attoriale del cinema italiano dell'epoca. Serge Reggiani, nativo di Reggio Emilia ma naturalizzato francese, è stato uno degli interpreti più apprezzati tanto in Italia che oltralpe: un attore meraviglioso, che nel ruolo del geniere Ceccarelli esprime una bellissima umanità. Così come, del resto, avviene anche per il sergente Fornaciari di Martin Balsam (altro magnifico caratterista, che nello stesso anno di Tutti a casa girò Psycho con Alfred Hitchcock), per l'artigliere Codegato di Nino Castelnuovo e per la giovane Silvia di Carla Gravina.
Merita poi una menzione speciale Eduardo De Filippo, nel ruolo del padre di Alberto: un esperto violoncellista al quale la guerra ha tolto anche il piacere della musica, ma che non si rende conto della situazione politica che sta inevitabilmente cambiando. Il grande drammaturgo viene oggi ricordato soprattutto per le opere teatrali, ma la sua carriera cinematografica merita una rivalutazione complessiva, sebbene molte sue opere siano spesso introvabili e non vengano trasmesse più così spesso neppure in televisione.
Alla stessa maniera, per una mera questione di diritti, nemmeno Tutti a casa viene più proposto sul piccolo schermo, a differenza di quanto accadeva fino a qualche tempo fa. Auspichiamo che questo possa invece tornare ad accadere, per rendere partecipe il pubblico, specialmente quello più giovane, di poter conoscere una pellicola di riferimento del cinema italiano.