Dal film alla serie, Tutta colpa di Freud ha mantenuto lo spirito e i temi della storia di base, ma ha avuto l'opportunità di ampliare il mondo creato da Paolo Genovese, cambiandone sviluppo e costruzione. Ce l'ha confermato lo stesso autore in conferenza, ricordando come per il film del 2014 avessero una sceneggiatura lunghissima che era stato necessario adattare allo spazio cinematografico. Non è così nel lavorare a una serie, che ha la possibilità di approfondire i personaggi, dando più spazio anche ai comprimari, come accade ai ruoli interpretati da Claudia Pandolfi, Max Tortora e Luca Bizzarri, con i quali ci siamo confrontati in questa intervista.
La video intervista a Claudia Pandolfi, Max Tortora e Luca Bizzarri
La lavorazione, tra difficoltà e libertà
Uno degli argomenti della nostra chiacchierata non poteva che essere relativo al difficile periodo che stiamo vivendo, visto che le riprese di Tutta Colpa di Freud erano in corso quando la pandemia è iniziata, si sono dovute interrompere per poi riprendere in estate, lavorando ad agosto con abbigliamento che sarebbe andato bene a marzo. Tante difficoltà a cui ha accennato Luca Bizzarri, senza rinunciare alla sua vena umoristica: "Sono quello che ha avuto più difficoltà, perché limono per quasi tutta la serie, e mi ha permesso di fare qualcosa che a tutti gli altri era vietato." Sull'argomento è intervenuta anche Claudia Pandolfi, che sottolinea come siano stati davvero fortunati, perché stavano già girando e hanno potuto ricominciare.
Un lavoro portato avanti sentendosi liberi di improvvisare molto. "Abbiamo avuto la fortuna di avere una scrittura e una regia molto puntuali e precise, che ci consentivano, laddove era possibile, di dar fondo alle nostre velleità artistiche" ha spiegato Max Tortora, "ricordo vari episodi perché ci siamo divertiti molto." La conferma arriva da Claudia Pandolfi che sottolinea come Rolando Ravello sia un regista che lascia spazio all'iniziativa degli interpreti. "È un regista che vuole sapere che tipo di proposta gli fai quando arrivi sul set" ha raccontato l'attrice, "se c'è spazio, ti lascia libertà di creare."
Tutta colpa di Freud, le attrici: "L'atmosfera di famiglia è quella che si viveva sul set"
Tutte le sfumature dell'amore
Uno degli aspetti su cui la serie si sofferma è la varietà che si può riscontrare nelle relazioni sentimentali, come ci siano tante sfumature quando si parla di amore. Ce lo conferma Claudia Pandolfi che spiega come sia "fondamentale innanzitutto capire che esistono le declinazioni dell'amore. Che l'amore è universale nel senso più vero del termine." Un'attenzione a un tema così universale è anche l'aspetto della serie che la renderebbe appetibile fuori dai confini del nostro paese, ma raggiungere fin da ora un pubblico ampio di spettatori, da un anno a questa parte sempre più abituato a fruire delle piattaforme streaming e dei contenuti che veicolano in assenza della possibilità di andare in sala.
Tutta colpa di Freud, la recensione: una storia al femminile che racconta l'amore con leggerezza