Truman Capote – A sangue freddo: storia di un'ossessione che ha cambiato letteratura e giornalismo americani

Bennett Miller presenta il film con Philip Seymour Hoffman il 26 giugno alle 21: 15 al Parco della Cervelletta per il Cinema in Piazza. Ecco perché (ri)vederlo.

Philip Seymour Hoffman è Truman Capote

Chiunque abbia letto A sangue freddo, il romanzo capolavoro di Truman Capote converrà sulla natura cinematografica della scrittura dell'autore di New Orleans. Una scrittura capace di evocare immagini nitidissime nella mente di chi legge, creando una tale partecipazione emotiva da faticare a separarsi da quelle pagine. Un romanzo-reportage pubblicato nel 1966 che cambiò per sempre la sua vita e la narra.

Philip Seymour Hoffman nei panni di Truman Capote
Philip Seymour Hoffman in una scena del film

Un romanzo-reportage pubblicato nel 1966 che cambiò per sempre la sua vita e la narrativa americana. Questo è quanto racconta Bennett Miller in Truman Capote - A sangue freddo, film del 2005 che il regista in persona presenterà in dialogo con Antonio Monda il 26 giugno alle 21: 15 al Parco della Cervelletta nel corso dell'11ª edizione del Cinema in Piazza organizzata dalla Fondazione Piccolo America.

Truman Capote e un ruolo impossibile

7.	Stacco: vediamo in campo lunghissimo che a bussare è una ragazza
La casa dei Clutter in una delle prime scene del film

La storia è nota: il 15 novembre del 1959 Herbert Clutter viene trovato morto nella sua casa di Holcomb, Kansas, insieme alla moglie e ai due figli adolescenti. La mattina successiva, Capote legge un trafiletto di quel fatto di cronaca avvenuto nel ventre degli Stati Uniti sul New York Times e chiama il direttore del New Yorker, William Shawn, dicendogli di voler scrivere un articolo sugli omicidi. Da quella telefonata alla pubblicazione del romanzo passarono sei anni.

Un lasso di tempo in cui lo scrittore si immerse totalmente nella psicologia di provincia e nelle menti dei due colpevoli, Dick Hickock e Perry Smith, con i quali iniziò una fitta corrispondenza epistolare. Come mostra Truman Capote - A sangue freddo, l'intento dello scrittore di A colazione da Tiffany - interpretato da un gigantesco Philip Seymour Hoffman che per la sua interpretazione vinse l'Oscar - era quello di raccontare come la piccola comunità rurale aveva reagito al dramma disinteressandosi alla cattura o meno dei responsabili.

Catherine Keener in una scena di Capote
Catherine Keener è Harper Lee

Ma l'incontro con i due uomini - e in particolare la relazione umana instaurata con Smith - cambiò totalmente le carte in tavola. Miller racconta con precisione chirurgica le conseguenze professionali, morali ed etiche di quell'incontro. È un ruolo impossibile quello in cui si ritrova Capote: da un lato ha tra le mani del materiale che impresso su carta lo trasformerà in un'icona letteraria immortale, dall'altro, per poterlo diventare, dovrà tradire la fiducia dei due assassini e aspettare la loro morte per scrivere la parola fine al suo romanzo.

A sangue freddo e il New Journalism

Philip Seymour Hoffman interpreta Truman Capote
Una scena del film di Bennett Miller

Negli stessi anni in cui Capote si recava a Holcomb con la sua amica d'infanzia e scrittrice Harper Lee, negli Stati Uniti iniziò a farsi strada un nuovo stile giornalistico che nel 1973 Tom Wolf apostrofò come New Journalism. Una decina di anni, ovvero dal '60 al '70, che ebbero un grande impatto sulla narrativa e sul giornalismo statunitense e non solo. Tra i massimi rappresentanti lo stesso Wolfe, Gay Talese, Norman Mailer, Hunter S. Thompson (fondatore del Gonzo Journalism) e Truman Capote.

Il movimento consisteva nell'introduzione di elementi tipici della letteratura all'interno degli articoli giornalistici così da svincolarsi da strutture classiche e dare vita a degli ibridi. Non a caso A sangue freddo, insieme a _Frank Sinatra Has a Cold_di Talese, divennero dei perfetti esempi di commistione tra letteratura e giornalismo. È così che nel 1966 nacque il romanzo non-fiction.

Clifton Collins Jr. e Mark Pellegrino in Capote
Dick Hickock e Perry Smith

Elogiato da un lato e ferocemente criticato dall'altro per l'oggettività del suo sguardo, A sangue freddo è un lavoro minuzioso di ricostruzione e psicologia. Come mostra il film di Bennett Miller, lo scrittore è andato oltre la bidimensionalità del "cattivo" contrapposta alle vittime. Di Hickock e Smith conosciamo i pensieri e l'infanzia. Entriamo letteralmente nelle menti degli assassini. E possiamo farlo perché Capote è come se si fosse specchiato in loro. "È come se io e Perry fossimo cresciuti nella stessa casa. E poi, un giorno, lui si è alzato ed è uscito dalla porta sul retro, mentre io sono uscito da quella principale", confiderà lo scrittore all'amica di sempre, Harper Lee.

Una storia crime di gloria e disfatta

Philip Seymour Hoffman e Catherine Keener in Capote
Un'immagine del film

Da quei sei anni Capote uscì emotivamente a pezzi e Truman Capote - A sangue freddo lo testimonia. Il suo conflitto interiore e il suo sgretolamento morale sono l'oggetto di analisi di Miller. Uscito a puntate sul New Yorker prima di essere pubblicato come romanzo, il frutto del lungo lavorò dello scrittore si tradurrà in un successo economico e in un'osannazione letteraria. Ma il prezzo pagato sarà altissimo: Truman Capote non riuscì mai più a finire un altro romanzo e si lasciò andare all'alcolismo che lo uccise a 59 anni.

Ciò che ha reso A sangue freddo un tale fenomeno è stata anche la nostra ossessione per il crime. Se oggi siamo abituati ad ascoltare podcast che ripercorrono crimini efferati o guardare serie tv su serial killer dobbiamo ricordarci che molti anni prima Truman Capote si è avventurato lì dove nessun altro era andato prima camminando sul filo di cronaca e voyeurismo.

15.	Controcampo verso l’interno della stanza. Un corpo sul letto, sangue sul muro
Una scena di Truman Capote - A sangue freddo

Nel leggere il romanzo ci ritroviamo sulla scena del crimine, possiamo percepire il silenzio che avvolge quelle stanze, il cielo livido fuori le finestre. Così come immaginare il sangue un tempo caldo dei Clutter riverso sul pavimento, nei letti o sui muri mentre mani e piedi sono legati con le funi. Sono pagine che a fatica lasciano il lettore. Immagini che a distanza di anni rimangono vivide. In quelle pagine e in quella storia Truman Capote è rimasto intrappolato.

"Fino a una mattina di metà novembre del 1959 pochi americani - e in verità pochi abitanti del Kansas - avevano mai sentito parlare di Holcomb". Quella cittadina rurale, diventata suo malgrado celebre per un massacro insensato, ha fatto da sfondo alla gloria e alla disfatta di uno dei più grandi scrittori del Novecento. Il palcoscenico di una storia che ha raccontato al mondo, ma che ha finito per schiacciarlo.