Correva l'anno 2016, e tra le offerte cinematografiche dell'autunno c'era Trolls, nuovo parto creativo della DreamWorks Animation: un'avventura all'insegna dei colori, della musica, dell'amicizia e del divertimento, con un apparato visivo e umoristico notevole e una colonna sonora da urlo (merito anche della partecipazione di Justin Timberlake). Un successo discreto - 346 milioni di dollari al box office mondiale - che ha generato un vero e proprio franchise, tra spin-off e sequel, con Trolls World Tour che ha esordito qualche giorno fa in streaming e Video On Demand in contemporanea con quello che sarebbe stato il suo sfruttamento cinematografico. Per festeggiare questa nuova aggiunta al mondo dei Troll, abbiamo voluto passare in rassegna i cinque elementi fondamentali di questo universo molto particolare.
Trolls World Tour, la recensione: L'importanza dell'armonia
1. Dalla Danimarca a Hollywood
L'origine del franchise risale al 2013, quando la DreamWorks Animation ha acquistato i diritti mondiali dei cosiddetti Troll Dolls (eccezion fatta per il merchandising in Danimarca, ancora in mano agli eredi del creatore Thomas Dam), celebri giocattoli che dal 1959 fanno parte dei brand più conosciuti e iconici al mondo. A partire da questi pupazzetti spettinati è stato quindi ideato un intero universo, con una mitologia tutta sua legata alla musica e al conflitto tra i Troll e i Bergen. Quasi una versione più sofisticata di ciò che la Disney fece tre decenni addietro con I Gummi, serie animata che creò un universo di avventure magiche in un contesto simil-medievale partendo dalla nota marca di caramelle gommose. Così è nato Trolls, che dal 2016 diverte grandi e piccini.
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2. Le tribù
Se nel primo film la trama segue un canovaccio abbastanza classico, incentrato sul conflitto tra le adorabili creaturine e chi preferirebbe divorarle, Trolls World Tour si spinge più in là, esplorando le diverse tipologie di Troll, con sei tribù che si distinguono tra di loro in base al tipo di musica che prediligono: pop (il gruppo visto finora), funk, classica, techno, country e rock. Quest'ultima fazione vuole distruggere tutte le altre, dando il via ad un'avventura ancora più colorata e creativa, con sei mondi che forniscono una varietà notevole e sbalorditiva per quanto riguarda la componente estetica di un sequel ambizioso quanto divertente.
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3. La musica
Servirsi di grandi successi della musica al cinema in generale, e nei film d'animazione in particolare, non è niente di nuovo. La stessa DreamWorks Animation è nota, in parte, per le scelte musicali molto intelligenti per i suoi franchise, a cominciare da quello di Shrek. Questo è però un raro caso in cui la componente musicale è parte integrante della trama e non solo un accessorio, con ciascuna canzone scelta per la sua importanza all'interno della storia e per la caratterizzazione dei personaggi, a volte adattando leggermente i testi (vedi True Colors, che in questa sede rispecchia la personalità e l'aspetto fisico dei due protagonisti). Questo è, come già detto, ancora più importante nel seguito, dove la distruzione dei vari generi musicali è parte della premessa. Al repertorio si aggiungono anche brani originali come Can't Stop the Feeling, che nel 2017 è valso una nomination all'Oscar a Justin Timberlake (doppiatore di Branch nella versione originale).
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4. Sento le voci
La DreamWorks Animation si è sempre fatta notare per l'uso di attori famosi per prestare le voci ai diversi personaggi dei suoi film, da Mike Myers per Shrek a Nicolas Cage per il patriarca ne I Croods. Il mondo di Trolls è particolarmente importante da questo punto di vista, dato l'elemento musicale e canoro (anche se nella versione italiana sono doppiate persino le canzoni), e al fianco del già citato Timberlake possiamo quindi udire Anna Kendrick, Zooey Deschanel, James Corden, Christine Baranski e Gwen Stefani. La cosa è ancora più significativa, e a tratti ironica, nel secondo capitolo, dove l'antagonista e suo padre sono doppiati rispettivamente da Rachel Bloom (creatrice e interprete di Crazy Ex-Girlfriend) e Ozzy Osbourne.
5. Un franchise multimediale
Più di ogni altro franchise della DreamWorks Animation, quello di Trolls ha saputo sfruttare tutte le modalità di visione offerte al giorno d'oggi, a cominciare dal cinema per il capostipite del 2016. Il sequel, come già detto, doveva uscire contemporaneamente in sala e VOD come parte di una precisa ed eccezionale strategia distributiva della Universal, ma ha poi optato direttamente per l'arrivo immediato in home video tramite le varie piattaforme di streaming e On Demand. Prima di arrivare a quel film, però, ci sono stati di mezzo anche la televisione e lo streaming seriale: nel primo caso si è trattato di un breve speciale, di 30 minuti e con il cast originale del prototipo, andato in onda su NBC nel 2017; nel secondo, invece, parliamo di Trolls - La festa continua, spin-off realizzato con tecniche tradizionali anziché il 3D digitale dei film e disponibile su Netflix, per un totale di 52 episodi suddivisi in otto stagioni, tra il gennaio del 2018 e il novembre del 2019. E non finisce qui, poiché una seconda serie, intitolata TrollsTopia, è in lavorazione per la piattaforma Hulu e sarà anche disponibile su Peacock, il servizio di streaming della Universal che debutterà in America il 15 luglio.