Transformers: War for Cybertron - Siege, la recensione della miniserie Netflix

La nostra recensione di Siege, prima parte di una trilogia animata in esclusiva su Netflix che racconta la guerra tra i mitici robot trasformabili di Hasbro.

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Transformers: War for Cybertron: una immagine della serie Netflix

I Transformers sono ancora oggi una vera e propria icona dell'infanzia per tutti quelli che hanno superato abbondantemente i trent'anni, ma c'è da dire che negli ultimi tempi sono stati bistrattati al punto che alcune produzioni di un certo valore come la serie animata Transformers: Prime e il reboot cinematografico Bumblebee sono stati guardati con diffidenza e sospetto dagli stessi fan. In questa recensione di Transformers: War for Cybertron vi spiegheremo come mai abbiamo chiuso il sesto e ultimo episodio della serie con gli occhi che brillavano e l'ansia di scoprire quando arriverà su Netflix il resto di questa trilogia animata che ci ha fatto scordare definitivamente le scempiaggini di Michael Bay.

La guerra per Cybertron

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Transformers: War for Cybertron: una scena del primo capitolo

La miniserie animata prodotta da Polygon Pictures, Rooster Teeth Productions e Allspark Animation per conto di Hasbro e Netflix racconta il conflitto che ha spaccato in due la popolazione del pianeta Cybertron e condotto in seguito i Transformers sulla Terra. È una mitologia che ogni fan che si rispetti conosce quantomeno per sentito dire, dato che sono stati pochi i franchise che si sono effettivamente concentrati su queste vicende, preferendo invece relegarle nello spazio di una backstory o di un flashback per poi puntare i riflettori non tanto sui robot alieni, quanto sui protagonisti umani della vicenda. Ciò non accade in Siege, prima parte della trilogia War for Cybertron, perché gli scrittori George Krstic, Gavin Hignight e Brandon M. Easton hanno preferito un approccio molto più introspettivo, maturo e ragionato che abbiamo decisamente gradito.

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Transformers: War for Cybertron: una scena della serie Netflix

Già nei primi episodi della miniserie abbiamo riscontrato differenze importanti dalle ultime iterazioni mainstream del franchise. Il protagonista assoluto, Optimus Prime, non è ancora il leader carismatico che conosciamo, ma una guida inesperta che i suoi stessi sottoposti - in particolare la grintosa Elita-1 - mettono spesso in discussione. L'idolo dei bambini Bumblebee riesce a tenersi la sua voce per tutta la miniserie, invece di sacrificarla al dio del marketing, e gode di una caratterizzazione abbastanza innovativa: quando lo incontriamo per la prima volta, Bee è neutrale e praticamente fa il mercenario per il miglior offerente, Autobot o Decepticon che sia. E mentre Megatron si trasforma sotto i nostri occhi in un vero tiranno, in cerca del fantomatico Allspark per riprogrammare a sua immagine ogni cybertroniano, trai i suoi Decepticon si incrina la convinzione che questa guerra - ma qualsiasi guerra - abbia davvero un senso.

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Transformers: War for Cybertron: una immagine promozionale della serie

C'erano una volta i giocattoli

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Transformers: War for Cybertron: una scena della serie animata Netflix

In questo modo, gli scrittori della serie esplorano le sfumature di un conflitto che ci è sempre stato mostrato in bianco e nero, salvo pochissime eccezioni. La miniserie si prende il tempo di caratterizzare i vari comprimari, dal medico da campo Ratchet ai Cercatori di Starcream, senza limitare il loro spazio a inutili comparse. Questo significa che in queste sei puntate di War for Cybertron si parla spesso, e tanto, e qualche volta il doppiaggio italiano - ma anche quello in lingua inglese, bisogna ammetterlo - zoppica un po' tra battute pronunciate con troppo entusiasmo, se non troppo poco. Ovviamente è difficile interpretare i sentimenti di macchine che a schermo si esprimo perlopiù attraverso le animazioni degli occhi senza pupille: molti Transformers, come Optimus stesso o Wheeljack, non hanno neppure una bocca visibile.

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Transformers: War for Cybertron: un'immagine tratta dalla serie

È una scelta molto peculiare, basata principalmente su due fattori. In primo luogo, bisogna sottolineare che l'intero concept della serie si ispira a un'apprezzata serie di giocattoli Hasbro in distribuzione da un paio di anni che voleva riportare nelle case dei collezionisti i Transformers con un aspetto più simile alle loro controparti degli anni '80 che ai design moderni: in pratica, per una volta, è la serie che esce sull'onda del successo dei giocattoli, e non viceversa. In secondo luogo, gli studi di animazione che hanno sviluppato la serie hanno effettivamente tradotto i modelli 3D dei giocattoli in computer grafica: da una parte abbiamo quindi una fedeltà straordinaria che delizierà i fan e i collezionisti, dall'altra bisogna fare i conti con una certa rigidità di alcune animazioni, dovuta perlopiù all'aspetto squadrato e massiccio dei vari Transformer.

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Transformers: War for Cybertron: una scena della serie

Eventualmente ci si fa l'occhio, anche perché War for Cybertron è curatissimo sotto ogni altro aspetto. Abbiamo particolarmente apprezzato le texture dei modelli 3D che richiamano le superfici metalliche, arricchite da graffi, danni, escoriazioni e altri segni di lotta che sottolineano i guai che hanno già passato i vari personaggi. Le scene d'azione sono peraltro coreografate sufficientemente bene quando si tratta di combattimenti corpo a corpo, ma nella maggior parte del tempo i Transformers ricorrono alle armi da fuoco in scene che rievocano perfettamente l'ambientazione fantascientifica e avveniristica. In questo senso, per i fan più sfegatati potrebbe essere una specie di difetto vedere i loro robot preferiti trasformarsi, effettivamente, ben poco, ma lo script sfrutta le peculiari capacità dei personaggi in modo intelligente, senza forzare la mano solo perché, essendo Transformers, devono... be', trasformarsi. E questo, secondo noi, dice molto sull'accuratezza di questa miniserie.

Conclusioni

In questa recensione di Transformers: War for Cybertron abbiamo cercato di farvi capire come Netflix sia riuscita a consegnarci quella che sembra proprio destinata a diventare una delle migliori interpretazioni in assoluto del mitico franchise Hasbro. Al netto di qualche imperfezione nelle animazioni, Siege ci ha stupito per la narrazione matura e il tempo dedicato all'introspezione dei personaggi: ora non ci resta che aspettare la seconda parte, Earthrise, per scoprire come proseguirà la battaglia tra Autobot e Decepticon sul nostro pianeta.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
2.1/5

Perché ci piace

  • La narrazione matura e la caratterizzazione spesso sorprendente di alcuni personaggi iconici.
  • Il design curatissimo dei Transformers che richiama i giocattoli Hasbro.

Cosa non va

  • Qualche animazione sottotono.
  • Il doppiaggio non sempre azzeccato sia in lingua italiana, sia in lingua inglese.