Uno dei primi resoconti della proiezione su tre schermi del Napoleone di Abel Gance la fa François Truffaut nel 1955. A quasi trent'anni dall'uscita ufficiale l'allora critico aveva avuto modo di assistere alla proiezione nel formato originale della magniloquente opera, e ne uscì estasiato affermando che Gance era ancora uno dei più grandi autori del cinema francese.
Poi venne l'epico restauro operato sulla pellicola da Francis Ford Coppola, il quale l'acquistò e la rimise in sesto lasciando al padre Carmine l'onore di comporre una colonna sonora adatta (l'originale era andata irrimediabilmente persa). Una volta finita l'operazione di messa a nuovo la pellicola fu presentata nel 1981 in una grande serata al Colosseo durante una delle prime edizioni dell'Estate Romana, presenti anche il presidente Mitterand tra le autorità e registi come Michelangelo Antonioni tra il pubblico assiepato sulle collinette.
Quell'evento quasi irripetibile (il Napoleon necessita per una corretta proiezione di tre schermi e tre proiettori) è stato invece ripetuto sabato scorso, sempre a Roma, sempre con la copia di Coppola, sempre dietro al Colosseo e sempre con ingresso gratuito e orchestra dal vivo. Un'esperienza complessa e potente, a cui è difficile credere.
Saranno state almeno 500 le persone nella lunga platea e soprattutto seduti per terra ai suoi lati, sui prati, sul sintetico, dietro ai pali, agli alberi e ai tralicci. In 500 per vedere un film muto, del 1927 e della durata di 4 ore. Un pubblico singolarissimo, in grado di riconoscere Antonin Artaud (rivoluzionario attore francese morto giovanissimo) al solo vederlo senza nemmeno bisogno di leggerne il nome e pronto a stare seduto per terra per 4 ore guardando lo schermo anche di sbiego. Per nulla infastidito dal continuo mormorare, che data la natura muta del film e l'alto volume sviluppato dall'orchestra non era fastidioso, e continuamente esaltato dalle trovate e dagli ardimenti tecnici del film.
Ma questa proiezione è stato un evento non tanto per la difficoltà di poter vedere il Napoleon nel suo formato originale a tre schermi, quanto soprattutto per la straordinaria occasione di ricostruire oggi un modo di fruire e vedere film tipico dell'era del muto. Una visione sicuramente più distratta, chiassosa, più partecipata (grida di incitamento e applausi di continuo), una visione durante la quale gli spettatori si alzavano per andare al bagno e tornavano con birre e panini per vedere il film sdraiati per terra all'aperto accanto al Colosseo in mezzo ai fori imperiali. Qualcosa insomma di folle che ha invece riscosso un successo clamoroso.
Perchè tolta tutta quella parte di pubblico venuta a causa del fattore "evento", che poi se n'è andata a metà spettacolo, il resto erano veramente tutti i grandi appassionati di cinema della città, tutti riuniti in un posto unico a vedere qualcosa di unico.
Quando verso la fine finalmente è venuto il momento della tanto attesa proiezione tripla (non tutto il film era stato filmato con tre macchine da presa ma solo tre sequenze due delle quali sono andate perse), e si sono spostati i veli dalle parti laterali dello schermo per fare spazio alle immagini degli altri due proiettori, la fibrillazione era tangibile e il film era al culmine del processo panico. Tanto che quando è arrivato il momento della sequenza finale, nella quale le immagini di Napoleone che cavalca fiero e indomito assieme alle sue truppe verso l'Italia sono mostrate con i tre schermi che assumono le tre colorazioni della bandiera francese e l'orchestra suona la marsigliese, anche un italiano si commuove.