Tom Jones, la recensione: dal romanzo alla serie, un period drama romantico, ironico e avvincente

La recensione di Tom Jones, la miniserie in onda dal 30 settembre su Sky Serie e NOW che adatta il romanzo omonimo di Henry Fielding raccontando una storia d'amore d'epoca con Solly McLeod di House of the Dragon e Sophie Wilde di Talk to Me.

Tom Jones, la recensione: dal romanzo alla serie, un period drama romantico, ironico e avvincente

Spesso i period drama risultano tutti uguali, stantii e pomposi, proprio come gli abiti enormi ed ingombranti che devono indossare i protagonisti per veridicità storica. Ci sono però le dovute eccezioni e una di queste la ritroviamo sicuramente nella recensione di Tom Jones, la nuova serie dal 30 settembre su Sky Serie e in streaming su NOW. Il serial non è forte solo di una scrittura avvincente e di una messa in scena fresca e moderna senza però risultare anacronistica ma anche di due protagonisti che si stanno facendo conoscere. Un mix di ingredienti che rende questa ricetta davvero gustosa e consigliata a chi apprezza il genere ma anche a chi lo ha guardato sempre con un po' di circospezione.

Due protagonisti affiatati

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Tom Jones: Solly McLeod in una scena

La prima chiave della riuscita di Tom Jones sono i due interpreti scelti per incarnare lo spirito dei protagonisti del romanzo di Henry Fielding. Sophie Wilde, che potete apprezzare al cinema in questi giorni come protagonista dell'horror Talk to Me, che sta facendo molto parlare di sé, e Solly McLeod, che è stato Ser Joffrey Lonmouth, ovvero l'amante che fa una brutta fine di Laenor Velaryon in House of the Dragon.

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Tom Jones: una romantica scena della serie

Sophie Wilde e Solly McLeod sono sicuramente il fiore all'occhiello della serie. Entrambi sono carismatici e da subito non riusciamo a non parteggiare per loro: il mascalzoncello personaggio titolare, figlio bastardo di una serva, senza aver mai conosciuto l'identità del padre, che viene adottato dal ricco e nobile padrone di casa, Squire Allworthy (James Fleet, già visto in un altro period, Bridgerton), che detiene Paradise Hall; e Sophia, la ragazza arrivata da oltreoceano, vista da tutti come un frutto esotico tranne che da lui, nipote bastarda di un altro nobile del posto, che non ha mai conosciuto l'identità della madre, una schiava liberata. Il loro incontro non sarà immediato ma avverrà col tempo, mentre le loro strade si incroceranno senza che inizialmente lo sappiano, proprio come il loro destino, strizzando l'occhio a commedie romantiche come Serendipity ma con una storia ambientata nel 1700.

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Una scrittura coinvolgente

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Tom Jones: Sophie Wilde in un'immagine

L'altro asso nella manica della miniserie PBS è la scrittura a cura di Gwyneth Hughes - che già aveva giocato con gli stilemi del genere in Vanity Fair e Miss Austen Regrets - che adatta il romanzo di Fielding con verve e grande umorismo, mostrando situazioni surreali e creando un'atmosfera favolistica fin dalle prime battute, con il voiceover di Sophia ad accompagnarci in questa storia d'amore classica eppure unica e sui generis. C'è un parallelismo di ricerca della propria identità molto interessante da parte dei due personaggi, che forse proprio per questo divengono complementari: entrambi figli di servi e schiavi la cui composizione genetica non è mai stata ufficializzata, entrambi ribelli a proprio modo e che non riescono sempre a seguire le regole dettate dalla società.

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Tom Jones: un momento della serie

Lui che vuole essere un gentiluomo e dovrà imparare a capire cosa significhi questo nella società dell'epoca, lei una nobildonna nonostante sia un ruolo che le sta un po' stretto. Tom viene esiliato con disonore e Sophia scappa di casa per sfuggire al matrimonio combinato con William Blifil, l'erede di Paradise Hall, che poi è il "cugino" di Tom. Ad aggiungere ostacoli e complicazioni al "triangolo" amoroso ci si metterà anche la zia di Sophia, la pericolosa Lady Bellaston (la Hannah Waddingham di Ted Lasso, già in dramma in un costume nel Trono di Spade) che mette gli occhi sul ragazzo.

Una serie moderna

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Tom Jones: Sophie Wilde in una scena

C'è un'altra parente in cui i due giovani potrebbero riporre le proprie speranze, ovvero Zia Western (Shirley Henderson), che sarà portavoce di un discorso femminista anche litteram che però non risulta mai forzato o fuoriluogo, bensì è espressione di un disagio generazionale che si ripercuote ancora oggi nella società. Sposarsi per amore e non per convenienza davvero si può? Oltre ai costumi e alle scenografie, è proprio il tono fiabesco generale, la caratterizzazione dei personaggi pronunciata e sopra le righe, i dialoghi attempati eppure squisitamente moderni, a rendere Tom Jones una miniserie godibile davvero per tutti, che possono sorridere di se stessi specchiandosi in un racconto fatto di gentiluomini e gentildonne.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Tom Jones non possiamo che ribadire quanto la serie sia riuscita nel mescolare elementi vecchi e nuovi, della storia raccontata ambientata nel ‘700 così come della società di oggi. Funzionano i due protagonisti e il loro affiatamento così come la caratterizzazione degli altri personaggi, e la storia d’amore al centro sarà pieno di colpi di scena sorprendenti.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Sophie Wilde e Solly McLeod sono ottimi insieme ed è il loro momento (soprattutto di lei con Talk to Me).
  • Scenografie e regia sono affascinanti e coinvolgenti.
  • I dialoghi auto-ironici e i personaggi sopra le righe.

Cosa non va

  • Nonostante la verve e il ritmo, potrebbe non piacere a chi non ama i period drama e le grandi storie d’amore.