Il violento Lawless, appassionante period thriller venato d'ironia, declina l'Era del Proibizionismo alla sua maniera grazie alla sceneggiatura firmata dal musicista e scrittore Nick Cave e allo stile teso e visionario del regista John Hillcoat. L'opera, tratta dal romanzo autobiografico di Matt Bondurant The wettest county in the world, non ha fatto innamorare la critica presente a Cannes, ma ha catturato l'attenzione dei media per la presenza di una pioggia di star presenti sulla Croisette quasi al completo (assente eccezionale Gary Oldman) per fare cerchio intorno a Hillcoat. Oltre ai tre protagonisti, i 'fratelli Bondurant' interpretati da Tom Hardy, Shia LaBeouf e Jason Clarke, sono presenti le attrici Mia Wasikowska e Jessica Chastain, il giovane Dane Dehaan e il 'villain' Guy Pearce.
Lawless è tratto da un romanzo a sua volta ispirato a una storia vera. Avete lavorato insieme allo scrittore Matt Bondurant per adattare il libro?
Nick Cave: No. Ho amato molto il libro di Matt e realizzare la sceneggiatura è stato un sogno, ma non mi sono preoccupato del fatto che era tratta da una storia familiare.
Cosa vi ha attratto dell'era del Proibizionismo?
Nick Cave: Per quanto mi riguarda non è stata tanto l'ambientazione, quanto l'atmosfera che si respira nella storia. Mi sono piaciute la dimensione da love story classica contenuta nella storia e la violenza estrema fuse in un unicum, sentimento e brutalità.
Il film è violento. Come è stato fare ritorno negli anni '30? Come vi siete preparati?
Shia LaBeouf: Sul set si è creata una sorta di comunità, soprattutto tra noi membri della famiglia protagonista della storia. E' una storia di fratellanza, e il film è stato realizzato in modo molto organico. Anche la violenza è realistica perché è integrata nell'epoca che abbiamo voluto riprodurre. Noi attori non abbiamo avuto grandi difficoltà sul set.
Tom Hardy: Gioco a scarabeo ed è molto impegnativo perché Jessica mi batteva sempre. Anche a battaglia navale.
Quali sono i riferimenti di Lawless? Vi siete ispirati a C'era una volta in America di Sergio Leone, che è stato presentato qui a Cannes?
John Hillcoat: Sono un grande fan di Leone. Ciò che amo del suo cinema è il modo in cui trasforma il genere in qualcosa di superiore, innestando elementi storici e visivi notevoli. Sicuramente risento della sua eredità.
Cosa pensate voi dei Proibizionismo? Un tempo vi era una crociata contro l'alcool, ora contro le droghe leggere. Quale è la vostra posizione?
Tom Hardy: Come esperto di alcool e droghe in pensione, mi sembra che ci siano ottimi argomenti a favore della legalizzazione, ma anche contro.
Tom, ultimamente hai recitato spesso insieme a Gary Oldman. Puoi parlarci del vostro rapporto sul set?
Tom Hardy: Ho recitato per la prima volta con lui in La talpa, in una scena in cui lo dovevo solo guardare e non dovevo dire niente. Abbiamo dovuto girare nuovamente la scena per problemi tecnici ed è stato un bene perché così sono stato tutto il tempo a guardarlo senza dire niente. Penso che lui sia un dio della recitazione ed ero molto felice di lavorare con lui, è uno dei miei eroi.
Questo è uno dei cinque film di produzione americana in concorso. Cosa pensi del cinema americano attuale?
John Hillcoat: Io in realtà penso a un film come una storia per il mondo. Non sono legato al concetto di nazionalismo, mi interessano le storie ambientate in America, ma anche quelle nel mio paese natale, in Australia, e ovunque. In questo momento la situazione economica è difficile ovunque, è difficile trovare finanziamenti, ma seguo con attenzione le produzioni televisive di alto livello.
Jessica, stavolta ti sei calata nel ruolo di dark lady.
Jessica Chastain: Maggie è una donna che proviene da una situazione difficile e ha molta esperienza quando e si imbatte nei tre fratelli Bondurant., che non sono abituati ad avere presenze femminili nella loro casa. Per me è stato interessante approfondire la sua femminilità a confronto con la violenza che la circonda.
Sei a Cannes per la seconda volta consecutiva. Che direzioni pensi stia prendendo la tua carriera?
Jessica Chastain: E' bellissimo essere di nuovo a Cannes. Questo festival ha segnato i miei ultimi dodici mesi, perché lo scorso anno mi ha lanciato nel business cinematografico. E' stato un inizio e ora sono tornata con due film che adoro. E' molto bello, non l'avrei mai immaginato.
E il tuo personaggio, Mia?
Mia Wasikowska: Il mio personaggio è più ingenuo, ma mi è piaciuto molto approfondire il contesto in cui vive e la relazione che sviluppa con gli altri.
Nick Cave: Generalmente non sono affascinato dalla violenza, ma c'è stato qualcosa nel modo di mettere in scena la brutalità di John che mi ha attratto fin dal suo primo film.
Oltre a scrivere il film ti sei anche occupato delle musiche. La soundtrack trasmette un senso di autenticità, di immediatezza.
Nick Cave: Per la musica non volevo creare una soundtrack ispirata allo stile americano perché ve ne sono già molte ottime. Ho cercato di tenermi lontano dalla tradizione e di creare delle musiche contemporanee perché mi piaceva l'idea di fondere passato e presente. In alcuni punti la musica e i dialoghi sono intrecciati, le parole danno quasi un senso di musicalità. Questo perché quando scrivo ho sempre in mente le musiche.
Guy, il tuo cattivo a tutto tondo ha degli aspetti camp ed eccentrici. Come avete lavorato per creare il personaggio?:
Guy Pearce: In realtà io mi sono basato molto sulla sceneggiatura perché il personaggio era già scritto sulla pagina. Ho solo cercato di concretizzare la sua visione oscura del mondo e l'aspetto del mio personaggio riflette la sua interiorità, il suo disgusto e il suo essere ripugnante. Non ho voluto leggere il libro perché non volevo che il vero poliziotto condizionasse troppo le mie scelte.
Anche Mann e Scorsese, di recente, hanno guardato al Proibizionismo per le loro opere cinematografiche e televisive. Come spieghi questa fascinazione?
John Hillcoat: Vi sono dei legami, delle somiglianze tra l'epoca del Proibizionismo e il presente. La guerra alla droga, la diffusione del crimine organizzato, il traffico di cocaina ed eroina. Quando abbiamo iniziato i cartelli messicani avevano appena fatto parlare di sé sui giornali. Tutto questo materiale è molto adatto ad essere narrato in tv e al cinema grazie alla sua attualità.
Tom Hardy: Io penso a me come persona. Non penso alla nazionalità del team con cui devo lavorare, ma cerco di farlo con persone con cui mi trovo bene. Se devo imparare un accento nuovo lo studio. Stavolta, più che apprendere un nuovo modo di parlare, ho cercato di rendere il dialetto una caratteristica personale propria del mio personaggio.
Shia, hai abbandonato i film in cui interpretavi un ragazzo per transitare verso ruoli adulti.
Shia LaBeouf: Non ho molta scelta. Dipende dall'età che ho. Quando ho girato Disturbia avevo diciotto anni, in Wall Street: il denaro non dorme mai ne avevo ventidue e ora sono circondato da uomini e appaio vulnerabile come richiesto dal mio personaggio che è il fratello minore.
Nick, hai dichiarato che sei felice di invecchiare. L'età ha condizionato il tuo modo di scrivere?
Nick Cave: L'unica persona che può dire una cosa del genere è una persona giovane. Come l'età ha influenzato il mio lavoro? Ora la mia memoria è peggiorata, devo usare di più il dizionario, aumentare la dimensione dei caratteri per poter leggere senza sforzare la vista. E' terribile. Non lo raccomando a nessuno.