Siamo onesti. Al primo sguardo e, probabilmente anche al secondo, non si direbbe mai che Tom Hardy sia inglese, anzi londinese. Forse è per colpa dello stereotipo estetico dell'uomo britannico che, nel corso di questi anni, è passato dal pallido emaciato al dandy longilineo. Sta di fatto che il buon Hardy con il suo fisico imponente o, quanto meno ben evidente, ha dissolto tutti i modelli dati per scontato fino a questo momento, affiancando l'altrettanto "prepotente" Daniel Craig nel ristretto gruppo di attori inglesi tanto talentuosi quanto muscolari. Un elemento, quest'ultimo, che gli è valso immediatamente l'attenzione del pubblico femminile, ben disposto a dare credito all'attore per motivazioni anche molto lontane da quelle artistiche.
Però, parafrasando il vecchio detto secondo cui "non è importante come se ne parla, purché se ne parli", possiamo dire che non è altrettanto importante come si attiri l'attenzione su di sé, basta che si riesca nell'intento di farsi notare. Almeno all'inizio della propria carriera. Per questo, dopo un passato da modello per l'agenzia Models One, Hardy ha rispolverato gli studi fatti al Richmond Drama School e al Drama Centre London, tanto per dimostrare che dietro l'aspetto c'è anche la sostanza. Qualità che il cinema gli ha riconosciuto, mettendolo al centro di pellicole certo non scontate come RocknRolla, Bronson, Warrior, l'acclamato Locke e il prossimo Chi è senza colpa, in sala dal 19 marzo Oltre, naturalmente all'atteso reebot di Mad Max: Fury Road, in cui vestirà i panni che furono di Mel Gibson accanto a Charlize Theron. Ma, oltre tutti questi ruoli, chi è effettivamente l'attore che piace alle donne e ai registi, unendo una fisicità dura ad un animo inaspettatamente sensibile?
Bronson e Bane, nasce l'antieroe di buona famiglia
Dalla vera storia di Richard Bronson al gangster gay Bob il bello diretto da Guy Ritchie, Hardy ha sempre portato sullo schermo il prototipo dell'antieroe, l'uomo destinato ad un percorso di violenza o profondamente lacerato all'interno. Per questi ruoli l'attore, come altri protagonisti prima di lui, ha cambiato fisicità e aspetto, sottoponendosi anche a dei duri allenamenti. Tutto pur di portare sullo schermo l'immagine di un uomo tanto pericoloso quanto proveniente dai bassi fondi. Tutto pur di recitare e distaccarsi dalle sue origini. Perché in realtà il duro e puro Hardy proviene da una famiglia borghese, in cui la cultura e il piacere per l'estetica ha da sempre ricoperto un ruolo fondamentale. Il padre, ad esempio, è uno scrittore laureato a Cambridge, mentre la madre di origine irlandese si occupa d'arte. Anche per questo motivo i primi passi nel mondo dello spettacolo sono legati alle esperienze teatrali, guidate dallo stesso insegnante di Sir Anthony Hopkins, e in lui c'è ancora il desiderio di tornare in palcoscenico, cimentandosi con Shakespeare e Ceckov. Forse per farsi perdonare dai genitori le varie espulsioni dai colleghi frequentati da ragazzo. O, più probabilmente, come ha dichiarato, sente ancora il bisogno di farsi mangiare dal palcoscenico.
Ma come si sente a dover vestire la maschera del ribelle sul grande schermo? "Io passo il mio tempo libero a vedere programmi per bambini con i miei figli. E nessuno sapeva della mia esistenza in America fino a quando non mi hanno visto in Bronson, diretto da Nicolas Winding Refn. E' così che sono diventato l'antieroe, il cattivo, quello con mille problemi. Sono riconoscente a questo ruolo. In fondo ho sempre desiderato arrivare a Hollywood." E parlando di anti eroe, pochi lo sono più di Bane nell'universo di Batman interpretato dallo sguardo di Christopher Nolan. Più di lui, probabilmente, solo Joker, un cattivo dotato di un'anima controversa grazie all'incredibile interpretazione di Heath Ledger, con cui Hardy si è dovuto in qualche modo confrontare ne Il cavaliere oscuro - Il ritorno. "Come potevo pensare di mettermi in competizione con Ledger. Vedete, non si tratta di una questione di maggior talento di lavoro migliore. Semplicemente ho cercato di dare il massimo invece che provare ad essere migliore di qualcuno. Quello che lui è riuscito a fare è stato fantastico. Questo è tutto."
Un duro dal cuore tenero
Come ogni star che si rispetti, almeno nel passato, Hardy ha vissuto una giovinezza turbolenta di cui ha mantenuto traccia in un carattere apparentemente ombroso alleggerito, fortunatamente, da un senso dell'ironia tutto britannico. Quindi nessun stupore per i problemi passati di alcolismo e la dipendenza da crack da cui è uscito completamente nel 2003 di cui lui stesso parla senza alcun riservo, quasi come monito per il pericolo passato. "Avevo perso me stesso, l'alcool era il mio miglior amico. Così ho raccolto tutti i pezzi in cui mi ero frantumato ed ho cercato di tornare intero. Come ho fatto? Ho capito di avere un problema e di essere l'unico responsabile. Perciò mi sono impegnato ed ho rimediato. Dal 2003 sono un uomo nuovo."
Ma le rivelazioni non finiscono qui. Si sa che l'apparenza può ingannare, così, dietro un aspetto decisamente maschile, può nascondersi una tenerezza e una sensibilità inaspettata. A parlarne è sempre l'attore in una intervista al Daily Mail del 2010 durante il tour promozionale per Inception. "Molti dicono che io ho un aspetto mascolino, eppure non mi sento così. Anzi, credo di avere caratteristiche e qualità intrinsecamente femminili". Caratteristiche, queste, che lo hanno portato ad avere relazioni anche con uomini. "Se sono stato mai con un uomo? Ovviamente sì. Cavolo, sono un attore. In passato mi sono relazionato con chiunque mi piacesse. Oggi, però, che sono oltre i trenta, sento che questo non fa più per me." Certo, alcuni potrebbero dubitare che si tratti di dichiarazioni sensazionalistiche, fatte per creare il personaggio. Ma, ad essere onesti, Hardy sembra avere una personalità troppo essenziale e pratica per cadere vittima di questi trucchi mediatici. Una cosa, però, è certa. Le fantasie di tutte le sue fan sono salve.
Il capocantiere Locke e l'ex criminale Saginowski, ecco l'attore
Ad oggi la prova attoriale più intensa di Hardy è rappresentata senza alcun dubbio da Locke, diretto da Steven Knight. Quando il film venne presentato alla settantesima edizione del Festival di Venezia diede vita, almeno tra gli addetti ai lavori, a due tipi di reazione. Da una parte lo stupore un po' scandalizzato di fronte all'incomprensibile inserimento della pellicola nel Fuori Concorso, dall'altra la consapevolezza di trovarsi finalmente di fronte all'attore e non alla maschera. Così, chiuso nell'abitacolo di una macchina e con una camera praticamente fissa intenta a smascherare ogni sua singola emozione, Hardy non ha più la costruzione di un corpo dietro il quale nascondersi, ma deve confidare esclusivamente nelle sue doti emotive e interpretative. E il risultato conferma quello che si era intuito, ma ancora non percepito completamente, ossia che Tom "il cattivo" in realtà è un interprete capace ci mettere in scena la vita e di andare oltre gli stereotipi creati dalla sua stessa fisicità.
Dopo quell'esperienza ha condiviso il set con James Gandolfini, in quella che verrà ricordata come la sua ultima apparizione sul grande schermo. Chi è senza colpa, diretto da Michael R. Roskam e basato sul racconto breve Animal Rescue, riporta l'attore a confrontarsi con un protagonista discutibile, ma ormai sembra che il percorso più intimo e interpretativo sia iniziato. Così il suo Bob di Brooklyn assume i tratti di un personaggio di un dramma antico, costretto a lottare con tutte le sue forze contro un destino intenzionato a sconfiggerlo riportandolo verso il crimine. E, sostenuto dalla sua battaglia disperata e da un cucciolo di pitbull grigio scuro tra le braccia mentre osserva lo skyline di Manhattan, Hardy sembra destinato a conquistare nuovamente il cuore del pubblico con una sofferenza interiore e inaspettata. Per questo, in attesa di ammirarlo nel reboot di Mad Max, diretto dopo trent'anni ancora da George Miller, ci si augura che possa essere sempre di più interprete, lasciando i racconti sui suoi molti tatuaggi e sull'ammirazione per Gary Goldman e Darth Vader, che definisce davvero cool, alla mitologia divertita e curiosa del personaggio.
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