To the Wonder: Olga Kurylenko e Romina Mondello a Venezia 2012

Le due attrici sono presenti a Venezia in rappresentanza del cast del film di Terrence Malick presentato quest'oggi in concorso.

Farà discutere non poco il film di Terrence Malick presentato quest'oggi alla Mostra del Cinema di Venezia. To the Wonder, intensa storia d'amore interpretata da Olga Kurylenko, Ben Affleck e Rachel McAdams, arriva a un anno di distanza dal trionfale The Tree of Life, ma la prima reazione della stampa veneziana non è altrettanto entusiastica di quella francese. Il regista, che da tempo ha scelto l'anonimato, come al solito non è presente a Venezia per spiegare le sue ragioni e illustrare le sue scelte registiche, ma a presentare il film intervengono la splendida protagonista femminile Olga Kurylenko e l'attrice italiana Romina Mondello a cui, a sorpresa, Malick ha affidato una piccola parte. Al loro fianco i produttori Sarah Green, Nicolas Gonda e Paolo Del Brocco.

Come mai oggi Javier Bardem e Ben Affleck non son presenti a Venezia?
Nicolas Gonda: Javier è a Londra perché sta lavorando al film di Ridley Scott e anche Ben è impegnato. Sono molto dispiaciuti di non essere qui perché avrebbero voluto parlare del film.

Come mai vi siete concentrati su un amore precario come quello mostrato nel film?
Sarah Green: L'amore è l'emozione più misteriosa di tutte. L'amore è incontrollabile. Questa è la storia di due persone che si amano, ma non riescono a vivere insieme.

Olga Kurylenko: Quando una coppia si separa, molte volte non significa che l'amore finisca. Le persone si separano per molti motivi e nel caso del mio personaggio l'amore è eterno. Lo dice lei stessa nel voice over che l'amore per il suo compagno è la sua ragione di vita. I due si separano, poi tornano insieme e riprovano a costruire qualcosa perché non è la quotidianità della vita che ci porta ad andare avanti, ma è proprio l'amore.

Molto del tuo personaggio viene espresso attraverso i gesti e i movimenti. E' stato difficile interpretare questa donna visto che tu sembri molto loquace?
Olga Kurylenko: I film di Terrence sono molto visivi. Nell'immagine è contenuto tutto il resto. A noi attori lui ha detto di non parlare, ci ha convinto che il silenzio è più importante delle parole.

Romina, tu cosa puoi dirci della tua esperienza sul set?
Romina Mondello: Malick concede agli attori una generosa libertà che a volte è solo apparente. E' un regista molto attento, a volte viene descritto come maniacale. Di sicuro è un uomo molto profondo, che scava nell'anima, ed è curioso. I suoi film sono fatti di immagini meravigliose. Sia il corpo che la parola hanno un'importanza che si equivale.

E tu Olga, sei rimasta stupita dalla chiamata di Malick?
Olga Kurylenko: E' stato fantastico incontrare Terrence perché io amavo i suoi film. Durante l'audizione era presente. E' entrato nella stanza in modo cauto, io non me n'ero accorta. Sul set mi ha dato grande libertà e si è subito creata una connessione tra di noi. Dopo il provino abbiamo parlato a lungo e mi ha descritto il personaggio, ma sul set si è creata una sorta di telepatia. Sapevo esattamente cosa volevo, la nostra comunicazione è stata stupefacente. Terry è un po' un veggente e dal momento in cui mi ha visto ha capito tutto di me. Ha una sensibilità fuori dal comune.

Malick vi ha chiesto di fare una ricerca particolare nel caso dei vostri personaggi?
Olga Kurylenko: Terrence mi ha fatto rileggere I fratelli Karamazov, L'idiota e Anna Karenina. Li avevo letti dieci anni fa e ne ho tratto nuovi insegnamenti.

Romina Mondello: Dopo aver incontrato Terrence a casa sua, a Austen, sono arrivata in Oklahoma conoscendo solo il nome del mio personaggio, Anna. Lui mi ha anche chiesto se il nome mi piacesse. Quando sono arrivata ho ricevuto un vero copione dove veniva descritta Anna e mi ha stupito la conoscenza di me che il regista aveva, la risonanza con i miei pensieri.

Olga, come mai nel film parli in francese?
Olga Kurylenko: La mia voice over è in francese perché Terrence cercava un'attrice francese. Io vivo in Francia, sono una cittadina francese ed è questa la ragione per cui Terry mi ha scelta, ma ha adattato la storia del mio personaggio facendolo provenire dall'Ucraina.

Nel film i detenuti che appaiono sono reali, così come i malati che il prete di Bardem assiste. Come avete costruito quest'esperienza? E' già nel copione?
Sarah Green: Il passato del personaggio interpretato da Bardem non è chiaro, ma l'interazione con gli abitanti della cittadina in cui abbiamo girato è stata molto intensa. Di fronte alle persone malate che lui pensa di poter aiutare e guarire il prete ritrova la fede. Questa realtà era nella cittadina e a volte gli abitanti quasi si dimenticavano che Javier fosse un attore. Gli parlavano come se fosse un vero prete.

Circola una leggenda che vorrebbe Malick nascosto tra il pubblico dei festival a cui partecipa.
Sarah Green: Mi piacerebbe che fosse vero, ma ora Terrence è impegnatissimo perché sta preparando un altro film.

Terrence Malick legge le critiche ai suoi film?
Sarah Green: No. Non perché non sia interessato alla ricezione dei suoi film, ma perché è un artista ed è interamente concentrato sulla sua opera.