Con la recensione di Timmy Frana: Qualcuno ha sbagliato, entriamo di fatto ufficialmente nel magico mondo delle produzioni originali Disney per la sua piattaforma. Insieme a Stargirl, Timmy Frana si rivolge ad un pubblico di ragazzi dal gusto sofisticato, chi è cresciuto a pane e nuova narrativa, ed è per questo diretto da un regista esperto in minuziosi dettagli, Tom McCarthy, l'artefice di Il Caso Spotlight, vincitore di due premi Oscar. Timmy Frana non è solo il protagonista del film ma lo è prima di tutto di una serie di libri a lui dedicati, scritti da Stephan Pastis. A diventare il volto di Timmy nella sua versione cinematografica è il piccolo Winslow Fegley, appartenente ad un'intera famiglia di attori e quindi perfetto nella parte di un bambino che vuole comportarsi da adulto.
Prima di esordire su Disney+, Timmy Frana si è guadagnato molti consensi al Sundance film Festival e non stupisce. Il film che segue le avventure di Timmy e il suo amico immaginario e partner dell'agenzia Superfrana Spa, Super, un orso polare, si prende molto sul serio nel declinare il mondo che Timmy si è creato: la sua piccola agenzia ricavata da un angolino dell'appartamento che divide con la madre single, i casi da risolvere ed i complotti da sventare. Così tanta minuzia da però la sensazione di star vedendo varie puntate di una serie in binge-watching più che un film intero, che fatica a trovare la sua chiusa. Considerando il tempo a disposizione dei piccoli spettatori in tempi di quarantena da coronavirus però, conoscere bene Timmy Frana e intrattenersi imparando da lui ad esaltare le nostre stranezze, con il suo motto "normale è da persone normali" , può solo e soltanto essere un vantaggio per grandi e piccini.
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Portland e la Superfrana SPA
Quale miglior modo per entrare nel mondo di Timmy se non con una colorata e approfondita introduzione che il protagonista fa di se stesso? "Mi chiamo Frana, Timmy Frana", esordisce la voce del ragazzino, con toni alla Bond. Salta all'orecchio la proprietà di linguaggio, piena di termini da investigatore professionista, con cui l'11enne Timmy, al suo ultimo anno di elementari, ci accompagna per le strade della sua città, Portland in Oregon e ci racconta il suo primo incontro con il suo partner investigativo, Super, da cui il nome dell'agenzia Superfrana SPA. Agli occhi di Timmy e quindi ai nostri, Portland è una città che ha bisogno di una cura costante, piena di crimine, corruzione e "russi". Questa ossessione per i russi fa sorridere e regala a Timmy un po' di fascino retrò anni 80', che non fa mai male considerando i capolavori per ragazzi realizzati in quella decade. Alla bici che renderebbe tutto troppo vintage, Timmy gli sostituisce la Frana Mobile, un segway vinto dalla madre a Bingo e che il bambino guida senza autorizzazione. Si capisce subito che Timmy è un bambino dall'immaginazione non solo fervida ma in continua espansione, sempre alla ricerca di casi da risolvere.
La scomparsa di uno zaino, un criceto e la Frana Mobile
A dispetto del cognome, Timmy si sente brillante e tra i più grandi investigatori al mondo, se non il numero 1. Non sono dello stesso parere i suoi compagni di scuola che non gli danno poi così tanto retta e i suoi professori, tra cui Mr Crocus, Wallace Shawn nuovamente nel ruolo di un maestro borbottone dopo Ragazze a Beverly hills in cui si confrontava con l'allieva Alicia Silverstone. Quelli che a prima vista sembrano casi separati, che Timmy prende in carico senza che gli sia chiesto, diventano presto nella mente del ragazzo le prove di un serio complotto a capo del quale c'è una compagna di classe, figlia di un uomo ricco e brillante.
La scomparsa di uno zaino, la morte del criceto della scuola e il furto della Frana Mobile sono dunque il motore di un'azione che però tarda a prendere lo slancio. Tom McCarthy ci mostra con scene di supporto, l'infondatezza degli indizi a giustificazione del complotto che ci fanno guardare a Timmy con tenerezza. Peccato che le indagini di Timmy non intrattengano abbastanza, sono sfilacciate per tutto il film e senza grandi colpi di scena tranne un momento da disaster movie che lo vede protagonista insieme al burbero Crocus e una diga. La sensazione è quindi di star davanti ad un collage di episodi di una serie e non ad un film.
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Essere normale o essere una frana
C'è da dire che al voler raggiungere la grandiosità nell'investigazione, come spesso afferma Timmy, non corrisponde lo stesso impegno a livello scolastico o nel rapporto con la madre: Timmy immagina la scuola media come una specie di prigione caserma dove ad un professore corrispondono una miriade di alunni, tutti omologati e sottoposti. Neanche alla madre che gli permette di vivere questo mondo parallelo creato dalla sua immaginazione, il bambino ne fa passare una, in primis il nuovo fidanzato, un poliziotto municipale che Timmy vive come una minaccia. Il punto forte di Timmy Frana è lo spazio che il film da all'immaginazione del bambino, capace di vedere musical, complotti mondiali, orsi polari che gli sono fedeli.
Il suo punto debole è non riuscire ad approfondire invece tutti gli altri aspetti, quelli che avvicinano Timmy agli altri bambini che in quell'età si sentono degli emarginati, diversi dagli altri. Timmy non vuole essere normale e questo avrebbe dovuto essere un aspetto da rimarcare più e più volte come ad incitare gli spettatori più giovani a non avere paura nel sentirsi diversi, nel desiderare cose differenti dagli altri coetanei. I migliori momenti del film sono quelli in cui Timmy viene veramente compreso, ogni qualvolta sua madre "rispetta" la sua agenzia o la sua attività o quando un professore gli fa capire quanto la sua immaginazione sia una qualità da preservare. Timmy Frana è un film imperfetto ma a cui si deve il merito di aver creato un immaginario visivo degno di quello letterario dei romanzi da cui proviene.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Timmy Frana: Qualcuno ha sbagliato riaffermando che la forza del film è l’attenzione che pone sulla forza immaginativa del protagonista, il suo voler puntare alla grandiosità e non accontentarsi dell’essere normale. Nonostante la serietà e la minuziosità di un regista del calibro di Tom McCarthy, la trama del film risulta a tratti debole, apparendo più come una sequenza di episodi guardati in binge watching più che un film intero. Restano la bravura del giovane ma già esperto Winslow Fegley e la bellezza di ogni scena in cui è presente il goffo e magnificamente ingombrante orso polare Super.
Perché ci piace
- L’immaginazione fervida e la determinazione di Timmy sono qualità esaltate nel film e coinvolgenti per lo spettatore.
- Winslow Fegley dona carattere al suo personaggio rimanendo convincente dall’inizio alla fine.
- L’orso polare in CGI vale la visione.
Cosa non va
- Punta all'immaginazione dimenticandosi di approfondire la parte che potrebbe unire Timmy ai suoi coetanei spettatori: il sentirsi diverso dagli altri.
- La parte investigativa risulta sfilacciata e senza grandi colpi di scena e il film pare una sequenza di vari episodi di una serie TV.