Il viaggio nel tempo è un tema che affascina da sempre, ma il modo in cui viene declinato può arrivare a risultati diversi in termini di fruizione da parte del pubblico, andando a soddisfare esigenze narrative e sensazioni differenti: può dar vita a stuzzicanti riflessioni sul passato o il futuro, se preso da un punto di vista sociale o storico; può stimolare ragionamenti scientifici relativi a paradossi e funzionamento, se è l'anima sci-fi a prendere il sopravvento. O può essere una gran bella avventura, se è il viaggio in sé a rappresentare il focus del racconto. È soprattutto quest'ultimo il caso di Time Bandits, la serie Apple TV+ creata da Jemaine Clement, Iain Morris e Taika Waititi adattando il film cult di Terry Gilliam I banditi del tempo del 1981. Avventura, quindi, ma anche l'umorismo surreale che potremmo aspettarci da questi autori nel seguire i viaggi nel tempo del piccolo Kevin insieme al bizzarro gruppo di banditi guidato da Lisa Kudrow.
Time Bandits: sognando la storia
Motore della storia di Time Bandits è Kevin Haddock, undicenne amante della storia e dalle dinamiche del passato, come è subito evidente dalla prima sequenza della serie che indugia sugli oggetti a tema presenti nella sua cameretta. E dall'escursione organizzata per il suo compleanno a Moonhenge, equivalente in legno di Stonehenge, dove trascina i suoi genitori. Inutile dire che i genitori e la sorella fanno fatica a capirlo, che come molti nerd è emarginato, incompreso, l'ultimo a essere scelto quando si fanno le squadre e tutto il campionario del ragazzo solo che fatica a integrarsi. Almwno finché non irrompe nella sua vita un bizzarro gruppo di individui, i banditi del tempo del titolo, che lo trascina via dalla sua camera attraverso un portale transtemporale aperto nel suo armadio dando il via all'avventura di una vita.
Una sgangherata famiglia
Quelli che fanno irruzione nella camera di Kevin sono membri della bandi di ladri guidata da Penelope, un bislacco gruppo di avventurieri che va in giro per le epoche rubando oggetti che hanno fatto la storia (tra i primi viaggi che gli vediamo compiere c'è Troia con il celebre Cavallo). Ed è perfetta Lisa Kudrow per interpretare la guida di questo gruppo, perché riesce a tenersi costantemente su quel filo sottile tra realismo e bizzarria che funge da collante per le diverse anime che compongono la banda. Il Kevin del giovane e bravo Kal-El Tuck trova in loro quella famiglia in cui nella realtà non si sente accettato e integrato, così il viaggio insieme a loro smette presto di essere una necessità pratica per ottenere un risultato concreto (salvare i propri genitori) e diventa esso stesso lo scopo di una vita in cui lo sguardo è sempre stato rivolto più all'indietro, al passato, che a quello che aveva attorno.
È questo senso di gruppo e di comunità che funziona come cuore narrativo di Time Bandits, sia grazie al lavoro degli interpreti e la loro capacità di rendere credibili le dinamiche di gruppo, nonché i tempi comici fondamentali in una comedy che si rispetti, sia in termini di una scrittura che sa costruire l'azione attorno a loro, rendendoli l'anima del racconto, l'elemento con cui poter empatizzare ed entrare in sintonia.
Un mix di generi per la serie targata Waititi
La serie Apple TV+ è una miscela interessante di generi nel portarci a passo per lo spazio e il tempo. C'è avventura, come ci si aspetterebbe, ma il tutto è condito dal surreale e peculiare senso dell'umorismo dei suoi autori, che hanno espanso e fatto proprio l'originale firmato da Gilliam. In questa espansione risiedono anche i limiti dell'operazione, che rischia di risultare ripetitiva e non sempre ugualmente riuscita nell'approccio al singolo episodio e relativo periodo storico affrontato. Se le singole situazioni divertono, e riescono anche a dire qualcosa di interessante su vizi e derive del nostro presente, il racconto di Time Bandits rischia di stancare sulla lunga distanza ed è un bene che si sia scelto il rilascio settimanale per proporre la serie al pubblico della piattaforma.
Altro aspetto riuscito e quello della ricostruzione storica, con location, scenografie e costumi che rendono credibili i viaggio del gruppo di avventurieri guidato da Lisa Kudrow e della loro giovane recluta che ne arricchisce la presentazione con aneddoti e curiosità derivanti dalla sua passione per la storia. A conti fatti, la serie Apple è un viaggio che ci divertiamo a compiere, pur con alcuni limiti narrativi.
Conclusioni
È una serie che intrattiene e diverte Time Bandits, pur con alcuni limiti narrativi e una ripetitività che può emergere sulla lunga distanza. La pubblicazione settimanale è perfetta per questo tipo di produzione, che può rappresentare un viaggio da compiere in modo periodico senza arrivare a stancarsi, godendosi le ricostruzioni storiche e le differenti epoche in cui di volta in volta veniamo catapultati dal racconto. Funziona il cast, a cominciare da Lisa Kudrow che guida il gruppo di avventurieri e il piccolo Kal-El Tuck che interpreta il protagonista Kevin, oltre che le alchimie e dinamiche tra loro.
Perché ci piace
- L’idea di viaggio del tempo che funziona sempre come spunto per proporre allo spettatore luoghi e situazioni sempre diversi.
- Il lavoro su location, scenografie e costumi.
- Il cast e le dinamiche di gruppo che si vengono a creare.
- Il modo in cui gli showrunner hanno adattato il film di Terry Gilliam...
Cosa non va
- ... che però presta il fianco a una certa ripetitività sulla lunga distanza.
- L’umorismo degli showrunner è molto peculiare e potrebbe non essere per tutti.
- Non tutti i periodi affrontati sono trattati con la stessa energia narrativa.