Il premio Oscar Tim Robbins fa ritorno alla Mostra di Venezia con un nuovo documentario da lui diretto e prodotto, 45 Seconds of Laughter. Al centro del film, presentato fuori concorso a Venezia 2019, c'è il programma di riabilitazione dei detenuti in un carcere californiano di massima sicurezza portato avanti con la Actor's Gang, sua storica compagnia teatrale. A 61 anni, non è venuta meno la passione di Tim Robbins nell'impegno sociopolitico e mentre i suoi social denunciano il sostegno alla campagna elettorale di Bernie Sanders, Tim Robbins porta avanti l'impegno recitativo su vari fronti, quello teatrale, quello cinematografico, dove a breve sarà diretto dal figlio Jack Henry Robbins in VHYes, e quello televisivo, visto che è nel cast della seconda stagione della serie tv Castle Rock.
All'origine di 45 Seconds of Laughter vi sono proprio due film a tema carcerario, Il miglio verde e Dead Man Walking. "Sono cresciuto a New York e alcune persone che conoscevo da ragazzo sono finite in carcere. Questa cosa mi ha sconvolto" ricorda Tim Robbins. "Quando ho girato Il miglio verde una delle comparse era una vera guardia carceraria del Midwest, area molto conservatrice degli USA. Gli ho chiesto cosa avrebbe cambiato del sistema carcerario e lui mi ha risposto 'Legalizzerei la marijuana, se ne hanno il coraggio'. Sono diventato consapevole di ciò che era sbagliato nel sistema carcerario e Dead Man Walking ha enfatizzato il mio sentimento. Così ho deciso di intervenire nel sistema carcerario creando un programma per i detenuti, ci ho messo un paio di anni a capire come realizzare tutto questo e ho realizzato che non doveva essere un'imposizione, ma una scelta".
La Actor's Gang, una compagnia teatrale rivoluzionaria tra scuole e prigioni
La Actor's Gang, compagnia teatrale di cui fa parte Tim Robbins, è nata 37 anni fa come "un gruppo di punk eccentrici che volevano fare teatro. Nel 1992 abbiamo fondato la nostra compagnia, abbiamo viaggiato molto con i nostri spettacoli. Siamo stati a Spoleto due volte e a Milano ci siamo esibiti di fronte a Dario Fo che per me è una grande ispirazione. Parte della nostra missione è rendere il teatro fruibile per tutti. Una sera a settimana chiunque può venire anche se non può permettersi il costo del biglietto". Con la Actor's Gang, Tim Robbins porta avanti un lavoro nelle scuole e, da qualche anno, anche nelle carceri. I detenuti vengono invitati a partecipare a speciali training teatrali che li aiutano a tirar fuori sentimenti e stati d'animo con un lungo percorso che gli fornisce l'ABC del linguaggio teatrale. "La commedia dell'arte è fatta di archetipi universali, che si riferiscono a ogni società e ogni dinamica. E' un linguaggio che può raggiungere chiunque Il programma nasce dal lavoro che noi attori facciamo su noi stessi per lavorare meglio. In prigione chiediamo ai detenuti di fare la stessa cosa".
45 Seconds of Laughter mostra infatti le sedute coi detenuti in dettaglio per poi mostrare, a fine percorso, l'arrivo delle famiglie chiamate ad assistere alle attività. Naturalmente questa è l'occasione per ricongiungersi con i cari che non vedono da tempo. "Per il programma non vogliamo detenuti modello" specifica Tim Robbins. "Chiediamo persone difficili, membri o capi di gang rivali. Mettiamo i nemici nella stessa stanza. Lì inizia il nostro lavoro". Selezionare e montare il materiale per dar forma al film mostrato alla Mostra del Cinema di Venezia 2019 non è stata una passeggiata a sentire Robbins: "Giriamo sempre con tre camere. Alla fine avevamo 130 ore di girato e abbiamo dovuto rinunciare a tante cose. Abbiamo ridotto dapprima a 15 ore per poi andare all'essenza della classe, e avevamo solo tre settimane di tempo per montare perché poi avevo un altro lavoro che mi aspettava".
Il ruolo dell'artista? Dire la verità
Nella parte finale del film, la più toccante, vediamo l'arrivo delle famiglie e i contatti con madri, padri, figli, mogli e fidanzate. Tim Robbins e i suoi attori ci tengono a specificare come la presenza dei familiari e i contatti con la società, nel loro metodo, siano essenziali per la riabilitazione dei detenuti. Anche di più difficili. La Actor's Gang lavora infatti con detenuti che scontano pene dai nove anni all'ergastolo anche se non chiedono né vogliono sapere il tipo di reato commesso. Tim Robbins rivendica il ruolo sociale dell'artista che deve essere "colui che ha il compito di dire la verità". In realtà i compromessi richiesti sono molti, ma Tim Robbins si è sempre mantenuto integro. "Il merito è della mia testardaggine" ammette l'attore. "Ho sempre mantenuto la mia identità perché stato sono cresciuto da genitori che mi hanno reso partecipe del mondo intorno a me. Il lavoro che faccio in teatro, nelle scuole o in prigione mi ha insegnato a tenere l'ego fuori dalla porta di casa. In teatro se non sai fare bene il tuo lavoro il pubblico se ne accorge. Al cinema non esiste questo feedback immediato. La verità sta nella relazione col pubblico dal vivo".