The Young Pope: il papa di Paolo Sorrentino che vuole essere Dio

Paolo Sorrentino, Jude Law e Silvio Orlando hanno presentato alla Mostra del Cinema di Venezia le prime due puntate di The Young Pope, serie tv prodotta da Sky, HBO e Canal+: tra dialoghi brillanti, ironia e immagini spettacolari, Sorrentino dà vita a un papa più simile a una rockstar, una sorta Frank Underwood in abito talare.

Lenny Belardo (Jude Law) ha 47 anni, è bello come un divo del cinema, indossa con disinvoltura il bianco e fa sogni strani: capita quando diventi Papa, la guida spirituale di un miliardo di persone nel mondo, che prenderanno decisioni o comunque saranno influenzate da ogni tua singola parola o gesto. Chiamato a fare l'omelia di investitura, Lenny, primo capo della Chiesa americano, sulle prime sembra aver bisogno di aiuto, non tanto perché, da orfano, ha sempre dovuto trovare da solo il suo centro morale ed emotivo, quanto piuttosto perché il neo eletto ha un grande, fondamentale problema: non crede in Dio. È un bell'ostacolo se sei appena diventato il capo della Chiesa Cattolica.

The Young Pope: Jude Law in un momento della serie tv
The Young Pope: Jude Law in un momento della serie tv

Comincia così The Young Pope, la prima serie televisiva creata, scritta e diretta da Paolo Sorrentino, co-prodotta dalla santa trinità televisiva formata da Sky, HBO e Canal+, uno dei titoli più attesi di questa stagione, che in Italia arriverà su Sky Atlantic HD il prossimo 21 ottobre. Presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, The Young Pope è Sorrentino puro distillato in 10 episodi, una summa dell'estetica e delle ossessioni del regista premio Oscar, un prodotto tanto affascinante quanto inquietante, con un protagonista carismatico e ambiguo, una sorta di Frank Underwood che lotta per il soglio pontificio, un "Papa rockstar" che sembra più un diavolo tentatore che non il messaggero di Dio.

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Le contraddizioni di Paolo Sorrentino

The Young Pope: un'immagine dal set con Jude Law
The Young Pope: un'immagine dal set con Jude Law

Amato, odiato e criticato, in The Young Pope Paolo Sorrentino ha messo tutto se stesso, le sue passioni (il Napoli, la musica elettronica, i movimenti di macchina), tutta la sua abilità di scrittura (diversi i discorsi memorabili dei primi due episodi, su tutti forse quello sulla potenza dell'invisibilità, sul Papa come rockstar misteriosa) e la sua grandissima ambizione, che punta alla grandiosità, a stupire sempre più lo spettatore, firmando ogni fotogramma in maniera inequivocabile, in un gioco al rialzo in cui il solo limite è la fantasia stessa del regista. Una cosa è chiara fin dalla primissima immagine, una visione sconvolgente, in cui il protagonista emerge da una piramide di neonati (in quella piazza San Marco a Venezia che già si era vista in Youth - La giovinezza, l'opera precedente di Sorrentino): The Young Pope è cinema, è un film di dieci ore che potrebbe tranquillamente essere proiettato su un grande schermo. Grazie al minutaggio superiore, Sorrentino sembra potersi finalmente concentrare maggiormente sulla scrittura, delineando dei personaggi memorabili e raccontando temi enormi come la fede, la religione e il potere con un approccio che stupisce, utilizzando iperboli e mettendo a confronto luci e ombre del Vaticano, la sua natura spirituale e quella più terrena, costituita da emissari di Dio che però sono umani e in quanto tali pieni di desideri, pulsioni, rancori. Per livello qualitativo e ambizione, The Young Pope si presenta subito come un progetto unico, un'opera destinata a entrare nella storia della televisione.

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The man behind blue eyes

The Young Pope: Jude Law sul set della serie tv
The Young Pope: Jude Law sul set della serie tv

Lenny Belardo ha il volto bello e inquietante di Jude Law, alla migliore interpretazione della sua carriera: scelto dalla Curia come Papa fantoccio, una bella faccia con cui conquistare mediaticamente i fedeli, Pio XIII in realtà è molto di più che un paio di occhi blu. Giocando consapevolmente sul suo aspetto, Jude Law è il simbolo delle contraddizioni umane: orfano che diventa padre e madre della Chiesa ma si sente ancora un figlio, dovrebbe essere il tramite per la luce di Dio e invece decide di non mostrarsi, rimanendo un'ombra. Nei suoi sogni Lenny immagina una Chiesa rivoluzionaria, in cui la libertà personale è più importante del senso del peccato, ma invece da sveglio è freddo, calcolatore, odia i rapporti amichevoli, non mangia, beve solo una Coca Cola alla ciliegia a colazione e si comporta come il peggiore dei conservatori: questo Papa porta l'abito bianco, simbolo di purezza, ma fuma in continuazione, finendo per sembrare quasi un demone appena emerso dalle fiamme. Imprevedibile ed enigmatico, Lenny Belardo è destinato a diventare uno dei grandi protagonisti della serialità televisiva, un'icona al pari di Tony Soprano, Walter White e Don Draper, portavoce di un mondo che diventa simbolo universale, incarnazione del desiderio di potere e dell'arroganza umani, dell'uomo che vuole farsi Dio.

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The Young Pope: una scena con Jude Law
The Young Pope: una scena con Jude Law

Un cast stellare

Venezia 2016: Paolo Sorrentino, Jude Law, Cécile de France, Ludivine Sagnier, Scott Shepherd al photocall di The Young Pope
Venezia 2016: Paolo Sorrentino, Jude Law, Cécile de France, Ludivine Sagnier, Scott Shepherd al photocall di The Young Pope

Ad accompagnare il giovane Papa di Jude Law è un insieme di attori straordinari, a cominciare de Silvio Orlando, il machiavellico Cardinale Voiello, eminenza grigia del Vaticano, impegnato a salvare i privilegi della Chiesa, che sostiene l'elezione di Belardo per motivi di marketing, credendo di poterlo manovrare facilmente come un burattino, ma scopre ben presto di aver fatto male i suoi conti. Tifoso del Napoli (ha tre cellulari con le cover di Hamsik, Insigne e Higuain), attratto carnalmente dalla statua della Venere di Willendorf, Voiello è l'anima comica della serie, un concentrato di intelligenza e ironia, da subito principale antagonista di Pio XIII, di cui vuole arrestare il delirio di onnipotenza per salvare la Chiesa. Ottimo anche Javier Cámara, che interpreta il Cardinale Gutierrez, il vero santo della serie, perennemente circondato di luce ogni volta che entra in scena, una delle poche figure a cui sembra sinceramente interessato il protagonista. Fondamentale, da quello che si può intuire nei primi episodi, James Cromwell nei panni del Cardinale Michael Spencer, mentore di Belardo, che puntava a diventare Papa e si ritrova invece superato dal suo allievo, verso cui nutre un rancore infinito. Splendide le protagoniste femminili: una Diane Keaton strepitosa, che interpreta Suor Mary, suora che ha cresciuto il Papa all'orfanotrofio, che il protagonista sceglie come sua consigliera; una figura complessa, che sembra collocarsi all'origine dell'ambiguità di Pio XIII, l'architetto dietro la sua ascesa al soglio pontificio. Interessante anche Sofia, la responsabile del marketing del Vaticano, che ha il volto affasciante di Cécile De France, mentre è un enigma appena accennato quello di Esther, fervente cattolica che frequenta una delle guardie svizzere, interpretata da Ludivine Sagnier. Splendidamente assortito e in parte, questo cast stellare è un'altra gemma preziosa nello scrigno che è The Young Pope, un viaggio allo stesso tempo onirico, spirituale e carnale in quella contraddizione misteriosa che è la vita umana.

Movieplayer.it

4.0/5