Questa terza stagione di The Walking Dead è iniziata all'insegna delle sorprese. E si tratta di sorprese pesanti, di quelle destinate a condizionare in modo determinante lo sviluppo dell'intera serie. Se, nella puntata precedente, il ritorno di un personaggio fondamentale (il Merle di Michael Rooker) si accompagnava all'apertura di un nuovo subplot con una diversa location, ora un evento imprevisto (la presenza di un ospite nascosto all'interno della prigione) provoca addirittura l'uscita di scena di due personaggi fondamentali. Se la morte di T-Dog era in qualche modo contemplata tra gli eventi possibili, avendo sempre avuto il personaggio, in fondo, poco più che il ruolo di un comprimario, molto più traumatica (e inattesa) risulta la dipartita di Lori. Evento, quest'ultimo, che beffardamente rende inutili gli "esercizi" di Carol con gli Erranti in previsione di un parto cesareo: la donna, dispersa in un'altra ala della prigione (e salvata - presumibilmente - dal sacrificio di T-Dog) è infatti impossibilitata ad aiutare Lori in un drammatico travaglio che avviene sotto l'assedio di un'orda di morti viventi. Il sacrificio, tema già occhieggiato in passato dalla serie, è il filo rosso che lega le due morti: T-Dog se ne va nel più classico dei modi, morso, contaminato e quindi già condannato, e poi fattosi volutamente sbranare per permettere la fuga della sua compagna; Lori, semplicemente, impossibilitata a dare altrimenti alla luce il suo bambino, decide di auto-condannarsi costringendo Maggie a praticarle un cesareo da sveglia. Intervento che ovviamente sarà fatale alla donna, e che avviene sotto gli occhi pieni di lacrime di Carl, costretto anche a esplodere quel colpo di pistola finale (lasciato fuori campo) che impedirà a sua madre di trasformarsi.
Questo Dentro e fuori (come al solito, il titolo originale Killer Within è ben più bello e pertinente, con la sua doppia allusione al prigioniero nascosto e al bambino - killer suo malgrado - dato alla luce da Lori) segue anche, parallelamente, la sottotrama introdotta nell'episodio precedente, con Andrea e Michonne ancora "ospiti" della città-stato del Governatore: mentre la prima sembra ormai convinta delle buone intenzioni di quest'ultimo, irretita dal suo carisma personale e anche da un'evidente inclinazione mostrata dall'uomo nei suoi confronti, la guerriera di colore continua a subodorare la terribile verità (come mostrato anche da una delle prime scene, in cui Michonne intuisce la strage compiuta dagli uomini del Governatore al campo militare) ed è per questo decisa a lasciare la città al più presto. I promo dell'episodio successivo, visti durante i titoli di coda, suggeriscono chiaramente che la partenza delle due donne verrà alla fine rimandata da Andrea, legata a Michonne da sentimenti di gratitudine e amicizia ma molto perplessa all'idea della compagna di raggiungere la costa e cercare un'ipotetica isola, dove le due possano vivere in tranquillità. La ricostruzione di una comunità portata a termine a Woodbury si rivela molto più attraente per Andrea, già "emarginata" (come cinicamente ricordatole da Merle) da quella di Rick e compagni. Ed è proprio Merle l'altro personaggio fondamentale del subplot di Woodbury, deciso a partire per cercare suo fratello proprio a seguito delle informazioni avute da Andrea. Il diniego, estremamente fermo nella sua apparente cortesia, espresso dal Governatore, non fermerà probabilmente l'uomo, guidato dalla volontà di ritrovare Daryl ma anche (e soprattutto) da sentimenti di vendetta nei confronti di Rick. E' facile quindi immaginare che, in futuro, le due sottotrame potranno riunirsi proprio attraverso il personaggio interpretato da Michael Rooker. Gli eventi della prigione vengono innescati invece, come si è detto, dalla presenza di un personaggio nascosto: presenza in realtà già suggerita in un episodio precedente, con una soggettiva che spiava il personaggio di Carol mentre compiva il suo macabro "allenamento" sul corpo di un Errante. Le probabili, devastanti conseguenze dell'azione del prigioniero nascosto (che, a livello di funzionalità narrativa, si rivela una specie di deus ex machina al negativo) sono in qualche modo annunciate già dalla sequenza iniziale: tuttavia, l'aggressione improvvisa delle creature, in un momento di assoluta quiete, si rivela un elemento molto efficace a livello di impatto, così come ben gestito è il successivo crescendo di azione e angoscia all'interno del carcere, trasformato in un oscuro e pericoloso labirinto. Se la venuta alla luce del figlio di Lori, col sacrificio di quest'ultima, è il momento emotivamente più intenso dell'intero episodio (bissato poi dalla straziante reazione di Rick quando apprende la notizia) uno scenario interessante è aperto, narrativamente, dal ruolo ricoperto dai due prigionieri superstiti: se questi ultimi, infatti, vengono inizialmente sospettati di essere i responsabili dell'invasione di Erranti nel carcere, la loro successiva azione (e in special modo quella dell'uomo di colore) si rivela poi determinante per la sopravvivenza del gruppo. La sequenza, in particolare, in cui il prigioniero uccide il suo ex compagno, salvando così la vita di Rick, potrebbe essere l'elemento fondamentale che consentirà l'accettazione dei due uomini all'interno del gruppo: i due personaggi, poi, appaiono narrativamente ben costruiti, molto differenziati a livello caratteriale, e sembrano non essere stati posti a caso all'interno della trama. La cosa che appare sicura, comunque, è che questo Dentro e fuori abbia già sparigliato, definitivamente, le carte di questa terza stagione: da adesso in poi, senza più Lori e T-Dog, con la presenza di un bambino appena nato e di un Hershel ormai irrimediabilmente menomato, le cose, per il gruppo di Rick, saranno forzatamente destinate a cambiare. Il fatto che ciò sia avvenuto solo al quarto episodio (sui sedici previsti) è il segno di una "densità" di eventi precedentemente sconosciuta alla serie, ma anche di una stagione che sempre più sembra porsi (e finora è stato un bene) sotto il segno dell'imprevedibilità.Movieplayer.it
4.0/5