The Walking Dead 8: finalmente sono tornati gli zombi

Ricco di azione e non privo delle solite ingenuità di scrittura, il nuovo episodio dello show AMC segna il tanto agognato ritorno degli erranti, per troppo tempo relegati a semplice sottofondo di una serie di cui erano stati i naturali co-protagonisti.

Uno spiraglio, un sussulto, un barlume di speranza. Lo scorso episodio di The Walking Dead aveva lasciato un cenno di sorriso sui volti dei suoi fan più fedeli (e pazienti), preoccupati dalla china non proprio gloriosa presa dalla seconda parte dell'ottava stagione. Non che la prima fosse stata così esaltante. Il motivo di tanto ottimismo va scovato sia nel duello senza troppi convenevoli tra Rick e Negan che nell'apparizione di un personaggio inaspettato. La bonaria Georgie, probabile capo di una comunità ancora sconosciuta, ha sconvolto un po' i piani dello show con la sua lungimiranza, presentando a Maggie un curioso piano di sopravvivenza: la chiave del futuro è nel passato, ovvero nel recupero di antiche metodologie di coltivazione e di raccolta di risorse. In cambio, Georgie, ha chiesto solo dei vinili e una dimostrazione di buona fede. Merce rara in un racconto dominato dalla violenza bruta di gente che vuole solo ammazzarsi a vicenda. In questo nuovo episodio, intitolato Fuori Strada, non ci sarà spazio per questo nuovo personaggio alquanto destabilizzante, ma siamo stati catapultati davvero molto indietro, per la precisione ai tempi dei poemi epici greco-latini.

The Walking Dead: Melissa McBride e Khary Payton in Do Not Send Us Astray
The Walking Dead: Melissa McBride e Khary Payton in Do Not Send Us Astray

No, non siamo impazziti, perché il tredicesimo episodio dell'ottava stagione The Walking Dead sembra davvero una stramba miscela tra l'Eneide e l'Iliade. Stiamo volutamente alzando il tiro, sia chiaro, ma quando si parla di assedi e di cavalli di Troia è davvero difficile non scomodare Omero e Virgilio . Senza dimenticare il grande e agognato ritorno degli zombi, quelli veri, per troppo tempo relegati a ripetitivo sottofondo di una serie di cui sono stati il più riconoscibile dei simboli.

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Spara, scappa, infetta

The Walking Dead: Steven Ogg, Austin Amelio nell'episodio Do Not Send Us Astray
The Walking Dead: Steven Ogg, Austin Amelio nell'episodio Do Not Send Us Astray

Dopo i primi piani dello scorso episodio, anche Fuori Strada parte con tonalità e inquadrature degne del più classico dei western. Sarà Hilltop contro i Salvatori. Sarà l'ennesima battaglia di una guerra sfiancante. E allora ecco i due "nemici" che preparano i grilletti, panoramiche su paesaggi spogli, il tramonto che cede il passo alla notte. Con Negan fuori dai giochi, Simon prende volentieri il testimone del (mica tanto) compianto padrone di Lucille, e si appresta a sterminare tutta la comunità comandata da una sempre più decisa Maggie, leader apprezzata da tutti. Non curante del subdolo piano di Negan (ovvero contagiare gli avversari con armi infette), il baffuto salvatore invade Hilltop con la stessa accortezza di un topo dinanzi ad una fetta di formaggio. Ben congegnata e orchestrata, la difesa eretta di Maggie e compagni è semplice quanto efficace. Le sequenze d'azione che dominano i primi minuti sono girate in maniera sempre artigianale (ma non disastrosa come nel recente passato), ma regalano un paio di momenti di facile entusiasmo per i fan più smaliziati, con Daryl versione moderno Rambo che spara in sella ad una moto e l'arrivo irruento di un Rick più incazzato che mai (ma va?).

The Walking Dead: Khary Payton nell'episodio Do Not Send Us Astray
The Walking Dead: Khary Payton nell'episodio Do Not Send Us Astray
The Walking Dead: Macsen Lintz in una scena dell'episodio Do Not Send Us Astray
The Walking Dead: Macsen Lintz in una scena dell'episodio Do Not Send Us Astray

I problemi maggiori dell'episodio sono altrove, ovvero nelle visioni di un Morgan traumatizzato dal suo recente omicidio (davvero un peccato questa involuzione di un personaggio potenzialmente complesso), nelle interazioni sterili tra Rick e Michonne (i due stentano a decollare come coppia) e soprattutto nella troppo telefonata scelleratezza del piccolo Henry. Il bambino apre l'episodio chiedendo di fare la sua parte, e viene subito messo a tacere da Ezekiel. Ovviamente è il più classico degli indizi su nefasti presagi: Henry si metterà tra i piedi. E farà danni.

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La seconda alba dei morti viventi

The Walking Dead: Melissa McBride nell'episodio Do Not Send Us Astray
The Walking Dead: Melissa McBride nell'episodio Do Not Send Us Astray

Sulla scia dello scorso episodio, c'è del buono anche qui. Nonostante l'assenza dell'istrionico Negan, Fuori Strada ci presenta almeno due elementi davvero convincenti. Prima di tutto ridà un po' di spazio alla troppo trascurata Carol (per noi tra i personaggi meglio scritti nella serie), mostrandoci una donna segnata dai suoi fallimenti passati. Priva della sua antica e dimessa dolcezza, la mamma della compianta Sophia ha ormai sposato una sua visione del mondo, dolente e molto comprensibile. Laddove gli altri personaggi vivono mossi da istinti ferini (Rick su tutti) o da utopistiche visioni del futuro, Carol ha scelto la sua etica della sopravvivenza: vivere giorno per giorno, non investire in affetti, fare del domani la propria vittoria. L'emblema di questo destino di disillusione è il suo rapporto con Tobin, il primo a trasformarsi in zombi a causa di una ferita letale. La sua trasfigurazione, oltre che sottolineare la sfortuna di Carol con le persone a lei legate, ci riconcilia con la figura dello zombie, ormai diventata accessoria in The Walking Dead. Sappiamo bene che il fulcro della vicenda sono gli umani messi alla prova da una tremenda sopravvivenza, ma assistere alla trasformazione di massa di questi insoliti "cavalli di Troia" ci ha mostrato finalmente l'errante come fonte di reale pericolo e di ansiogena minaccia. Non succedeva da tempo immemore, e ne siamo soddisfatti. Non sappiamo se per meriti oggettivi dello show o perché abbiamo semplicemente abbassato l'asticella delle nostre aspettative.

Movieplayer.it

3.0/5