Recensione The Walking Dead 9x08: Finalmente i Sussurratori

La recensione di The Walking Dead 9x08 - Evolution ci presenta un gruppo di personaggi che potrebbe ridefinire il concetto di minaccia all'interno della serie.

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È una frase che avrete letto e sentito spesso parlando di The Walking Dead. Una frase ineccepibile, banale ma doverosa: non è una serie sugli zombi, ma una serie con gli zombi. Una serie in cui i veri, grandi erranti (vagabondi, ma anche portati all'errore) sono gli esseri umani. Dopo nove stagioni lo abbiamo capito sin troppo bene. Però, il problema è sorto quando i nostri cari walkers sono diventati putrida carta da parati, sfondo incolore, semplice e fastidioso sottofondo. Svuotati di ogni pathos e minaccia, i non morti si sono trasformati in sciami di zanzare da scacciare con sufficienza, una mandria di comparse utili solo a giustificare il titolo della serie e qualche spettacolare colpo di spada ben assestato nelle tempie. Per fortuna The Walking Dead 9x08 è un episodio che cambia le carte in tavola. E perdonateci se dal nostro cuore di pazienti (e in parte spazientiti e delusi) spettatori proviene un sentito "finalmente".

Portatori (non proprio sanissimi) di questo fondamentale cambio di prospettiva sono quei Sussurratori che abbiamo aspettato per mesi e mesi, e adesso finalmente giunti nella serie per creare scompiglio, sconvolgere e creare puro straniamento anche dentro occhi provati come quelli di Daryl e Michonne. Succede tutto in Evolution (in Italia tradotto con un più rivelatorio Sussurri), un episodio che spezza a metà (come di consueto) la stagione in corso e ci dà appuntamento a febbraio con un "colpo di scena" che, in realtà, stavamo aspettando tutti con trepidazione.

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Perché The Walking Dead aveva bisogno di una scossa, e i Sussurratori assieme alla loro contorta filosofia di vita hanno tutte le potenzialità per ridare linfa a una serie che si è trascinata troppo a lungo. Una serie che, però, non smette di ricadere in vecchie trappole da cui speravamo fosse ormai immune.

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Cercando Negan: bisogno di carisma

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Partiamo dalle note dolenti. In un appuntamento importante come il mid-season finale è lecito aspettarsi un episodio denso, serrato, in cui non sono permesse divagazioni o sequenza che evadano dal cuore pulsante della storia. E invece non è andata così. Evolution, purtroppo, inserisce una sotto-trama che avrebbe anche del potenziale, ma che in questo preciso momento finisce soltanto per infastidire lo spettatore e distoglierlo dalla parte che gli interessa davvero. La puntata, partita con gli sguardi sospettosi di Daryl, Jesus e Aaron (intenzionati a ritrovare Eugene) che notano delle stranezze nei movimenti di un gruppo di erranti, si sofferma troppo a lungo sull'inserimento del giovane e volitivo Henry nella comunità di Hilltop. Però, va detta una cosa: il saluto tra il ragazzo e "mamma" Carol colpisce, perché nella donna ritroviamo un affetto e una morbida maternità che credevamo fosse morta e sepolta con la piccola Sophia. Così non è, perché nei suoi occhi non c'è più la Carol fredda e cinica di un tempo, ma una donna che ha di nuovo investito il suo affetto nei confronti di qualcuno.

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Peccato solo che quel qualcuno sia coinvolto in sciocche sbronze adolescenziali e ovvie paternali che in questa puntata sono del tutto fuori luogo. Va già molto (ma molto) meglio quando Evolution si sposta nelle prigioni oscure di Alexandria, dove padre Gabriel prova a ritrovare un briciolo di umanità in Negan. Senza riuscirci. Chi pensava di ritrovare un Negan arreso, debole e rammollito, rimarrà deluso. L'ex leader dei Salvatori è il solito bastardo di turno: irridente, scurrile, sprezzante, abilissimo nel trovare il punto debole del suo interlocutore e a manipolarlo a suon di allusioni. Ammettiamo di aver sorriso nel vederlo giocare con guanto e palla da tennis (quella da baseball nelle sue mani sarebbe stata un'arma letale), perché erano solo palliativi che sottolineavano l'assenza della sua amata Lucille. Fatto sta che la sua misteriosa uscita dalla cella - con quel ghigno che ha il sapore del "sono tornato" - ci fa sperare. La speranza è che Negan e il carisma infinito di Jeffrey Dean Morgan siano finalmente liberi di sprigionarsi nella seconda parte di stagione. Quel ghigno diventerebbe anche il nostro.

I morti non camminano, sussurrano

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Un po' per nostalgia e un po' per necessità, ci torna subito in mente una delle scene più iconiche di The Walking Dead. Una sequenza fondamentale anche tra le vignette del fumetto ideato da Robert Kirkman. Stagione cinque, episodio dieci. Il nostro Rick, davanti a un fuoco, pronuncia la celeberrima frase: "Noi siamo i morti che camminano". Fu la prima e unica volta che in The Walking Dead si creò un parallelismo palese tra morti e viventi, per una volta messi sullo stesso piano. Bene, adesso sullo stesso piano ci sono davvero, ci respirano e ci camminano. Non staremo qui a svelare tutto quello che già sappiamo sui Sussurratori (perché non diamo per scontato che tutti i nostri lettori abbiano letto il fumetto), perché è interessante vivere poco alla volta il loro straniante e misterioso disvelarsi. Evolution riesce benissimo a disseminare lungo l'episodio delle anomalie che insospettiscono sia Dary e compagni che il pubblico stesso.

The Walking Dead Season 9 Episode 8 Evolution Review

Movimenti, strani bisbigli, rumori che non attraggono più come hanno sempre fatto. Qualcosa non va e la situazione precipita in un suggestivo finale che (di nuovo finalmente) mescola bene tensione, azione e atmosfere horror. In un tipico cimitero stracolmo di foschia, Jesus, Eugene e Aaron vengono messi all'angolo. Quando Jesus sembra aver avuto la meglio, ecco un errante diverso dal solito. Rapido e scattante, il walker schiva i colpi del nuovo leader di Hilltop, lo trafigge e gli sussurra una sadica frase nell'orecchio. Il presunto zombie viene presto ammazzato da Daryl che mostra a tutti una sconcertante novità: quello era un essere umano travestito da zombie. Chi sono queste persone? Qual è il loro obiettivo? E cosa spinge qualcuno a mascherarsi da non morto pur di sopravvivere? Tutte domande che vanno a comporre quella scossa vitale per una serie che forse non è ancora (o meglio, non è più) uno zombi che cammina.

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3.0/5