The Walking Dead 11x03, la recensione: tutti pazzi per Maggie

La recensione di The Walking Dead 11x03, un episodio incentrato prevalentemente su Maggie e Negan.

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The Walking Dead 11: Jeffrey Dean Morgan in una scena

Con la recensione di The Walking Dead 11x03 ritroviamo la cadenza settimanale dei nostri appuntamenti con la serie zombie della AMC, dopo la doppia premiere accorpata in un unico articolo. E ritroviamo anche, seppure in misura minore rispetto agli anni scorsi, quello squilibrio che tende ad accompagnare gli episodi che non sono a inizio e fine stagione, spesso dettato dalla volontà di dare materiale a tutto il cast fisso o quasi. In questa sede lo squilibrio in questione è meno problematico del solito, perché si riconferma la sensazione di un vero piano per chiudere la serie e i personaggi rimangono coerenti anziché assoggettati ai piani dello showrunner (un difetto ricorrente durante gli anni di Scott M. Gimple). E si inizia a intravedere anche come i piani degli autori sappiano aggirare le restrizioni pandemiche nei momenti giusti, nello specifico quando qualcuno deve essere divorato dai morti viventi.

Tutti sparpagliati

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The Walking Dead 10: Lauren Cohan nei nuovi episodi della serie

Hunted si concentra soprattutto su Negan e Maggie, alle prese con una nuova minaccia e al contempo con la sfiducia costante di lei nei confronti di lui, motivata da anni di rancore - ricordiamo che Negan uccise Glenn davanti a lei - ma ora a rischio di compromettere le operazioni del team perché Maggie non è in grado di accettare che l'ex-avversario dei protagonisti si sia legittimamente guadagnato un posto di rilievo nel gruppo. Altrove, anche Carol è nel mezzo di una trasferta non priva di pericoli, e i membri più giovani della comunità, tra cui Judith Grimes, si interrogano sulla possibilità che possano un giorno rimanere da soli, qualora gli adulti non tornassero dalla missione di turno. Tre blocchi narrativi, di cui il primo è il più significativo in termini di durata e anche di impatto emotivo, con più di una morte che colpisce la squadra in modo inatteso e brutale, con l'efficace semplicità degli anni d'oro, quando la serie faceva uscire di scena dei personaggi senza che si trattasse di un evento epocale (certo, in questo caso aiuta che si tratti di figure minori che molto probabilmente erano state introdotte con quello scopo preciso, ma ciò non sminuisce l'ottimo lavoro fatto soprattutto in sede di regia, in particolare quando uno dei comprimari finisce dilaniato).

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La coerenza prima di tutto

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The Walking Dead 'Look at the Flowers': una foto di Jeffrey Dean Morgan

The Walking Dead si avvia verso la conclusione, e a tale fine la showrunner Angela Kang cerca già da diversi episodi di far sì che tutti i personaggi vadano incontro al gran finale in modo coerente, senza che le loro specificità siano sacrificate in nome di due o tre idee forti che però non reggono nel contesto della struttura di un'intera stagione (l'intero arco di Negan, prima che Kang subentrasse a Gimple, era una brodaglia a base di trovate che si contraddicevano da un episodio all'altro). La cosa risulta evidente in un episodio come questo, che arranca quando si allontana dalla storyline principale (le scene con Carol sanno tanto di riempitivo per arrivare alla durata minima richiesta e poter sfruttare quasi l'intero cast, dopo la fase sperimentale degli ultimi sei capitoli della decima annata) ma rimane fedele alle personalità delle figure coinvolte e quindi mantiene un certo livello di interesse al di là della qualità della deviazione dal filone centrale. Notevole, in tal senso, l'evoluzione della crisi spirituale di Gabriel, la cui trasformazione è stata tra le più appassionanti negli ultimi mesi.

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The Walking Dead 10: una foto di scena dell'episodio 16

E così anche un episodio in apparenza minore, dopo l'inizio molto forte delle due scorse settimane, dimostra di avere comunque tutta la dignità intatta, perché pur perdendosi un po' per strada lo fa a fin di bene, consapevole della propria posizione all'interno del disegno generale che riguarda la conclusione dello show (ma non del franchise, perché gli spin-off continueranno a esistere). Forse troppo tardi per riconquistare i vari spettatori che nel corso degli anni hanno abbandonato la nave, provocando un'emorragia di ascolti soprattutto negli Stati Uniti che indubbiamente avrà influito sulla scelta di non andare avanti troppo a lungo dopo alcune defezioni importanti nel cast, ma per chi ha resistito fino a questo punto la pazienza sembra in procinto di essere ripagata in modo soddisfacente.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di The Walking Dead 11x03, un capitolo a tratti altalenante ma comunque apprezzabile perché mantiene coerente la caratterizzazione dei personaggi. E così anche le deviazioni dalla trama principale rimangono minimamente coinvolgenti lungo i 42 minuti dell'episodio.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.0/5

Perché ci piace

  • Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan interagiscono in modo impeccabile.
  • L'uscita di scena di uno dei comprimari è splendidamente brutale.
  • Le scene con Gabriel mantengono viva la sua intrigante evoluzione.

Cosa non va

  • Le trame secondarie fanno un po' acqua sul piano della scrittura e del ritmo.